Bologna. Domenica, 13 settembre 2020, ore 15: “Misteri dietro le torri”. Gli aneddoti sconosciuti del simbolo dell’energia vitale della città…

misteri_dietro_torriBologna è una città europea dai mille volti. Con le torri e con i portici, elementi architettonici unici, tutti concentrati nel centro storico, è diventata un punto di riferimento architettonico notevole…

È antico il fascino di Bologna. Chi percorre i vicoli del centro storico, i monumenti e i portici che hanno reso celebre nel mondo la città, ne resta completamente ammaliato. Tutti conoscono la Bologna “dotta”, “grassa” e “turrita”. Le torri a Bologna sono qualcosa di più di una testimonianza del passato. Sono uno slancio verso il cielo e ne racconteremo i relativi misteri, ai più assolutamente sconosciuti…



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Le torri sono un elemento architettonico che le famiglie nobili bolognesi costruivano presso le loro case. Venivano per lo più utilizzate come luoghi di vedetta e di difesa, in tempo di guerra. Dietro alle torri, si nascondono storie straordinarie: amori impossibili, tremendi delitti, leggende incredibili. Ne parleremo, in un’occasione senza precedenti…

69463750_10157229169863382_6738812401912643584_nTorre degli Asinelli: c’era una volta un contadino che possedeva due robusti asinelli, i quali lo aiutavano quotidianamente nel faticoso lavoro dei campi. Egli non era un uomo tanto ricco, proprio per questo le sue giornate erano totalmente dedite al lavoro.
Un giorno, mentre erano intenti a scavare in un terreno isolato, gli asinelli, come impazziti, iniziarono a scalciare e poi a scavare sempre con più insistenza. Il brav’uomo, meravigliatosi di tanto ardore, cercò inutilmente di fermare i due asinelli.
Poco dopo dalla terra spuntò qualcosa che attirò l’attenzione del contadino: un baule pieno di monete d’oro e d’argento, arricchito di pietre preziose. Stupito da quanto aveva appena visto, il DUETORRIcontadino decise di rinominare tale tesoro “il tesoro degli asinelli”.
Il figlio si innamorò di una fanciulla appartenente a una delle famiglie più importanti della città di Bologna ed ella, con grande felicità, ricambiava totalmente il sentimento.I due innamorati però, nonostante fossero profondamente legati, non si facevano illusioni riguardo il loro futuro: troppo grande era la differenza sociale; la famiglia della fanciulla non avrebbe mai accettato di dare la mano della propria figlia ad un ragazzo di così umili origini ed è così che nacque la leggenda collegata a questa splendida torre (che approfondiremo, durante il tour), simbolo di Bologna, insieme alla Garisenda…

galluzziTorre dei Galluzzi: Boccaccio ha una sconcia novella intorno a madonna Beatrice, che sopravanzava ogni altra in bellezza, non che intorno al suo marito Egano Galluzzi e ad un gentiluomo di Firenze col mentito nome d’Anichino.
In ogni caso la storia più celebre della “Galluzzi” è Romeo e Giulietta, bolognesi. Tutto nasce dalla rivalità tra i Galluzzi, di parte guelfa, e i Carbonesi, di parte ghibellina, le due famiglie più potenti della città attorno al 1258. I figli più giovani delle due famiglie, Virginia Galluzzi e Alberto Carbonesi, si incontrarono e si innamorarono perdutamente. I due trovarono un frate disposto a sposarli e trascorsero la prima notte di nozze indisturbati, tuttavia l’idillio durò poco. Giampietro Galluzzi li scoprì ed accecato dall’ira uccise Alberto. Virginia, disperata, si impiccò sulla torre (o da un balcone a seconda delle versioni) ancora visibile nella Corte Galluzzi, da cui si può accedere in piazza Galvani o via d’Azeglio.

unnamedTorre della Magione: sorgeva accanto alla chiesa di Santa Maria del Tempio, sede dell’Ordine dei Templari fin dal 1161, all’angolo tra le attuali strada Maggiore e vicolo Malgrado. Alta 25 metri e del peso di circa 400 tonnellate, il 12 agosto 1455 venne spostata “tutta intera” di 13 metri, da Aristotele Fioravanti, l’uomo «che move le torre».

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Torre Prendiparte: il suo proprietario (attualmente, è un Bad & Breakfast lo descrive come un “rifugio esclusivo” che regala “emozioni intense”. Costruita a metà dell’XI secolo, la torre veniva utilizzata nei secoli scorsi per proteggere la città dai nemici, poi è diventata una prigione per chi si macchiava di immoralità. È la seconda per altezza (ben 61 metri) nella meravigliosa città di Bologna. Cela le storie segrete di giudici, galeotti, curia e schiavitù. La torre venne adibita nel XVIII secolo a prigione per il foro ecclesiastico (all’interno sono ancor oggi visibili la sala dei carcerati e i loro graffiti) e poi divenne abitazione privata, quindi struttura ricettiva. A 18 metri dal suolo vi è lo stemma in arenaria, oggi molto degradato, del primo Arcivescovo di Bologna, Gabriele Paleotti.

Torre della Garisenda: citata nella Divina Commedia di Dante Alighieri, è famosa per la sua pendenza di 3,25 metri verso est/sudest, che indusse ad abbassarla di circa 20 metri a metà del garisenda2‘300. A partire dal Quattrocento la torre fu acquistata dall’Arte dei Drappieri, che ne diventò, poi, l’unica proprietaria fino alla fine dell’Ottocento, quando divenne proprietà comunale. Le superfici murarie esterne della torre sono state restaurate fra il 1998 ed il 2000, mentre una prima fase del consolidamento delle murature è stata attuata nel 1999 – 2000.

uguzzoni3Torre degli Uguzzoni: sorge in un angolo di Bologna che trasmette benissimo il senso della potenza e del’urbanistica medievale della città. Si tratta di una casa torre alta 32 metri, con i caratteristici blocchi di selenite alla base, che però sono inglobati a filo dei muri e non sporgenti, come invece si era soliti fare. La conservazione di questa torre sembra quasi aver fermato il tempo, a parte la presenza dell’altana costruita sulla sommità, che è di epoca successiva, probabilmente settecentesca.

guidozagni2Torre Guidozagni: la sua vicinanza alla ben più alta torre Prendiparte (o torre Coronata) ripropone alla vista, anche se in dimensioni diverse, l’accoppiamento più famoso delle torri Asinelli e Garisenda. Le dimensioni e lo spessore dei muri fanno pensare a una casa torre, che si abbinava ad un’alta torre della famiglia Guidozagni, che però è andata distrutta.

arengo2Torre dell’Arengo: è una torre molto particolare per la sua struttura, dato che si innalza dal voltone del Palazzo del Podestà e non ha quindi la solidità alla base tipica delle torri nate per la difesa e per la protezione.
La torre fu costruita nel XIII secolo e circa due secoli dopo, nel 1453, fu completata con la campana in bronzo innalzata da Aristotele Fioravanti. La grande campana di ben 47 quintali per i secoli successivi fu utilizzata per chiamare a raccolta i cittadini bolognesi al suono del suo potente rintocco.

Palazzo-d-accursio-Bologna-51184-2-682x1024Torre d’Accursio: è inglobata nel complesso di Palazzo d’Accursio, attuale sede del Municipio di Bologna. Accursio fu uno dei maggiori giureconsulti e maestro di diritto presso lo Studio bolognese nella prima metà del XIII secolo e fu anche assessore del podestà di Bologna. Il nome torre dell’orologio le viene dato da quando, a metà del XV secolo, l’imponente orologio fu aggiunto sul lato della torre che da su Piazza Maggiore. In occasione dell’inserimento di questo orologio, tutt’ora funzionante, fu costruita la torretta finestrata sulla sommità della torre originaria.

15250218259_f80183ae67_bTorre Catalani: la foto identificativa che abbiamo riportato nella carta d’identità ha diversi anni, mancando ora gli spincioni di legno (per altro rifatti) infissi nelle mura come supporti di antichi ballatoi.
I Catalani (ma sarebbe meglio dire i Castellani) erano una potente famiglia bolognese, di parte Guelfa, che senza dubbio primeggiarono in città, possedendo oltre a questa, altre due torri nei pressi del Palazzo Comunale. Una di queste era alta quasi come l’Asinelli e venne mozzata nel 1484 forse perché pericolante. Per alcuni la torre “mozzata” è questa, per altri è la Garisenda che subì la stessa sorte.
I Catalani furono fra i fondatori della compagnia dei Frati Gaudenti (1251), istituiti per riappacificare le città e le loro fazioni. Furono loro affidate molte città e non sappiamo se questa funzione fosse svolta bene, certamente non per Dante che li condanna all’inferno.


L’evento, che si terrà domenica, 13 settembre 2020 (con punto di ritrovo in piazza Galvani, sotto alla statua dello scienziato), partirà alle 15, con guida turistica certificata dalla Regione Emilia Romagna e si concluderà alle 16:30. Auricolari forniti dallo staff, per un eccellente ascolto del tour. 

Costo della sola visita guidata (con accoglienza + guida turistica + radio guide sanificate):  22,00.
Sconto di € 2,00 per i ragazzi e per gli over 60.
Consigliate, scarpe comode.

IL TOUR È A NUMERO CHIUSO.

I partecipanti saranno obbligati a partecipare muniti di apposita mascherina.
Raccomandiamo il rispetto della distanza sociale di 1 metro.

Per partecipare alla visita guidata, è obbligatorio prenotarsi, spedendo un SMS/Whatsapp, al numero +39 3897995877, oppure, mandando un messaggio alla pagina di Facebook “I love Emilia Romagna” (indicate il nome e cognome di ogni partecipante, numero di telefono e almeno un indirizzo email).

La quota di partecipazione, per questioni di esclusività del tour, con ingressi a tappe, prenotati e remunerati in anticipo, sarà da saldare in anticipo, tramite carta di credito (PayPal), oppure, bonifico bancario.

In caso di maltempo, la visita guidata si terrà ugualmente.

Durante l’evento, verranno scattate fotografie, che successivamente, saranno pubblicate sulla pagina di Facebook.

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