PRIMA TAPPA: Piazza Maggiore
È il cuore pulsante della città di Bologna, luogo che ha visto succedersi storia, manifestazioni, eventi, lotte e che è stato parte integrante dello sviluppo della città.
Circondata da alcuni fra gli edifici più antichi di Bologna, Piazza Maggiore è un simbolo e uno degli esempi più antichi del concetto di piazza in Italia.
È il cuore pulsante della città di Bologna, luogo che ha visto succedersi
storia, manifestazioni, eventi, lotte e che è stato parte integrante dello sviluppo della città.
Circondata da alcuni fra gli edifici più antichi di Bologna, Piazza Maggiore è un simbolo e uno degli esempi più antichi del concetto di piazza in Italia. Costruita a partire dal 1200, fu uno dei primi esempi di piazza nella nuova accezione che il termine prese subito dopo la caduta dell’Impero Romano. Fino a quel momento i luoghi di aggregazione, di ritrovo e di scambio erano i fori e le basiliche.
I cittadini sentirono il bisogno di avere un luogo in cui mercanteggiare e ritrovarsi
e scelsero questo punto della città, che divenne quindi una zona nevralgica. All’epoca la città contava circa 50.000 abitanti: tutti dovevano avere la possibilità di assistere agli eventi pubblici e per questo venne scelta quest’area che, grazie alle demolizioni delle costruzioni precedenti, divenne grande abbastanza per accoglierli tutti. Anche se la costruzione della piazza iniziò nel 1200, essa prese la forma che mantiene attualmente a partire dal 1400. Inizialmente non aveva l’appellativo di Piazza Maggiore: da metà ’800 fino al 1943 fu intitolata a Vittorio Emanuele II; dal 1943 al 1945 fu Piazza della Repubblica; dal 1945 è stata denominata con il nome con cui oggi è conosciutissima.
SECONDA TAPPA: Archiginnasio
Riccamente decorato e posizionato nel cuore del centro storico, il Palazzo dell’Archiginnasio di Bologna è capace, a distanza di secoli, di raccontare la sua storia in modo attraente e generoso. Nelle sale cinquecentesche si respira tutta l’atmosfera della Bologna città di cultura, studio e università, caratteristiche che ancora oggi contraddistinguono la capitale emiliana. Il Palazzo dell’Archiginnasio fu fatto costruire dal Cardinale Borromeo; il progetto venne affidato all’architetto Antonio Morandi detto il Terribilia. I lavori durarono dal 1562 al 1563, anno in cui il palazzo fu inaugurato e divenne centro unitario dell’insegnamento delle diverse discipline universitarie (che fino a quel momento si svolgevano in varie sedi).
L’edificio venne gravemente danneggiato dai bombardamenti della seconda guerra mondiale: nel 1944 una
bomba centrò l’edificio, e alcune parti (come il Teatro Anatomico) sono state ricostruite nel dopoguerra.
Il palazzo ha una struttura a due piani, con portico anteriore e cortile centrale, nel quale si trova la Cappella di Santa Maria dei Bulgari. All’interno, si possono apprezzare numerose statue lungo le pareti, che rappresentano medici dell’antichità e della contemporaneità. Particolarmente pregevole è il Teatro Anatomico, dalla forma ad anfiteatro, con pareti in legno d’abete e raffinato soffitto ligneo a cassettoni.
Il Palazzo dell’Archiginnasio rimase sede dell’Università fino al 1803, e dal 1838 ospita la Biblioteca Civica.
TERZA TAPPA: Basilica di San Petronio
La Basilica di San Petronio, dedicata al patrono cittadino (ottavo vescovo di Bologna dal 431 al 450), è la più grande e importante chiesa bolognese (m 132 di lunghezza, 66 di larghezza totale, 47 di altezza). Nel 1514 Arduino degli Arriguzzi propone un nuovo modello a croce latina che avrebbe superato in grandezza la chiesa di San Pietro a Roma. Secondo la leggenda Pio IV bloccò la realizzazione di questo sogno megalomane, sollecitando i lavori per la costruzione dell’Archiginnasio. Anche la facciata rimase incompiuta. Celebre fu la Cappella musicale petroniana il cui il simbolo più prestigioso è un organo tuttora funzionante, costruito attorno al 1470 da Lorenzo da Prato: il più vecchio al
mondo ancora in uso. L’interno del tempio, benché costruito in diverse epoche, ha un mirabile senso classico, lontano quindi dal gotico oltremontano. È diviso in tre navate sorrette da dieci piloni a nervatura poligona, sui quali si slanciano gli archi e le volte: le campate della navata maggiore sono a pianta quadrata. Il Sole, simbolo dell’antica divinità è presente anche all’interno della chiesa: si tratta della meridiana che attraversa il pavimento della navata sinistra.
Realizzata dall’astronomo Gian Domenico Cassini nel 1655, coi suoi 66,8 metri è la più lunga del mondo. Indica con sorprendente precisione il mezzogiorno solare, al punto che si narrache i vecchi orologiai di Bologna andassero in San Petronio per regolare gli orologi. Una delle particolarità è che non è una linea d’ombra a indicare l’orario come nelle meridiane tradizionali, ma un cono di luce che ricorda la figura del Sole. Una leggenda vuole che visitare la meridiana sia di buon auspicio per gli innamorati, in quanto periodicamente proietta un’immagine a forma di cuore.
QUARTA TAPPA: Piazza e Basilica di Santo Stefano
Dove anticamente sorgeva il Tempio di Iside, si trova ora il complesso di Santo Stefano e, sebbene il termine “complesso” possa sembrare più adatto ad una costruzione recentissima, non ne esiste uno migliore per indicare un insieme di diverse chiese, cappelle, chiostro e monastero, nessuno dei quali, però, è intitolato a Stefano, il primo martire cristiano.
Quello di Santo Stefano è il complesso più singolare di Bologna, vero santuario cittadino e culla della fede dei padri. È noto soprattutto come “sette chiese”
perché composto dall’unione di più edifici sorti in epoche diverse.
Le origini del complesso sono controverse e discusse. Secondo l’ipotesi più accreditata fu elevato da Petronio sulle rovine di un tempio pagano preesistente, vicino al quale sarebbero state poi affiancate una riproduzione del Santo Sepolcro di Gerusalemme e, accanto al sacello con le spoglie dei protomartiri bolognesi Vitale e Agricola, gli edifici eretti fra il X e il XIII secolo dai Benedettini.
Sulla piazza si affacciano la chiesa del Crocifisso, di origine longobarda, del Calvario e dei SS. Vitale e Agricola e la chiesa della Trinità, ristrutturata fra il XII e il XIII secolo. All’interno si possono ammirare inoltre il Cortile di Pilato, con un bacile marmoreo donato da Liutprando e Ilprando, re dei Longobardi e il chiostro benedettino a duplice loggiato (sec. X-XIII), una delle più superbe creazioni del romanico emiliano. Da visitare infine il Museo che conserva dipinti, sculture e altre opere d’arte di varie epoche.
QUINTA TAPPA: Due Torri
È antico il fascino di Bologna. Chi percorre i vicoli del centro storico, i monumenti e i portici che hanno reso celebre nel mondo la città, ne resta completamente ammaliato. Tutti conoscono la Bologna “dotta”, “grassa” e “turrita”. Noi riscopriremo il significato di questi tre appellativi.
Citata nella Divina Commedia di Dante Alighieri, la Torre Garisenda, è famosa per la sua pendenza di 3,25 metri verso est/sudest, che indusse ad abbassarla di circa 20 metri a metà del ‘300. A partire dal Quattrocento la torre fu acquistata
dall’Arte dei Drappieri, che ne diventò, poi, l’unica proprietaria fino alla fine dell’Ottocento, quando divenne proprietà comunale. Le superfici murarie esterne della torre sono state restaurate fra il 1998 ed il 2000, mentre una prima fase del consolidamento delle murature è stata attuata nel 1999 – 2000. La torre è visitabile dall’esterno. Alla fine del ‘300, la Torre degli Asinelli passò in proprietà al Comune. Il portale, posto sul lato della Torre che dà su Strada Maggiore, fu costruito in
epoca rinascimentale quando la torre fu corredata del basso torresotto merlato. Il torresotto ha ospitato, prima, un corpo di guardia, poi, botteghe artigiane e commerciali. Subito dietro il portale, si trova la porticina, con architrave in selenite, che dà accesso alla torre. Questa piccola porta non è coeva alla torre poiché, come detto, tali costruzioni, che avevano scopo prima di tutto difensivo/offensivo, non presentavano porte di accesso, bensì una portafinestra posta a diversi metri dal suolo. Le torri erano, infatti, provviste di vari ballatoi esterni in legno sorretti da barre in selenite, dette meniani, di cui oggi è possibile osservare solo i monconi. Nel corso dei secoli la Torre degli Asinelli ha rappresentato un luogo simbolo per diversi aspetti della vita civile e militare bolognese: gli scienziati Giovanni Battista Riccioli (nel 1640) e Giovanni Battista Guglielmini (nel secolo successivo) utilizzarono la torre per esperimenti sul moto dei gravi e sulla rotazione della terra. Durante la seconda guerra mondiale,tra il 1943 e il 1945, la torre fu utilizzata con funzioni di avvistamento: quattro volontari si appostavano in cima alla torre durante i bombardamenti al fine di indirizzare i soccorsi verso i luoghi colpiti dalle bombe alleate. Infine, una curiosità: la Torre Asinelli nella sua lunga storia fu spesso colpita da fulmini, finché nel 1824 fu collocato l’impianto parafulmine. C’è una leggenda, collegata alla Torre degli Asinelli, di cui parleremo.
SESTA TAPPA: I portici, Patrimonio Mondiale UNESCO dal 2021
Bologna è ufficialmente la Città dei Portici con la nomina di Patrimonio Mondiale UNESCO arrivata il 28 luglio 2021 direttamente da Fuzhou in Cina.
L’iscrizione costituisce un nuovo riconoscimento da parte di UNESCO per la città di Bologna che, nel 2006, è stata dichiarata Città Creativa della Musica. Il 28 luglio 2021 i Portici di Bologna sono stati insigniti del riconoscimento di
Patrimonio dell’Umanità UNESCO.
Da dieci secoli i portici di Bologna sono protagonisti dell’ospitalità e del buon vivere della città. Concepiti in origine come spazi coperti di proprietà privata e oggi utilizzati dal pubblico, i portici sono un simbolo di sostenibilità e contemporaneità, ancora oggi riconosciuti dai bolognesi e dai visitatori come elementi identificativi della città.
SETTIMA TAPPA: Il Quadrilatero
Questo quartiere ospitava già dal medioevo la gran parte delle corporazioni di artigiani della città ed è oggi uno di quei luoghi più caratteristici di Bologna.
Le strade che attraversano questo quartiere sono per la maggior parte pedonali, la zona è frequentata da residenti e turisti e le strade sono spesso affollate e piene di vita. Il quadrilatero è una tappa imperdibile per chi visita la città per la prima volta ma anche le persone che frequentano Bologna da anni amano tornarci.
Infatti ci sono numerosi locali e gastronomie pronte a soddisfare le esigenze dei golosi. Lo stesso vale per lo shopping, si possono trovare negozi di ogni genere, dall’extra lusso a quelli di fascia media, per non parlare dei banchi ortofrutticoli e quelli del pesce dove i bolognesi sono soliti fare la spesa.
OTTAVA TAPPA: Fontana del Nettuno
La fontana, detta anche del Gigante, venne realizzata dal francese Jean Boulogne (Giambologna) tra il 1563 e il 1566, su progetto del pittore palermitano Tommaso Laureti. La statua rappresenta il dio del mare in atto di placare le onde. Sotto stanno quattro putti con delfini e quattro sirene. Il monumento è stato oggetto di un radicale restauro tra il 1988 e il 1990. La piazza del Nettuno fu aperta nel 1564, abbattendo diverse case medievali, nell’ambito della riorganizzazione urbanistica del centro cittadino promossa dal vice legato Pier Donato Cesi.
L’evento, che si terrà sabato, 9 settembre 2023 (con punto di ritrovo in piazza Galvani, sotto la statua dello scienziato), partirà alle ore 20, con guida turistica certificata dalla Regione Emilia Romagna e si concluderà verso le ore 22.
Costo della visita guidata (che comprende: accoglienza, radio guide, guida turistica certificata e assistenza): € 19,00.
CONSIGLIATE SCARPE COMODE.
IL TOUR È A NUMERO CHIUSO.
Per partecipare alla visita guidata, è obbligatorio prenotarsi, spedendo un SMS/Whatsapp, al numero +39 3897995877, oppure, mandando un messaggio alla pagina di Facebook “I love Emilia Romagna” (indicate il nome e cognome di ogni partecipante, numero di telefono e almeno un indirizzo email).
La quota di partecipazione, per questioni logistiche e amministrative, sarà da saldare in anticipo, tramite carta di credito, oppure, bonifico bancario.
In caso di maltempo, la visita guidata si effettuerà ugualmente.
Durante l’evento, verranno scattate fotografie, che successivamente, saranno pubblicate sulla pagina di Facebook.
Buon divertimento con le visite guidate di “I love Emilia Romagna”…
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Posted on settembre 19, 2023
Casalecchio di Reno (BO), 18 novembre 2023, ore 11: La Chiusa e i suoi misteri. Apertura, in esclusiva, della più antica opera di meccanica idraulica del mondo, ancora oggi utilizzata…
by IloveER
Nell’antichità questo sbarramento e deviazione del fiume Reno fece le fortune della città di Bologna prima e dell’agricoltura poi, fornendo alla città e alla campagna sia una inesauribile fonte energetica, sia una buona quantità d’acqua per l’irrigazione dei campi. Ma facciamo un passo indietro. La Chiusa di Casalecchio di Reno anticamente av
eva una doppia funzione, serviva infatti sia come regolazione delle bizzarre e capricciose acque del fiume, spesso soggetto a piene improvvise e repentine secche, sia come opera idraulica che piegava il corso d’acqua agli usi della città di Bologna. Un canale infatti deviava parte della portata del Reno nella città felsinea che tra salti d’acqua, porti e canalizzazioni, era riuscita nel tempo a sfruttare la forza dell’acqua per azionare i marchingegni e gli argani idraulici degli opifici cittadini. A cavallo del Medioevo, quindi, Bologna poteva assomigliare ad una piccola Venezia, piena di canalizzazioni (pare fossero circa 86) che riuscivano a portare l’acqua del canale proveniente dal Reno in molte delle vie cittadine. Le prime testimonianze della realizzazione dell’opera sono datate intorno all’anno Mille. A quel tempo Bologna già sfruttava in parte
l’acqua proveniente da alcuni rii cittadini, ma i commerci e la navigazione avevano bisogno per svilupparsi di un flusso d’acqua costante, che fosse in grado con la sua portata di azionare i pesanti argani e mulini delle industrie cittadine. Fu così deciso di intraprendere questa imponente opera di deviazione del fiume attraverso un minuzioso piano di organizzazione delle risorse idriche che farebbe invidia ancora oggi per la precisione e dovizia con cui venivano sfruttate le preziose acque del Reno.
Nel tempo i canali bolognesi e la Chiusa di Casalecchio vennero spesso ristrutturati e ammodernati, o semplicemente riparati a causa di qualche piena del fiume, tanto che oggi si può affermare che il sistema idraulico bolognese è stato un millenario “lavori in corso” in cui l’uomo e la natura si sono fronteggiati in una lotta acerrima: l’uomo cercando di “educare” ai propri scopi la forza del fiume, mentre la Natura riprendendosi, ogni volta che poteva, il terreno sottrattole.
Nel tempo quindi questa imponente opera di ingegneria si è arricchita e migliorata, ha subito danni e distruzioni catastrofiche, ma non ha mai smesso di essere quella cerniera che ha sempre collegato la città di Bologna all’ambiente circostante, rendendola dipendente da questo.
Oggi la chiusa è visitabile ed è inserita all’interno di un area naturale molto vasta, tanto che molti abitanti della zona la sfruttano d’estate come luogo di relax, di pesca o per qualche bagno refrigerante. A dire il vero i popolani locali hanno sempre avuto l’abitudine di nuotare sia nel Reno, che nei canali bolognesi, cosa che ha suscitato spesso le ire delle autorità cittadine per lo scarso rispetto dei costumi morali della popolazione.
Il sito è un luogo d’interesse storico, tecnico e paesaggistico, riuniti in un’unica passeggiata guidata da personale del Consorzio della Chiusa di Casalecchio e del Canale di Reno.
Consigliate scarpe comode. I bambini piccoli devono, obbligatoriamente, essere tenuti per mano.
L’evento, che si terrà sabato, 18 novembre 2023 (con punto di ritrovo davanti all’ingresso principale, via Porrettana n. 187, Casalecchio di Reno – Bologna), partirà alle ore 11, con guida turistica certificata dalla Regione Emilia Romagna e si concluderà dopo un’ora e mezza.
Costo della visita guidata (con ingresso esclusivo + guida turistica + radio guide): € 25,00.
I ragazzi, dai 7 ai 18 anni e gli over 60, usufruiscono di uno sconto di € 2,00 sul costo della visita guidata.
IL TOUR È A NUMERO CHIUSO.
La quota di partecipazione sarà da saldare in anticipo, tramite carta di credito, oppure, bonifico bancario (sarà premura del nostro staff indicarvi i relativi dati, al momento dell’iscrizione, a seconda del metodo di pagamento selezionato).
In caso di maltempo, la visita guidata si terrà ugualmente.
Durante l’evento, verranno scattate fotografie, che successivamente, saranno pubblicate sulla pagina di Facebook.
Buon divertimento con le visite guidate di “I love Emilia Romagna”…
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Posted on settembre 18, 2023
Bologna, 14 ottobre 2023, ore 11 e 14: Esplorazioni urbane. Alla scoperta delle vie d’acqua, con straordinaria discesa nel canale di Reno, in secca manutentiva, annuale, con caschetto e stivaloni, in sotterranea…
by IloveER
Tecnicamente, il Consorzio della Chiusa di Casalecchio e del Canale di Reno interrompe l’alimentazione dell’antica via d’acqua della città di Bologna, al fine di poter avviare i lavori di manutenzione utili per far fronte alla necessità determinata dalle piogge e nevicate del periodo invernale. Sfalcio del verde, sistemazione degli argini, manutenzione edile e verifica degli impianti di regolazione. Fondamentali attività che, al verificarsi di piene, potrebbero creare danni al territorio. La secca durerà fino a metà novembre, circa.
Durante la “secca’, per proteggere e salvaguardare il patrimonio naturale, i pesci rimasti intrappolati dall’improvvisa assenza di acqua verranno prelevati e portati nell’alveo del Reno. Per quattro settimane le squadre di manutenzione saranno all’opera e ai cittadini si offrirà uno sguardo inconsueto sui canali.
Ogni anno, per circa tre settimane, viene eseguita la “secca manutentiva” del sistema dei canali cittadini, ovv
L’evento, che si terrà sabato, 14 ottobre 2023 (con punto di ritrovo presso il Guazzatoio, via Augusto Righi n. 1, Bologna), partirà alle ore 11 e alle ore 14, con la responsabile didattica di Canali di Bologna e si concluderà dopo un’ora e trenta. Auricolari forniti dallo staff, per un eccellente ascolto del tour.
Costo della sola visita guidata (con accoglienza + guida turistica + radio guide + INGRESSO STRAORDINARIO NEL CANALE DELLE MOLINE, DA VIA MALCONTENTI A VIA OBERDAN, CON CASCHETTO, FORNITO): € 32,00.
Sconto di € 2,00 per i ragazzi e per gli over 60.
OBBLIGATORI: STIVALI DI GOMMA O SCARPE DA TREKKEING, ALTE, NON FORNITI.
IL TOUR È A NUMERO CHIUSO.
La quota di partecipazione, per questioni di esclusività del tour, con ingressi a tappe, prenotati e remunerati in anticipo, sarà da saldare in anticipo, tramite carta di credito (PayPal), oppure, bonifico bancario.
Durante l’evento, verranno scattate fotografie, che successivamente, saranno pubblicate sulla pagina di Facebook.
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Updated on settembre 16, 2023
Bologna, 18 novembre 2023, ore 15:30: Acque nascoste in città. Alla ricerca di canali e condutture sotterranee, con straordinaria discesa nel Guazzatoio…
by IloveER
In seguito ad accordi con alcuni privati, nel 1208 il Comune di Bologna fece costruire una nuova chiusa sul fiume Reno a Casalecchio e un canale che entrava in città alla Grada. Il nome si riferisce alle due grate di ferro, tuttora visibili, usate per fermare i rami e le frasche trasportate dalla corrente e per impedire introduzioni clandestine di merci e di persone all’interno della cinta muraria. Il canale di Reno alimentava diverse lavorazioni.
All’incrocio tra via della Grada e via San Felice una statua (a dire il vero molto controversa data l’immagine alquanto succinta e non ritenuta rispettosa) ricorda per sempre il lavoro durissimo della lavandaie di Bologna.
All’incrocio fra le attuali vie Riva di Reno e Marconi si dirama il Cavaticcio, realizzato riutilizzando, verosimilmente, l’antico corso del Rio Vallescura che scaturiva dai rilievi collinari fra le porte San Mamolo e Saragozza. Il Cavaticcio alimentava il canale navigabile, chiamato Navile. Lungo il primo tratto del Cavaticcio, caratterizzato da una notevole pendenza, erano distribuite alcune cartiere e segherie per legname, la prima delle quali fu edificata nel 1347.
Dalla metà del XVI secolo questa area era occupata dal porto cittadino, progettato da Iacopo Barozzi detto il Vignola. Qui iniziava il canale Navile che, alimentato dal Cavaticcio, consentiva di navigare fino a Ferrara e Venezia. L’area portuale era dotata di diverse infrastrutture, fra le quali la settecentesca Salara, ancora visibile sulla destra, utilizzata per il deposito del sale. Con l’abbandono dei trasporti via acqua il complesso portuale venne completamente disattivato fra il 1934 e il 1935.
Lo scivolo scendeva a un guazzatoio destinato all’abbeveraggio e al lavaggio degli equini e dei bovini, realizzato nel canale di Reno nel 1219, anno in cui venne aperta la piazza del Mercato (attuale piazza VIII Agosto).
Scampato alle coperture attuate fra gli anni Trenta e Cinquanta del Novecento, questo tratto di canale fungeva da fossato difensivo della seconda cerchia muraria, edificata nell’XI secolo. In passato il canale era fornito di lavatoi privati a ponte levatoio, costituiti da tavolati di legno sospesi sul livello dell’acqua, e di botti e vasche in cui si calavano le lavandaie per lavare i panni senza bagnarsi.
L’evento, che si terrà sabato, 18 novembre 2023 (con punto di ritrovo, in via della Grada n. 12, Bologna), partirà alle ore 15:30, con guida turistica certificata dalla Regione Emilia Romagna e si concluderà intorno alle 17:30. Auricolari forniti dallo staff, per un eccellente ascolto del tour.
Costo della sola visita guidata (che comprende: ingresso esclusivo al Guazzatoio, meravigliosa location, a ridosso del canale Reno, guida turistica e radio guide): € 25,00.
I ragazzi, dai 7 ai 18 anni e gli over 60, usufruiscono di uno sconto di € 2,00 sul costo del tour.
Consigliate scarpe comode.
Il tour è a numero chiuso.
La quota di partecipazione, per questioni di esclusività del tour, con ingressi a tappe, prenotati e remunerati in anticipo, sarà da saldare in anticipo, tramite carta di credito, oppure, bonifico bancario.
In caso di maltempo, la visita guidata si terrà ugualmente.
Durante l’evento, verranno scattate fotografie, che successivamente, saranno pubblicate sulla pagina di Facebook.
Buon divertimento con le visite guidate di “I love Emilia Romagna”…
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Posted on settembre 16, 2023
Bologna, 12 novembre 2023, ore 10: Il labirinto sotterraneo. “Villa Benni” e il suo rifugio antiaereo, a 15 metri nel sottosuolo…
by IloveER
La seconda guerra mondiale ha lasciato traccia del suo passaggio in uno dei rifugi meglio conservati della città, costruito in maniera magistrale. È ottimamente conservato. La
particolarità di “Villa Benni” è che è rimasta cristallizzata al 1920. Tutto, anche nell’arredamento, è rimasto collegato a quell’epoca. Anche i radiatori sono rimasti risalenti all’epoca. L’ingresso è molto arioso e ricorda le planimetrie delle ville cinquecentesche bolognesi. La villa ha l’ottagono in ogni suo arredo, come simbolo di vita eterna nel cristianesimo. Questo tipo di simbologia, un tempo, era molto forte. Chi poteva permetterselo cercava di utilizzarli nella propria residenza. La villa è stata voluta per il figlio Aureliano e per la moglie a cui Alfredo era legato. Un simbolo di eternità della famiglia, della sua stirpe. Il parco arriva a noi come è stato pensato nel 1927, escluse le tuie, plurisecolari, che erano già presenti. Moltissima vegetazione, veramente straordinaria, è presente al suo interno. Da un angolo non troppo visibile, al lato dello scalone principale, un piccolo e mimetizzato cancello costituisce l’accesso al rifugio antiaereo, costruito dai nazisti durante la
seconda guerra mondiale, quando i tedeschi requisirono “Villa Benni” per farne l’Alto Comando a Bologna. Cinquantadue scalini (25 metri di lunghezza, totale) portano a una fitta rete di undici gallerie a circa quindici metri sotto il livello del suolo. L’impianto elettrico è originale. Costruito con manodopera italiana e voluto dai tedeschi. Una grande quantità di stanze a forme variegate, per costituire una forte protezione antiaerea, quindi, portare, agli ufficiali, la massima protezione, possibile. Il cunicolo di accesso doveva essere sempre libero, poiché l’aria era fondamentale
all’interno delle gallerie. Tutto il sistema ha un’ottima ventilazione naturale.
Sono presenti due ingressi (vicino all’ingresso principale della villa, sede degli ufficiali e sul retro, con un bellissimo arco e muro anti soffio, centrale, che doveva spezzare un’eventuale onda d’urto di un ordigno esploso). Le numerose stanze avevano tantissime funzioni: centrale radio, magazzino delle armi, magazzino viveri, abbigliamento e una sorta di sistema molto rudimentale di riscaldamento e ventilazione. C’era anche una “riservetta”, una stanza riservata alle munizioni. Il rifugio è davvero molto grande
e poteva contenere 150/200 persone. Arrivava anche qualche civile, a difendersi dagli attacchi aerei. Una volta, questa zona, si prestava alla costruzione di rifugi in galleria. Per questo, da Porta Saragozza, fino al Meloncello, ne sussistevano dieci. Molto grande l’arco antiurto. Il rifugio non venne mai colpito, fortunatamente. Dalla villa
sono passati i tedeschi, gli inglesi, gli americani e, infine, anche gli italiani. C’è un cratere, una grande voragine, all’interno del parco (terreno), dove doveva sorgere una potentissima stazione radio. Gli inglesi la vollero trasformare in una struttura antiatomica, ma non fu mai terminata, fino alla fine del conflitto. È presente anche una “garitta”, costruita per il riparo della sentinella, posta all’entrata secondaria del parco, che evoca ingressi di rumorose jeep militari e auto di rappresentanza a quella che era la sede prescelta per ospitare il comando nazista a Bologna.
L’evento, che si terrà domenica, 12 novembre 2023 (con punto d’incontro davanti all’ingresso principale di Villa Benni, via Saragozza n. 210), partirà alle 10, con guida turistica certificata dalla Regione Emilia Romagna e si concluderà dopo un’ora e venti, circa.
Costo della visita guidata: € 25,00.
Sconto di € 2,00 per gli over 60.
Consigliate, scarpe comode.
IL TOUR È A NUMERO CHIUSO.
La quota di partecipazione, per questioni di esclusività del tour, con ingressi a tappe, prenotati e remunerati in anticipo, sarà da saldare in anticipo, tramite carta di credito, oppure, bonifico bancario.
In caso di maltempo, la visita guidata si terrà ugualmente.
Durante l’evento, verranno scattate fotografie, che successivamente, saranno pubblicate sulla pagina di Facebook.
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Posted on settembre 5, 2023
Bologna, 22 ottobre 2023, ore 10, 11, 12 e 13 (durata: un’ora, 15° costanti; UNICO SITO SOTTERRANEO, PRESENTE A BOLOGNA): “Tunnel misteriosi nel sottosuolo”. Visita agli antichi condotti idrici, sotterranei, realizzati per alimentare la fontana del Nettuno e l’orto di Sala Borsa…
by IloveER
Nel sottosuolo di Bologna ci sono luoghi sotterranei, sconosciuti, che raccontano una parte dell’antica città sull’acqua…
La Conserva di Valverde, che si suppose luogo per uso termale quando venne scoperta, nel XX secolo, in realtà non ha mai avuto attinenza con quell’uso. Cisterna di epoca rinascimentale (1563) eseguita da Tommaso Laureti, architetto palermitano, fu realizzata per alimentare la fontana del Nettuno e altre particolarità idrauliche come l’orto dei Semplici (oggi, piazza coperta di Sala Borsa).
Tunnel e cunicoli: scendendo nel sottosuolo incontriamo, oltre ad un vestibolo, una spettacolare sala ottagonale (sovrastata da un’ampia cupola avente stessa forma) dove, nel piano di calpestio, sono scavate otto piccole vasche originariamente destinate a raccogliere l’acqua proveniente da
quattro condotti che si inoltrano nella collina di Valverde. Da questi l’acqua usciva depurata mediante un procedimento di decantazione. All’interno del primo cunicolo si segnala la particolarità di un camino di aerazione completamente ricoperto da incrostazioni calcaree secolari. Inoltre, è presente una seconda piccola camera ottagonale, detta Cisternetta, dotata di un’ulteriore vasca di decantazione, oggi, ancora visibile). L’acqua che usciva da questa seconda camera scendeva al livello inferiore tramite apposita tubazione, per percorrere centinaia di metri, prima di sfociare nel pieno centro città, andando ad alimentare la fontana del Nettuno e l’orto di Sala Borsa. Tutte le acque provenienti dalla Conserva di Valverde procedevano all’interno di un cunicolo in mattoni fin nei pressi della chiesa di Santa Maria dell’Annunziata, dove si univano a quelle del condotto del Remondato (fonte Remonda) che a sua volta raccoglieva le acque che scaturivano da San Michele in Bosco. Da qui sono immesse all’interno di una tubazione (originariamente in orcioli di terracotta) che, alloggiata sopra un muretto, arriva attraverso un cunicolo lungo oltre 1 km sotto la Fontana del Nettuno, realizzata proprio in quegli anni.
L’evento, che si terrà domenica, 22 ottobre 2023 (con punto di ritrovo presso la Conserva di Valverde, via Bagni di Mario n. 10, Bologna), partirà alle ore 10, alle ore 11, alle ore 12 e alle ore 13, con guida turistica certificata dalla Regione Emilia Romagna e si concluderà dopo un’ora.
Costo della sola visita guidata (con ingresso esclusivo + guida turistica): € 22,00.
I ragazzi, dai 7 ai 18 anni e gli over 60, usufruiscono di uno sconto di € 2,00 sul costo della visita guidata.
IL TOUR È A NUMERO CHIUSO.
La quota di partecipazione sarà da saldare in anticipo, tramite carta di credito, oppure, bonifico bancario (sarà premura del nostro staff indicarvi i relativi dati, al momento dell’iscrizione, a seconda del metodo di pagamento selezionato).
In caso di maltempo, la visita guidata si terrà ugualmente.
Durante l’evento, verranno scattate fotografie, che successivamente, saranno pubblicate sulla pagina di Facebook.
Buon divertimento con le visite guidate di “I love Emilia Romagna”…
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Updated on agosto 10, 2023
Bologna, 21 ottobre 2023, ore 11, 12, 14, 15, 16 e 17: “A casa di Dalla”. Un viaggio nei luoghi più intimi del cantautore e poeta, che Bologna porta nel cuore…
by IloveER
Ancora oggi in questo salone ha la sede Pressing Line, etichetta discografica fondata e presieduta da Lucio Dalla che negli anni è stata artefice di alcuni tra i suoi album di maggior successo come Dallamericaruso, Dalla-Morandi, Cambio, Canzoni, solo per citarne alcuni. La casa discografica ha anche prodotto molti nuovi talenti del panorama musicale italiano, due nomi tra tutti: Luca Carboni e Samuele Bersani oltre ad aver promosso l’album Varietà del 1989 di Gianni Morandi. Questo grande ambiente era ufficio, sala riunioni, sala da pranzo e ufficio amministrativo, testimoniando ancora l’assoluta integrazione tra privato e lavoro. Lucio considerava i collaboratori come la propria famiglia con la quale amava condividere passioni e quotidianità.
Numerose le opere esposte, sia dipinti che sculture, tra le quali ritratti di Dalla realizzati da amici artisti. Particolarissimo quello di Carlo Pasini, allievo di Mondino, interamente realizzato con puntine da disegno.
Dalla sceglieva le opere e gli oggetti in totale autonomia, non si faceva consigliare, ma seguiva il proprio gusto personale senza dare troppa importanza al valore economico e di mercato. Molto importanti erano per lui le amicizie, i legami e le opere presenti in questa casa testimoniano le tante frequentazioni con artisti, più o meno famosi, a volte incoraggiati e aiutati proprio da Dalla.
Sono ora esposte sul grande tavolo di cristallo alcuni premi ricevuti da Lucio Dalla tra i quali un microfono donatogli dalla RCA.
Uno dei tanti salotti della casa che rappresenta al meglio lo splendore dei Palazzi bolognesi: gli alti soffitti sono affrescati da artisti della scuola di Antonio Basoli, esponente del neoclassicismo bolognese, a terra i pavimenti in legno di inizio ‘800, ornano poi il salone le alte colonne lavorate a marmo.
In questa stanza il comune denominatore è il “luogo”: tutte le opere rimandano a Napoli, al sud Italia, alla Sicilia, a Capri e testimoniano l’interesse di Dalla per questi luoghi e questa cultura che ha profondamente amato sin dall’adolescenza, dalle prime vacanze al Sud trascorse con la madre poi appuntamento fisso delle sue estati.
L’artista ricordò quel periodo in una intervista all’Europeo:
“E’ stato durante queste vacanze da emigrante alla rovescia, che è avvenuta in me la spaccatura tra due diversi modi di vivere. Così oggi mi ritrovo con due anime; quella nordica (ordinata, efficiente, futuribile, perfezionista, esigente verso di sé e verso gli altri) e quella meridionale (disordinata, brada, sensuale, onirica, mistica). E’ nel sud che sono diventato religioso, di una religiosità forsennata, irrazionale, pagana.”
Lo “Studio di Lucio”
Si tratta di una piccola stanza, ufficio e studio personale dell’artista che amava sedersi sulla poltrona vicino alla finestra e qui riceveva i suoi collaboratori o gli ospiti per riunioni “ristrette”. Moltissimi gli oggetti a lui cari come un frammento del muro di Berlino davanti al quale l’artista compose il famoso brano che ha come protagonisti due amanti, uno di Berlino Est, l’altro di Berlino Ovest, che progettano di avere una figlia che si chiamerà “Futura”. Molti i libri, di cui uno autografato da Dan Brown, grandissimo fan di Lucio, e opere alle pareti. Tra queste un disegno di Milo Manara, regalo dell’artista a Lucio, che diventerà la copertina di “12000 Lune”: Dalla è rappresentato come un marinaio al timone, alle sue spalle San Petronio sotto una notte stellata.
L’evento, che si terrà sabato, 21 ottobre 2023 (con punto di ritrovo in piazza de’ Celestini, di fronte al murales di Dalla), partirà alle ore 11, 12, 14, 15, 16 e alle ore 17, con guida turistica certificata dalla Regione Emilia Romagna e si concluderà dopo un’ora.
Costo della visita guidata (con ingresso esclusivo + guida turistica + accoglienza): € 28,00.
I ragazzi, dai 7 ai 18 anni e gli over 60, usufruiscono di uno sconto di € 2,00 sul costo della visita guidata.
IL TOUR È A NUMERO CHIUSO (15 persone per turno).
La quota di partecipazione, sarà da saldare in anticipo, tramite carta di credito, oppure, bonifico bancario. A chi dovesse essere impossibilitato a partecipare, forniamo un credito senza scadenza.
In caso di maltempo, la visita guidata si terrà ugualmente.
Durante l’evento, verranno scattate fotografie, che successivamente, saranno pubblicate sulla pagina di Facebook.
Buon divertimento con le visite guidate di “I love Emilia Romagna”…
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Updated on agosto 1, 2023
Bologna, 9 settembre 2023, ore 20: Accadde in città. I luoghi, imperdibili, del centro storico, bolognese…
by IloveER
È il cuore pulsante della città di Bologna, luogo che ha visto succedersi storia, manifestazioni, eventi, lotte e che è stato parte integrante dello sviluppo della città.
Circondata da alcuni fra gli edifici più antichi di Bologna, Piazza Maggiore è un simbolo e uno degli esempi più antichi del concetto di piazza in Italia.
È il cuore pulsante della città di Bologna, luogo che ha visto succedersi
Circondata da alcuni fra gli edifici più antichi di Bologna, Piazza Maggiore è un simbolo e uno degli esempi più antichi del concetto di piazza in Italia. Costruita a partire dal 1200, fu uno dei primi esempi di piazza nella nuova accezione che il termine prese subito dopo la caduta dell’Impero Romano. Fino a quel momento i luoghi di aggregazione, di ritrovo e di scambio erano i fori e le basiliche.
I cittadini sentirono il bisogno di avere un luogo in cui mercanteggiare e ritrovarsi
Riccamente decorato e posizionato nel cuore del centro storico, il Palazzo dell’Archiginnasio di Bologna è capace, a distanza di secoli, di raccontare la sua storia in modo attraente e generoso. Nelle sale cinquecentesche si respira tutta l’atmosfera della Bologna città di cultura, studio e università, caratteristiche che ancora oggi contraddistinguono la capitale emiliana. Il Palazzo dell’Archiginnasio fu fatto costruire dal Cardinale Borromeo; il progetto venne affidato all’architetto Antonio Morandi detto il Terribilia. I lavori durarono dal 1562 al 1563, anno in cui il palazzo fu inaugurato e divenne centro unitario dell’insegnamento delle diverse discipline universitarie (che fino a quel momento si svolgevano in varie sedi).
L’edificio venne gravemente danneggiato dai bombardamenti della seconda guerra mondiale: nel 1944 una
Il palazzo ha una struttura a due piani, con portico anteriore e cortile centrale, nel quale si trova la Cappella di Santa Maria dei Bulgari. All’interno, si possono apprezzare numerose statue lungo le pareti, che rappresentano medici dell’antichità e della contemporaneità. Particolarmente pregevole è il Teatro Anatomico, dalla forma ad anfiteatro, con pareti in legno d’abete e raffinato soffitto ligneo a cassettoni.
Il Palazzo dell’Archiginnasio rimase sede dell’Università fino al 1803, e dal 1838 ospita la Biblioteca Civica.
La Basilica di San Petronio, dedicata al patrono cittadino (ottavo vescovo di Bologna dal 431 al 450), è la più grande e importante chiesa bolognese (m 132 di lunghezza, 66 di larghezza totale, 47 di altezza). Nel 1514 Arduino degli Arriguzzi propone un nuovo modello a croce latina che avrebbe superato in grandezza la chiesa di San Pietro a Roma. Secondo la leggenda Pio IV bloccò la realizzazione di questo sogno megalomane, sollecitando i lavori per la costruzione dell’Archiginnasio. Anche la facciata rimase incompiuta. Celebre fu la Cappella musicale petroniana il cui il simbolo più prestigioso è un organo tuttora funzionante, costruito attorno al 1470 da Lorenzo da Prato: il più vecchio al
Dove anticamente sorgeva il Tempio di Iside, si trova ora il complesso di Santo Stefano e, sebbene il termine “complesso” possa sembrare più adatto ad una costruzione recentissima, non ne esiste uno migliore per indicare un insieme di diverse chiese, cappelle, chiostro e monastero, nessuno dei quali, però, è intitolato a Stefano, il primo martire cristiano.
Quello di Santo Stefano è il complesso più singolare di Bologna, vero santuario cittadino e culla della fede dei padri. È noto soprattutto come “sette chiese”
Le origini del complesso sono controverse e discusse. Secondo l’ipotesi più accreditata fu elevato da Petronio sulle rovine di un tempio pagano preesistente, vicino al quale sarebbero state poi affiancate una riproduzione del Santo Sepolcro di Gerusalemme e, accanto al sacello con le spoglie dei protomartiri bolognesi Vitale e Agricola, gli edifici eretti fra il X e il XIII secolo dai Benedettini.
È antico il fascino di Bologna. Chi percorre i vicoli del centro storico, i monumenti e i portici che hanno reso celebre nel mondo la città, ne resta completamente ammaliato. Tutti conoscono la Bologna “dotta”, “grassa” e “turrita”. Noi riscopriremo il significato di questi tre appellativi.
Citata nella Divina Commedia di Dante Alighieri, la Torre Garisenda, è famosa per la sua pendenza di 3,25 metri verso est/sudest, che indusse ad abbassarla di circa 20 metri a metà del ‘300. A partire dal Quattrocento la torre fu acquistata
Bologna è ufficialmente la Città dei Portici con la nomina di Patrimonio Mondiale UNESCO arrivata il 28 luglio 2021 direttamente da Fuzhou in Cina.
L’iscrizione costituisce un nuovo riconoscimento da parte di UNESCO per la città di Bologna che, nel 2006, è stata dichiarata Città Creativa della Musica. Il 28 luglio 2021 i Portici di Bologna sono stati insigniti del riconoscimento di
Da dieci secoli i portici di Bologna sono protagonisti dell’ospitalità e del buon vivere della città. Concepiti in origine come spazi coperti di proprietà privata e oggi utilizzati dal pubblico, i portici sono un simbolo di sostenibilità e contemporaneità, ancora oggi riconosciuti dai bolognesi e dai visitatori come elementi identificativi della città.
Questo quartiere ospitava già dal medioevo la gran parte delle corporazioni di artigiani della città ed è oggi uno di quei luoghi più caratteristici di Bologna.
Le strade che attraversano questo quartiere sono per la maggior parte pedonali, la zona è frequentata da residenti e turisti e le strade sono spesso affollate e piene di vita. Il quadrilatero è una tappa imperdibile per chi visita la città per la prima volta ma anche le persone che frequentano Bologna da anni amano tornarci.
La fontana, detta anche del Gigante, venne realizzata dal francese Jean Boulogne (Giambologna) tra il 1563 e il 1566, su progetto del pittore palermitano Tommaso Laureti. La statua rappresenta il dio del mare in atto di placare le onde. Sotto stanno quattro putti con delfini e quattro sirene. Il monumento è stato oggetto di un radicale restauro tra il 1988 e il 1990. La piazza del Nettuno fu aperta nel 1564, abbattendo diverse case medievali, nell’ambito della riorganizzazione urbanistica del centro cittadino promossa dal vice legato Pier Donato Cesi.
L’evento, che si terrà sabato, 9 settembre 2023 (con punto di ritrovo in piazza Galvani, sotto la statua dello scienziato), partirà alle ore 20, con guida turistica certificata dalla Regione Emilia Romagna e si concluderà verso le ore 22.
Costo della visita guidata (che comprende: accoglienza, radio guide, guida turistica certificata e assistenza): € 19,00.
CONSIGLIATE SCARPE COMODE.
IL TOUR È A NUMERO CHIUSO.
La quota di partecipazione, per questioni logistiche e amministrative, sarà da saldare in anticipo, tramite carta di credito, oppure, bonifico bancario.
In caso di maltempo, la visita guidata si effettuerà ugualmente.
Durante l’evento, verranno scattate fotografie, che successivamente, saranno pubblicate sulla pagina di Facebook.
Buon divertimento con le visite guidate di “I love Emilia Romagna”…
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Posted on luglio 27, 2023
Bologna, 8 ottobre 2023, ore 14:30: Il labirinto sotterraneo. “Villa Benni” e il suo rifugio antiaereo, a 15 metri nel sottosuolo…
by IloveER
La seconda guerra mondiale ha lasciato traccia del suo passaggio in uno dei rifugi meglio conservati della città, costruito in maniera magistrale. È ottimamente conservato. La
particolarità di “Villa Benni” è che è rimasta cristallizzata al 1920. Tutto, anche nell’arredamento, è rimasto collegato a quell’epoca. Anche i radiatori sono rimasti risalenti all’epoca. L’ingresso è molto arioso e ricorda le planimetrie delle ville cinquecentesche bolognesi. La villa ha l’ottagono in ogni suo arredo, come simbolo di vita eterna nel cristianesimo. Questo tipo di simbologia, un tempo, era molto forte. Chi poteva permetterselo cercava di utilizzarli nella propria residenza. La villa è stata voluta per il figlio Aureliano e per la moglie a cui Alfredo era legato. Un simbolo di eternità della famiglia, della sua stirpe. Il parco arriva a noi come è stato pensato nel 1927, escluse le tuie, plurisecolari, che erano già presenti. Moltissima vegetazione, veramente straordinaria, è presente al suo interno. Da un angolo non troppo visibile, al lato dello scalone principale, un piccolo e mimetizzato cancello costituisce l’accesso al rifugio antiaereo, costruito dai nazisti durante la
seconda guerra mondiale, quando i tedeschi requisirono “Villa Benni” per farne l’Alto Comando a Bologna. Cinquantadue scalini (25 metri di lunghezza, totale) portano a una fitta rete di undici gallerie a circa quindici metri sotto il livello del suolo. L’impianto elettrico è originale. Costruito con manodopera italiana e voluto dai tedeschi. Una grande quantità di stanze a forme variegate, per costituire una forte protezione antiaerea, quindi, portare, agli ufficiali, la massima protezione, possibile. Il cunicolo di accesso doveva essere sempre libero, poiché l’aria era fondamentale
all’interno delle gallerie. Tutto il sistema ha un’ottima ventilazione naturale.
Sono presenti due ingressi (vicino all’ingresso principale della villa, sede degli ufficiali e sul retro, con un bellissimo arco e muro anti soffio, centrale, che doveva spezzare un’eventuale onda d’urto di un ordigno esploso). Le numerose stanze avevano tantissime funzioni: centrale radio, magazzino delle armi, magazzino viveri, abbigliamento e una sorta di sistema molto rudimentale di riscaldamento e ventilazione. C’era anche una “riservetta”, una stanza riservata alle munizioni. Il rifugio è davvero molto grande
e poteva contenere 150/200 persone. Arrivava anche qualche civile, a difendersi dagli attacchi aerei. Una volta, questa zona, si prestava alla costruzione di rifugi in galleria. Per questo, da Porta Saragozza, fino al Meloncello, ne sussistevano dieci. Molto grande l’arco antiurto. Il rifugio non venne mai colpito, fortunatamente. Dalla villa
sono passati i tedeschi, gli inglesi, gli americani e, infine, anche gli italiani. C’è un cratere, una grande voragine, all’interno del parco (terreno), dove doveva sorgere una potentissima stazione radio. Gli inglesi la vollero trasformare in una struttura antiatomica, ma non fu mai terminata, fino alla fine del conflitto. È presente anche una “garitta”, costruita per il riparo della sentinella, posta all’entrata secondaria del parco, che evoca ingressi di rumorose jeep militari e auto di rappresentanza a quella che era la sede prescelta per ospitare il comando nazista a Bologna.
L’evento, che si terrà domenica, 8 ottobre 2023 (con punto d’incontro davanti all’ingresso principale di Villa Benni, via Saragozza n. 210), partirà alle 14:30, con guida turistica certificata dalla Regione Emilia Romagna e si concluderà dopo un’ora e mezza, circa.
Costo della visita guidata: € 25,00.
Sconto di € 2,00 per gli over 60.
Consigliate, scarpe comode.
IL TOUR È A NUMERO CHIUSO.
La quota di partecipazione, per questioni di esclusività del tour, con ingressi a tappe, prenotati e remunerati in anticipo, sarà da saldare in anticipo, tramite carta di credito, oppure, bonifico bancario.
In caso di maltempo, la visita guidata si terrà ugualmente.
Durante l’evento, verranno scattate fotografie, che successivamente, saranno pubblicate sulla pagina di Facebook.
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Posted on luglio 6, 2023
Casalecchio di Reno (BO), 23 settembre 2023, ore 11: La Chiusa e i suoi misteri. Apertura, in esclusiva, della più antica opera di meccanica idraulica del mondo, ancora oggi utilizzata…
by IloveER
Nell’antichità questo sbarramento e deviazione del fiume Reno fece le fortune della città di Bologna prima e dell’agricoltura poi, fornendo alla città e alla campagna sia una inesauribile fonte energetica, sia una buona quantità d’acqua per l’irrigazione dei campi. Ma facciamo un passo indietro. La Chiusa di Casalecchio di Reno anticamente av
eva una doppia funzione, serviva infatti sia come regolazione delle bizzarre e capricciose acque del fiume, spesso soggetto a piene improvvise e repentine secche, sia come opera idraulica che piegava il corso d’acqua agli usi della città di Bologna. Un canale infatti deviava parte della portata del Reno nella città felsinea che tra salti d’acqua, porti e canalizzazioni, era riuscita nel tempo a sfruttare la forza dell’acqua per azionare i marchingegni e gli argani idraulici degli opifici cittadini. A cavallo del Medioevo, quindi, Bologna poteva assomigliare ad una piccola Venezia, piena di canalizzazioni (pare fossero circa 86) che riuscivano a portare l’acqua del canale proveniente dal Reno in molte delle vie cittadine. Le prime testimonianze della realizzazione dell’opera sono datate intorno all’anno Mille. A quel tempo Bologna già sfruttava in parte
l’acqua proveniente da alcuni rii cittadini, ma i commerci e la navigazione avevano bisogno per svilupparsi di un flusso d’acqua costante, che fosse in grado con la sua portata di azionare i pesanti argani e mulini delle industrie cittadine. Fu così deciso di intraprendere questa imponente opera di deviazione del fiume attraverso un minuzioso piano di organizzazione delle risorse idriche che farebbe invidia ancora oggi per la precisione e dovizia con cui venivano sfruttate le preziose acque del Reno.
Nel tempo i canali bolognesi e la Chiusa di Casalecchio vennero spesso ristrutturati e ammodernati, o semplicemente riparati a causa di qualche piena del fiume, tanto che oggi si può affermare che il sistema idraulico bolognese è stato un millenario “lavori in corso” in cui l’uomo e la natura si sono fronteggiati in una lotta acerrima: l’uomo cercando di “educare” ai propri scopi la forza del fiume, mentre la Natura riprendendosi, ogni volta che poteva, il terreno sottrattole.
Nel tempo quindi questa imponente opera di ingegneria si è arricchita e migliorata, ha subito danni e distruzioni catastrofiche, ma non ha mai smesso di essere quella cerniera che ha sempre collegato la città di Bologna all’ambiente circostante, rendendola dipendente da questo.
Oggi la chiusa è visitabile ed è inserita all’interno di un area naturale molto vasta, tanto che molti abitanti della zona la sfruttano d’estate come luogo di relax, di pesca o per qualche bagno refrigerante. A dire il vero i popolani locali hanno sempre avuto l’abitudine di nuotare sia nel Reno, che nei canali bolognesi, cosa che ha suscitato spesso le ire delle autorità cittadine per lo scarso rispetto dei costumi morali della popolazione.
Il sito è un luogo d’interesse storico, tecnico e paesaggistico, riuniti in un’unica passeggiata guidata da personale del Consorzio della Chiusa di Casalecchio e del Canale di Reno.
Consigliate scarpe comode. I bambini piccoli devono, obbligatoriamente, essere tenuti per mano.
L’evento, che si terrà sabato, 23 settembre 2023 (con punto di ritrovo davanti all’ingresso principale, via Porrettana n. 187, Casalecchio di Reno – Bologna), partirà alle ore 11, con guida turistica certificata dalla Regione Emilia Romagna e si concluderà dopo un’ora e mezza.
Costo della visita guidata (con ingresso esclusivo + guida turistica + radio guide): € 25,00.
I ragazzi, dai 7 ai 18 anni e gli over 60, usufruiscono di uno sconto di € 2,00 sul costo della visita guidata.
IL TOUR È A NUMERO CHIUSO.
La quota di partecipazione sarà da saldare in anticipo, tramite carta di credito, oppure, bonifico bancario (sarà premura del nostro staff indicarvi i relativi dati, al momento dell’iscrizione, a seconda del metodo di pagamento selezionato).
In caso di maltempo, la visita guidata si terrà ugualmente.
Durante l’evento, verranno scattate fotografie, che successivamente, saranno pubblicate sulla pagina di Facebook.
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Updated on luglio 6, 2023
Bologna, 2 settembre 2023, ore 15:30: Acque nascoste in città. Alla ricerca di canali e condutture sotterranee, con straordinaria discesa nel Guazzatoio…
by IloveER
In seguito ad accordi con alcuni privati, nel 1208 il Comune di Bologna fece costruire una nuova chiusa sul fiume Reno a Casalecchio e un canale che entrava in città alla Grada. Il nome si riferisce alle due grate di ferro, tuttora visibili, usate per fermare i rami e le frasche trasportate dalla corrente e per impedire introduzioni clandestine di merci e di persone all’interno della cinta muraria. Il canale di Reno alimentava diverse lavorazioni.
All’incrocio tra via della Grada e via San Felice una statua (a dire il vero molto controversa data l’immagine alquanto succinta e non ritenuta rispettosa) ricorda per sempre il lavoro durissimo della lavandaie di Bologna.
All’incrocio fra le attuali vie Riva di Reno e Marconi si dirama il Cavaticcio, realizzato riutilizzando, verosimilmente, l’antico corso del Rio Vallescura che scaturiva dai rilievi collinari fra le porte San Mamolo e Saragozza. Il Cavaticcio alimentava il canale navigabile, chiamato Navile. Lungo il primo tratto del Cavaticcio, caratterizzato da una notevole pendenza, erano distribuite alcune cartiere e segherie per legname, la prima delle quali fu edificata nel 1347.
Dalla metà del XVI secolo questa area era occupata dal porto cittadino, progettato da Iacopo Barozzi detto il Vignola. Qui iniziava il canale Navile che, alimentato dal Cavaticcio, consentiva di navigare fino a Ferrara e Venezia. L’area portuale era dotata di diverse infrastrutture, fra le quali la settecentesca Salara, ancora visibile sulla destra, utilizzata per il deposito del sale. Con l’abbandono dei trasporti via acqua il complesso portuale venne completamente disattivato fra il 1934 e il 1935.
Lo scivolo scendeva a un guazzatoio destinato all’abbeveraggio e al lavaggio degli equini e dei bovini, realizzato nel canale di Reno nel 1219, anno in cui venne aperta la piazza del Mercato (attuale piazza VIII Agosto).
Scampato alle coperture attuate fra gli anni Trenta e Cinquanta del Novecento, questo tratto di canale fungeva da fossato difensivo della seconda cerchia muraria, edificata nell’XI secolo. In passato il canale era fornito di lavatoi privati a ponte levatoio, costituiti da tavolati di legno sospesi sul livello dell’acqua, e di botti e vasche in cui si calavano le lavandaie per lavare i panni senza bagnarsi.
L’evento, che si terrà sabato, 2 settembre 2023 (con punto di ritrovo davanti all’ingresso del Guazzatoio, via Augusto Righi n. 1, Bologna), partirà alle ore 15:30, con guida turistica certificata dalla Regione Emilia Romagna e si concluderà intorno alle 17:30. Auricolari forniti dallo staff, per un eccellente ascolto del tour.
Costo della sola visita guidata (che comprende: ingresso esclusivo al Guazzatoio, meravigliosa location, a ridosso del canale Reno, guida turistica e radio guide): € 25,00.
I ragazzi, dai 7 ai 18 anni e gli over 60, usufruiscono di uno sconto di € 2,00 sul costo del tour.
Consigliate scarpe comode.
Il tour è a numero chiuso.
La quota di partecipazione, per questioni di esclusività del tour, con ingressi a tappe, prenotati e remunerati in anticipo, sarà da saldare in anticipo, tramite carta di credito, oppure, bonifico bancario.
In caso di maltempo, la visita guidata si terrà ugualmente.
Durante l’evento, verranno scattate fotografie, che successivamente, saranno pubblicate sulla pagina di Facebook.
Buon divertimento con le visite guidate di “I love Emilia Romagna”…
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