Bologna, 23 settembre 2017, ore 10: Misteri all’improvviso. La Certosa e i suoi lati oscuri…

misteri_allimprovvisoA Bologna, nessun luogo è come il cimitero monumentale, il quale raccoglie in sé una moltitudine di storie legate al mondo dell’esoterismo e dell’arcano…

Misteri all’improvviso è un percorso, all’interno della Certosa di Bologna, tra monumenti e leggende, per evocare storie fantastiche di spiriti, luci misteriose, simboli millenari e la presenza di alcune personalità bolognesi legate al mondo dell’occulto.

Nell’universo simbolico della Certosa non mancano aspetti esoterici e massonici. Basti ricordare la presenza di sfingi, ma anche lucerne, caducei e il più conosciuto simbolo dell’eternità: il serpente che divora la propria coda. La stessa storia del luogo registra, inoltre, molti episodi di fantasmi e di storie fantastiche, di morti che si rivolgono ai vivi attraverso i monumenti e i loro spiriti… 

04sgirolamonavataIl cimitero monumentale della Certosa di Bologna si trova appena fuori dal cerchio delle mura della città, vicino allo stadio Renato Dall’Ara, ai piedi del colle della Guardia dove si trova il santuario della Madonna di San Luca.

Nell’immaginario comune i cimiteri sono legati al ricordo degli affetti familiari, luoghi d’arte e memoria collettiva; ma anche al mistero della morte e della perdita, alla notte, a ciò che potrebbe esserci dopo la vita terrena. Il Cimitero della Certosa, fin dalla Alba_chiostro_VI_3sua fondazione avvenuta nel 1801, fu di ispirazione per componimenti poetici e letterari. Nei ricordi di molti personaggi (noti e meno noti) che hanno lasciato traccia scritta della propria visita alla Certosa, non mancano riferimenti a storie bizzarre, leggende misteriose, pratiche inconsuete.

Il cimitero comunale fu istituito nel 1801 riutilizzando le preesistenti strutture della Certosa di San Girolamo di Casara, fondata a metà del Trecento, soppressa nel 1797 da Napoleone, e di cui è sopravvissuta la Chiesa di San Girolamo. La forte passione della nobiltà e della borghesia per la costruzione dei sepolcri familiari trasformò la Certosa in un vero e proprio “museo all’aria aperta”, tappa del grand tour certosa-di-bolognaitaliano: la visitarono Chateaubriand, Byron, Dickens, Mommsen, Stendhal. In particolare il Chiostro Terzo (o della Cappella) è un ciclo notevole di ispirazione neoclassica e simbologia illuministica; uniche forse nel mondo sono le tombe dipinte a tempera e quelle realizzate in stucco e scagliola. Il cimitero ha subito un forte ampliamento dagli anni cinquanta in poi. Nel 2007 la sala del Pantheon, dagli anni novanta del Novecento già destinata ai riti laici, diventa una sala del Commiato per chiunque intenda usufruire di un periodo di raccoglimento prima del rito; il nuovo allestimento è ad opera dell’artista Flavio Favelli. La chiesa, CERTOSAdiBologna1 (1)non parrocchiale, è da diversi anni gestita dalla comunità dei passionisti.

Un ruolo decisivo nel fascino che distingue la Certosa di Bologna dagli altri cimiteri monumentali europei deriva dalla complessa articolazione degli spazi. Dall’originario nucleo conventuale si diramano logge, sale e porticati che ricreano scorci e ambienti che rimandano alla città dei “vivi”. Anche il porticato ad archi, presente all’entrata est del cimitero, che si congiunge (salvo una brevissima soluzione di continuità) con quello che conduce al santuario della Madonna di San Luca posta sul colle della Guardia, vuole r1zzolimagnani-3significare una continuità fra la necropoli e la città dei vivi.

I ritrovamenti della necropoli etrusca scoperta durante gli scavi archeologici per l’ampliamento del cimitero alla fine dell’Ottocento, sono ora custoditi nel Museo civico archeologico della città. La Certosa di Bologna e il cimitero monumentale rappresentano un vero e proprio museo all’aria aperta, ricco di arte e storia. Basti pensare che già alla fine dell’800 venne ritrovata proprio in questa area una necropoli etrusca. Le 420 tombe rinvenute fecero accorrere studiosi da tutta Europa e oggi sono custodite nel Museo Civico Archeologico.

Tomba_bisteghi1 Fondato nel 1801, il cimitero sorge sulle strutture del convento certosino edificato a partire dal 1334 e soppresso nel 1796. La ricchezza della chiesa di san Girolamo riesce ancora oggi a farsi testimone della ricchezza perduta del convento. È ancora possibile ammirare il grande ciclo di dipinti dedicati alla vita di Cristo, realizzato dai principali pittori bolognesi della metà del XVII secolo. Il cuore del Cimitero bolognese è il Chiostro Terzo, di gusto neoclassico dove, alle iniziali tombe dipinte, si sono poi sostituite  opere in stucco e scagliola e – a partire dalla metà dell’Ottocento – in marmo e bronzo.

Vela_Murat_Carisbo_F1_247All’interno si conserva un vastissimo patrimonio di pitture e sculture realizzate da quasi tutti gli artisti bolognesi attivi nel XIX e XX secolo, ma non solo, rimangono infatti molte testimonianze di artisti provenienti da lontano. Fra gli scultori di maggior rilievo segnaliamo  Giacomo De Maria, Lorenzo Bartolini, Leonardo Bistolfi, Silverio Montaguti e Giacomo Manzù, mentre tra i pittori Pelagio Pelagi e Pietro Fancelli.

Tra i personaggi illustri ospitati nel cimitero ricordiamo: il premio Nobel per la letteratura Giosuè Carducci  i pittori Giorgio Morandi e Bruno Saetti;  il cantante Lucio Dalla; i fondatori delle aziende Maserati, Ducati e Weber e della casa editrice Zanichelli.

Nel corso del ‘900 diversi monumenti segnano alcuni passaggi della storia nazionale: l‘Ossario dei caduti della prima guerra mondiale, quello ai caduti fascisti, il Monumento ai caduti in Russia nella seconda guerra mondiale, l’Ossario dei partigiani.


L’evento, che si terrà sabato, 23 settembre 2017 (con punto di ritrovo presso l’ingresso principale – Cortile Chiesa, di via della Certosa), partirà alle ore 10, con guida turistica certificata dalla Regione Emilia Romagna e si concluderà verso le ore 12:30. Auricolari forniti dallo staff, per un eccellente ascolto del tour. 

Costo della sola visita guidata (che comprende: ingresso alla chiesa di San Girolamo, guida turistica, radio guide):  20,00.
I bambini, sotto i 6 anni di età e i portatori di disabilità, non pagano la visita guidata. I ragazzi, dai 7 ai 18 anni, gli over 65, usufruiscono di uno sconto di € 3,00 sul costo del tour.

Per partecipare alla visita guidata, è obbligatorio prenotarsi, spedendo un SMS/Whatsapp, al numero +39 3897995877, oppure, mandando un messaggio alla pagina di Facebook “I love Emilia Romagna” (indicate il nome e cognome di ogni partecipante, numero di telefono e almeno un indirizzo email).

La quota di partecipazione, per questioni logistiche e amministrative, sarà da saldare in anticipo, tramite carta di credito (PayPal), oppure, bonifico bancario.

In caso di maltempo, la visita guidata si effettuerà ugualmente.

Durante l’evento, verranno scattate fotografie, che successivamente, saranno pubblicate sulla pagina di Facebook.


Buon divertimento con le visite guidate di “I love Emilia Romagna”…

Ravenna, 25 agosto 2017, ore 21: Misteri tra i mosaici, visita guidata serale. Il segreto di Ravenna, è quello dell’ascesa al profondo, dai colori dei mosaici alle sue misteriose simbologie…

visitaserale_ravennaRavenna è patrimonio dell’umanità per i suoi tesori d’arte, ma nasconde anche molte leggende e storie notevoli…

Misteri tra i mosaici è un viaggio nascosto dietro alle opere d’arte di Ravenna. La città ebbe una storia complessa, di decadimento e di trionfali risurrezioni. I sovrani barbari, alla fine dell’Impero romano, la resero grande. Odoacre e Teodorico la trasformarono in residenza regale, con capolavori come il Mausoleo e San Apollinare Nuovo. Ma fu Giustiniano a farne un gioiello dell’impero bizantino.

Durante una tempestosa traversata da Bisanzio a Ravenna, Galla Placidia fece un voto: se fosse riuscita a giungere sana e salva avrebbe costruito una chiesa, in cui avrebbe fatto rappresentare i pericoli del mare. Successivamente, mantenne il suo voto. Racconteremo questa e altre leggende, durante il tour serale ai mosaici di Ravenna… 

tombadidanteLA TOMBA DI DANTE E IL MISTERO DELLE OSSA TRAFUGATE…
Il 14 settembre 1321 moriva a Ravenna Dante Alighieri, ammalatosi (probabilmente di malaria) mentre faceva ritorno da un’ambasciata a Venezia. La sua salma venne sepolta in un’arca presso il tempio ravennate di San Pier Maggiore e da allora non ha mai lasciato la città romagnola. Firenze non tardò a chiedere la restituzione delle spoglie di Dante, la prima volta dopo settantacinque anni dalla morte, poi nel 1428 e di nuovo nel 1476: sempre senza successo. I fiorentini ce l’avevano quasi fatta nel 1519, quando papa Leone X (figlio di Lorenzo il Magnifico) acconsentì alla traslazione del corpo da Ravenna, ormai sotto il governo pontificio, a Firenze: qui sarebbe stato eretto un monumento funerario all’altezza del grande poeta, e Michelangelo si era già proposto per la realizzazione dell’opera. Eppure, al momento dell’apertura del sepolcro, i messi inviati a Ravenna non trovarono nulla: la tomba era vuota. Chi aveva trafugato le ossa del grande poeta? La verità sul corpo di Dante sarebbe venuta alla luce solo nel 1865, quando, nell’abbattere un tratto di muro prossimo alla cappella di Braccioforte, fu trovata una cassetta di legno.


mausoleo_galla_placidia_vvoe_shutterstockIL MAUSOLEO DI GALLA PLACIDIA…
Galla Placidia (386 – 450 d.C.), sorella dell’imperatore Onorio, l’artefice del trasferimento della capitale dell’Impero Romano d’Occidente da Milano a Ravenna nel 402 d.C., fece costruire questo piccolo mausoleo a croce greca per sé intorno al 425-450; tuttavia non fu mai utilizzato in tal senso in quanto l’imperatrice, morta a Roma nel 450, fu seppellita in questa città. Anche se oggi appare come un edificio a sé, in origine doveva collegarsi al lato meridionale del nartece della vicina Chiesa di Santa Croce, realizzata sempre da Galla nel secondo quarto del V secolo.mausoleo_galla Esternamente è molto semplice e modesto, soprattutto se confrontato con la ricchezza della decorazione musiva interna, resa ancora più splendente dalla luce dorata che filtra attraverso le finestre di alabastro.
La parte inferiore delle pareti è rivestita da marmi mentre la zona superiore è interamente decorata da mosaici che ricoprono pareti, archi, lunette e cupola. I temi iconografici, a cavallo tra la tradizione artistica ellenistico-romana e quella cristiana, sviluppano a più livelli interpretativi il tema della vittoria della vita eterna sulla morte. Quest’edificio emana un’atmosfera magica. Le innumerevoli stelle della cupola hanno colpito nel corso dei secoli la fantasia e la sensibilità dei visitatori tanto che si narra che Cole Porter, in viaggio di nozze a Ravenna, rimase talmente colpito dall’atmosfera del piccolo mausoleo e dalle sue stelle, da comporre la sua famosissima canzone Night and Day.


Basilica_di_San_Vitale_-_notturno_-_FOTO_ARCHIVIO_COMUNE_DI_RAVENNA_Nicola_StrocchiLA BASILICA DI SAN VITALE…
La Basilica di San Vitale è uno dei monumenti più importanti dell’arte paleocristiana in Italia, in particolar modo per la bellezza dei suoi mosaici. Fondata da Giuliano Argentario su ordine del vescovo Ecclesio, la basilica a pianta ottagonale fu consacrata nel 548 dall’arcivescovo Massimiano. L’influenza orientale, sempre presente nell’architettura ravennate, assume qui un ruolo dominante sia da un punto di vista architettonico, in quanto fonde elementi della tradizione orientale e occidentale, sia della decorazione musiva che esprime in modo chiaro l’ideologia e la religiosità dell’epoca giustinianea. Alla basilica a tre navate si sostituisce un nucleo centrale a pianta ottagonale, sormontato da una cupola e poggiante su otto pilastri e archi. La cupola e i nicchioni furono affrescati nel 1780 dai Bolognesi Barozzi e Gandolfi e dal Veneto Guarana. Quando si entra nella basilica di San Vitale lo sguardo viene catturato dagli alti spazi, dalle stupende decorazioni musive dell’abside, dagli ampi volumi e dagli affreschi barocchi della cupola. Forse per questa tensione verso l’alto non si nota un piccolo e meno noto gioiello. Nel presbiterio, proprio di fronte all’altare, su un lato del pavimento ottagolabasilicadisanvitale4nale è rappresentato un labirinto. Le piccole frecce partono dal centro e attraverso un precorso tortuoso si dirigono verso il centro della Basilica. Nei primi anni della cristianità il labirinto spesso era usato come simbolo del peccato e del percorso verso la purificazione. Trovare la via d’uscita dal labirinto è un atto di rinascita.
Una volta completato il percorso del labirinto del pavimento di San Vitale si possono alzare gli occhi verso l’altare e contemplare i mosaici, tra i più belli della cristianità.


L’evento, che si terrà venerdì, 25 agosto 2017 (con punto di ritrovo davanti alla Basilica di San Vitale), partirà alle ore 21, con guida turistica certificata dalla Regione Emilia Romagna e si concluderà verso le ore 23. Auricolari forniti dallo staff, per un eccellente ascolto del tour. 

Costo della sola visita guidata (che comprende: biglietto cumulativo alle opere d’arte di Ravenna, utilizzabile anche nei 7 giorni successivi al tour, in autonomia, guida turistica, radio guide):  23,50.
I bambini, sotto i 6 anni di età e i portatori di disabilità, non pagano la visita guidata. I ragazzi, dai 7 ai 18 anni, gli over 65, usufruiscono di uno sconto di € 2,00 sul costo del tour.

Per partecipare alla visita guidata, è obbligatorio prenotarsi, spedendo un SMS/Whatsapp, al numero +39 3897995877, oppure, mandando un messaggio alla pagina di Facebook “I love Emilia Romagna” (indicate il nome e cognome di ogni partecipante, numero di telefono e almeno un indirizzo email).

La quota di partecipazione, per questioni logistiche e amministrative, sarà da saldare in anticipo, tramite carta di credito (PayPal), oppure, bonifico bancario.

In caso di maltempo, la visita guidata si effettuerà ugualmente.

Durante l’evento, verranno scattate fotografie, che successivamente, saranno pubblicate sulla pagina di Facebook.


Buon divertimento con le visite guidate di “I love Emilia Romagna”…

Bologna, 15 settembre 2017, ore 16:30: Acque nascoste in città. Alla ricerca di canali e condutture sotterranee, con straordinaria discesa al Guazzatoio…

acquenascoste_BOLOGNAAlla scoperta di una fittissima ragnatela di canali e torrenti, che nel passato favorì lo sviluppo dei traffici e dei trasporti fino al Po…

Bologna nasconde un complesso reticolo di circa 60 km di vie d’acqua, soltanto in parte visibile. Fin dal XII secolo la città si dota di un sistema idraulico artificiale composto da chiuse, canali e condutture sotterranee che distribuivano l’acqua, utilizzata prevalentemente come fonte di energia per le attività produttive.

Forse non lo sapevate, ma sotto Bologna esiste una piccola Venezia. La città felsinea nasconde sotto le proprie strade una fittissima ragnatela di canali e di torrenti con gli approdi, le chiuse e le antiche vestigia del sistema idraulico che nel passato favorì lo sviluppo dei traffici e dei trasporti fino al Po e, di qui, all’Adriatico e a Venezia…

canale-reno-bologna-wellness-delle-acque-la-grada-700x400CANALE DI RENO: GRADA…
In seguito ad accordi con alcuni privati, nel 1208 il Comune di Bologna fece costruire una nuova chiusa sul fiume Reno a Casalecchio e un canale che entrava in città alla Grada. Il nome si riferisce alle due grate di ferro, tuttora visibili, usate per fermare i rami e le frasche trasportate dalla corrente e per impedire introduzioni clandestine di merci e di persone all’interno della cinta muraria. Il canale di Reno alimentava diverse lavorazioni.

bologna-wellness-delle-acque-lavandaia-nuda-700x400MONUMENTO ALLA LAVANDAIA…
All’incrocio tra via della Grada e via San Felice una statua (a dire il vero molto controversa data l’immagine alquanto succinta e non ritenuta rispettosa) ricorda per sempre il lavoro durissimo della lavandaie di Bologna.

cavaticcioCANALE NAVILE: CAVATICCIO…
All’incrocio fra le attuali vie Riva di Reno e Marconi si dirama il Cavaticcio, realizzato riutilizzando, verosimilmente, l’antico corso del Rio Vallescura che scaturiva dai rilievi collinari fra le porte San Mamolo e Saragozza. Il Cavaticcio alimentava il canale navigabile, chiamato Navile. Lungo il primo tratto del Cavaticcio, caratterizzato da una notevole pendenza, erano distribuite alcune cartiere e segherie per legname, la prima delle quali fu edificata nel 1347.

bologna_salara_arcigayCANALE NAVILE: EX AREA PORTUALE…
Dalla metà del XVI secolo questa area era occupata dal porto cittadino, progettato da Iacopo Barozzi detto il Vignola. Qui iniziava il canale Navile che, alimentato dal Cavaticcio, consentiva di navigare fino a Ferrara e Venezia. L’area portuale era dotata di diverse infrastrutture, fra le quali la settecentesca Salara, ancora visibile sulla destra, utilizzata per il deposito del sale. Con l’abbandono dei trasporti via acqua il complesso portuale venne completamente disattivato fra il 1934 e il 1935.

14736811090_cea3f5d0fe_bCANALE DI RENO: APERTURA ESCLUSIVA DEL GUAZZATOIO (CON DISCESA A RIDOSSO DEL CANALE RENO)…
Lo scivolo scendeva a un guazzatoio destinato all’abbeveraggio e al lavaggio degli equini e dei bovini, realizzato nel canale di Reno nel 1219, anno in cui venne aperta la piazza del Mercato (attuale piazza VIII Agosto).

canale delle moline a bologna CANALE DI RENO: VIA PIELLA, AFFACCIO SUL CANALE…
Scampato alle coperture attuate fra gli anni Trenta e Cinquanta del Novecento, questo tratto di canale fungeva da fossato difensivo della seconda cerchia muraria, edificata nell’XI secolo. In passato il canale era fornito di lavatoi privati a ponte levatoio, costituiti da tavolati di legno sospesi sul livello dell’acqua, e di botti e vasche in cui si calavano le lavandaie per lavare i panni senza bagnarsi.


L’evento, che si terrà venerdì, 15 settembre 2017 (con punto di ritrovo presso il Consorzio della Grada, via della Grada n. 12), partirà alle ore 16:30, con guida turistica certificata dalla Regione Emilia Romagna e si concluderà verso le ore 18:30. Auricolari forniti dallo staff, per un eccellente ascolto del tour. 

Costo della sola visita guidata (che comprende: ingresso esclusivo al Guazzatoio, guida turistica, radio guide):  22,00.
Visita guidata + cena (con cucina tradizionale o vegetariana, presso la “Trattoria Belfiore”):  42,00.
I bambini, sotto i 6 anni di età e i portatori di disabilità, non pagano la visita guidata (pagano per intero, soltanto il pranzo). I ragazzi, dai 7 ai 18 anni, gli over 65, usufruiscono di uno sconto di € 2,00 sul costo del tour.

Per partecipare alla visita guidata, è obbligatorio prenotarsi, spedendo un SMS/Whatsapp, al numero +39 3897995877, oppure, mandando un messaggio alla pagina di Facebook “I love Emilia Romagna” (indicate il nome e cognome di ogni partecipante, numero di telefono e almeno un indirizzo email).

La quota di partecipazione, per questioni logistiche e amministrative, sarà da saldare in anticipo, tramite carta di credito (PayPal), oppure, bonifico bancario.

In caso di maltempo, la visita guidata si effettuerà ugualmente.

Durante l’evento, verranno scattate fotografie, che successivamente, saranno pubblicate sulla pagina di Facebook.


Buon divertimento con le visite guidate di “I love Emilia Romagna”…

Bellaria Igea Marina, 19 novembre 2017, dalle ore 15:30: Favij, lo youtuber più amato d’Italia, incontra i suoi fans!

banner_sitoIl 19 novembre 2017, a Bellaria Igea Marina (RN), dalle ore 15:30 (con apertura sala, alle ore 11, bar annesso), Lorenzo Ostuni, in arte Favij, famoso per i suoi video sui videogame, incontrerà i suoi fans…

locandina_FAVIJFoto e autografi, oltre a tanto divertimento con giochi che faranno vincere fantastici premi, autografati al momento. Se acquisti i biglietti entro il 5/10, potrai vincere un incontro in backstage con Favij (elenco vincitori, il 30/10/2017, sul sito “www.iloveemiliaromagna.com“).

Se acquisti almeno 3 biglietti, potrai vincere un fantastico iPhone 7 Plus.

 

Insomma, uno spettacolo senza precedenti, dove la goliardia di Lorenzo Ostuni sarà il tema del pomeriggio, accompagnato dalla simpatia di Andrea Prada, presentatore e intrattenitore (www.andreaprada.com).

 

L’evento si terrà al Palacongressi di Bellaria-Igea Marina, in provincia di Rimini (http://goo.gl/maps/dqJoXNXM6fA2). Un locale molto capiente e davvero eccezionalmente adatto ad ospitare questa tipologia di eventi.

 

Biglietti in prevendita sul circuito nazionale “Mailticket.it“…

FaviJ_03Chi è Favij, lo youtuber più amato d’Italia…
Appena 19 anni e un diploma di perito informatico in tasca, ma già con più di un milione di iscritti sul canale YouTube. Ecco chi è Lorenzo Ostuni, in arte Favij.

Capello sbarazzino, tono di voce spigliato e accattivante, parlantina sciolta e spiccato senso dell’umorismo. A leggere questa brevissima descrizione, Lorenzo Ostuni è un ragazzo del 1995 come tanti altri se ne possono trovare in giro per le università italiane. Aimage_9_81 differenza dei suoi coetanei, però, Lorenzo può vantare un record tutto suo: è lo youtuber più famoso e influente d’Italia. Il canale di Favij (questo il nome con cui il giovane torinese è conosciuto sul web) conta oltre 1 milione di utenti iscritti (1 milione 162 mila e pochi spicci, a voler essere pignoli) e oltre 240 milioni di visualizzazioni (quasi 246 milioni, sempre per la storia della pignoleria) per le centinaia di video caricati sulla piattaforma posseduta da Google. Niente male, dato che è riuscito a costruire tale “impero” virtuale in appena 1 anno e mezzo di permanenza sul social.

 

 

Da poco diplomato, Lorenzo Ostuni, in arte Favij inizia la sua carriera di youtuber a 14 anni, producendo alcuni video con un piccolo gruppetto di amici. A 16 anni la decisione di “mettersi in proprio” e aprimage_9_572ire un canale YouTube tutto suo dove parlare di videogames in particolare e del mondo dell’informatica e del web in generale. Il canale Favij nasce nel dicembre 2012 e nel giro di poche settimane inizia ad accumulare video, visualizzazioni e nuovi iscritti.

 

Se si dovesse chiedere a Favij di descriversi utilizzando solamente una parola, probabilmente gamer arriverebbe ben prima di youtuber. Il giovane piemontese, infatti, nutre una gran passione per i videogames sin dall’età di quattro anni, quando si sedeva sul divano di casa di fianco al papà e lo guardava giocare con la PlayStation. “Giocava con Metal Gear Solid e io ho imparato ad amare questo mondo vedendolo giocare”. Nonostante da quel giorno siano passati 15 anni, la passione per Metal Gear Solid resta intatta (“È il mio gioco preferito” ammette candidamente Lorenzo Ostuni), mentre le console sono state messe da parte a favore dei computer da gaming.

 

C’è da dire che, nonostante la giovane età, Lorenzo ha preso molto sul serio la gestione del suo canale YouTube. Come racconta Luca Casadei, fondatore dell’agenzia Web Stars Channel e agente di diverse stelle del web nostrano (tra cui Frank Matano e, per l’appunto,image_9_109 Favij), la vera forza del diciannovenne piemontese sta nella costanza. “Lorenzo ha una particolarità che pochissimi altri hanno, pubblica un video al giorno e questo richiede sacrificio perché dedica quotidianamente 5 ore di tempo per girarli e montarli – ha affermato Casadei in una recente intervista sul web. Così facendo, tutti i suoi fans ogni giorno trovano un contenuto diverso ed il suo pubblico cresce in modo esponenziale. La celebrità è ciclica, però se sei in grado di rinnovarti e ascoltare il tuo pubblico, hai vita lunga”.

Un impegno non da poco, se si pensa al lavoro che c’è dietro ogni video. Con il passare dei mesi Lorenzo Ostuni ha affinato la propria tecnica di montaggio e i filmati somigliano sempre più a cortometraggi di livello professionale. Cresce, di conseguenza, il tempo necessario a lavorare il materiale video: il solo montaggio richiede ormai 5 ore di post-produzione, mentre la scelta del titolo e dell’immagine principale di ogni filmato può portare via anche un’ora.

 

 

Molti si interrogano sul successo, improvviso e inatteso, ottenuto da Favij e sulla sua capacità di poterlo mantenere nel tempo. Di fianco alle molte voci critiche che si sono sollevate, più di qualcuno fa notare come Favij sia un fenomeno dei nostri tempi e sia stato più bravo di altri a saper intercettare le necessità dei teenager di oggi.

Tra questi anche Giorgio Taverniti, tra i massimi esperti italiani di marketing e SEO, che utilizza le pagine del suo frequentatissimo forum per analizzare quella che per molti resta una “cavalcata trionfale” difficile da comprendere. Il marketeer italiano sottolinea più volte come, nonostante alcuni punti critici, Lorenzo Ostuni sia stato bravo nell’intercettare prima di altri una tendenza crescente a livello globale (quella degli youtuber che parlano di videogames) e nel creare contenuti capaci di interessare una fetta molto ampia di audience. Se dovesse riuscire anche a cambiare in corso d’opera, adattandosi alla mutevolezza della piattaforma, dovrebbe allora essere in grado di dare continuità al suo successo.

 

Per informazioni e chiarimenti sull’evento, potete telefonare o inviare un SMS/WhatsApp al numero 3897995877, oppure, scrivere un messaggio sulla pagina di Facebook di “I love Emilia Romagna“.

Bologna, 21 luglio 2017, ore 10: Acque nascoste in città. Alla ricerca di canali e condutture sotterranee, con straordinaria discesa al Guazzatoio…

acquenascoste_BOLOGNAAlla scoperta di una fittissima ragnatela di canali e torrenti, che nel passato favorì lo sviluppo dei traffici e dei trasporti fino al Po…

Bologna nasconde un complesso reticolo di circa 60 km di vie d’acqua, soltanto in parte visibile. Fin dal XII secolo la città si dota di un sistema idraulico artificiale composto da chiuse, canali e condutture sotterranee che distribuivano l’acqua, utilizzata prevalentemente come fonte di energia per le attività produttive.

Forse non lo sapevate, ma sotto Bologna esiste una piccola Venezia. La città felsinea nasconde sotto le proprie strade una fittissima ragnatela di canali e di torrenti con gli approdi, le chiuse e le antiche vestigia del sistema idraulico che nel passato favorì lo sviluppo dei traffici e dei trasporti fino al Po e, di qui, all’Adriatico e a Venezia…

canale-reno-bologna-wellness-delle-acque-la-grada-700x400CANALE DI RENO: GRADA…
In seguito ad accordi con alcuni privati, nel 1208 il Comune di Bologna fece costruire una nuova chiusa sul fiume Reno a Casalecchio e un canale che entrava in città alla Grada. Il nome si riferisce alle due grate di ferro, tuttora visibili, usate per fermare i rami e le frasche trasportate dalla corrente e per impedire introduzioni clandestine di merci e di persone all’interno della cinta muraria. Il canale di Reno alimentava diverse lavorazioni.

bologna-wellness-delle-acque-lavandaia-nuda-700x400MONUMENTO ALLA LAVANDAIA…
All’incrocio tra via della Grada e via San Felice una statua (a dire il vero molto controversa data l’immagine alquanto succinta e non ritenuta rispettosa) ricorda per sempre il lavoro durissimo della lavandaie di Bologna.

cavaticcioCANALE NAVILE: CAVATICCIO…
All’incrocio fra le attuali vie Riva di Reno e Marconi si dirama il Cavaticcio, realizzato riutilizzando, verosimilmente, l’antico corso del Rio Vallescura che scaturiva dai rilievi collinari fra le porte San Mamolo e Saragozza. Il Cavaticcio alimentava il canale navigabile, chiamato Navile. Lungo il primo tratto del Cavaticcio, caratterizzato da una notevole pendenza, erano distribuite alcune cartiere e segherie per legname, la prima delle quali fu edificata nel 1347.

bologna_salara_arcigayCANALE NAVILE: EX AREA PORTUALE…
Dalla metà del XVI secolo questa area era occupata dal porto cittadino, progettato da Iacopo Barozzi detto il Vignola. Qui iniziava il canale Navile che, alimentato dal Cavaticcio, consentiva di navigare fino a Ferrara e Venezia. L’area portuale era dotata di diverse infrastrutture, fra le quali la settecentesca Salara, ancora visibile sulla destra, utilizzata per il deposito del sale. Con l’abbandono dei trasporti via acqua il complesso portuale venne completamente disattivato fra il 1934 e il 1935.

14736811090_cea3f5d0fe_bCANALE DI RENO: APERTURA ESCLUSIVA DEL GUAZZATOIO (CON DISCESA A RIDOSSO DEL CANALE RENO)…
Lo scivolo scendeva a un guazzatoio destinato all’abbeveraggio e al lavaggio degli equini e dei bovini, realizzato nel canale di Reno nel 1219, anno in cui venne aperta la piazza del Mercato (attuale piazza VIII Agosto).

canale delle moline a bologna

CANALE DI RENO: VIA PIELLA, AFFACCIO SUL CANALE…
Scampato alle coperture attuate fra gli anni Trenta e Cinquanta del Novecento, questo tratto di canale fungeva da fossato difensivo della seconda cerchia muraria, edificata nell’XI secolo. In passato il canale era fornito di lavatoi privati a ponte levatoio, costituiti da tavolati di legno sospesi sul livello dell’acqua, e di botti e vasche in cui si calavano le lavandaie per lavare i panni senza bagnarsi.


L’evento, che si terrà venerdì, 21 luglio 2017 (con punto di ritrovo presso il Consorzio della Grada, via della Grada n. 12), partirà alle ore 10, con guida turistica certificata dalla Regione Emilia Romagna e si concluderà verso le ore 12. Auricolari forniti dallo staff, per un eccellente ascolto del tour. 

Costo della sola visita guidata (che comprende: ingresso esclusivo al Guazzatoio, guida turistica, radio guide):  22,00.
Visita guidata + pranzo (con cucina tradizionale o vegetariana, presso la “Trattoria Belfiore”):  42,00.
I bambini, sotto i 6 anni di età e i portatori di disabilità, non pagano la visita guidata (pagano per intero, soltanto il pranzo). I ragazzi, dai 7 ai 18 anni, gli over 65, usufruiscono di uno sconto di € 3,00 sul costo del tour.

Per partecipare alla visita guidata, è obbligatorio prenotarsi, spedendo un SMS/Whatsapp, al numero +39 3897995877, oppure, mandando un messaggio alla pagina di Facebook “I love Emilia Romagna” (indicate il nome e cognome di ogni partecipante, numero di telefono e almeno un indirizzo email).

La quota di partecipazione, per questioni logistiche e amministrative, sarà da saldare in anticipo, tramite carta di credito (PayPal), oppure, bonifico bancario.

In caso di maltempo, la visita guidata si effettuerà ugualmente.

Durante l’evento, verranno scattate fotografie, che successivamente, saranno pubblicate sulla pagina di Facebook.


Buon divertimento con le visite guidate di “I love Emilia Romagna”…

Bologna, 17 settembre, ore 10: “TowerLand”. Il tour delle torri, con salita alla straordinaria torre Prendiparte…

tower_landBologna è una città europea dai mille volti. Con le torri e con i portici, elementi architettonici unici, tutti concentrati nel centro storico, è diventata un punto di riferimento architettonico notevole…

È antico il fascino di Bologna. Chi percorre i vicoli del centro storico, i monumenti e i portici che hanno reso celebre nel mondo la città, ne resta completamente ammaliato. Tutti conoscono la Bologna “dotta”, “grassa” e “turrita”. Noi riscopriremo il significato di questi tre appellativi.

Le torri sono un elemento architettonico che le famiglie nobili bolognesi costruivano presso le loro case. Venivano per lo più utilizzate come luoghi di vedetta e di difesa, in tempo di guerra. Dietro alle torri, si nascondono storie straordinarie: amori impossibili, tremendi delitti, leggende incredibili. Ne parleremo e avremo un’occasione senza precedenti: salire sulla torre Prendiparte, la seconda in altezza dopo gli Asinelli, ancora arredata come un tempo e visitabile…

STARTING TOUR: TORRE PRENDIPARTE…18519987_10155129643688382_5746828227371441102_n

(SULLA TORRE PRENDIPARTE SALIREMO ED È UN’OCCASIONE UNICA, VISTO CHE, T
18519998_10155129644793382_5715004538692188474_nRA L’ALTRO, LA TORRE DEGLI ASINELLI È CHIUSA PER LAVORI) Nota come la “Coronata”, costruita nella seconda metà del XII secolo, di fianco al Palazzo dell’Arcivescovado. In cima alla torre vi è, infatti, una caratteristica resega, a 4 cuspidi per lato, che assomigliando a una corona ha dato il soprannome al monumento. È la seconda di Bologna per altezza (58,60 metri). Le nove fila di parallelepipedi della base in selenite furo
no più volte restaurati. Lo spessore dei muri alla base è di 2,80 metri che si riduce progressivamente sino a 1,35 metri alla sommità. Come per tutte le torri medievali bolognesi, si tratta di una muratura a sacco: due cortine di prendiparte02laterizio racchiudono un conglomerato di ciottoli di fiume cementati da calce bianca. Tenuto conto delle dimensione del lato alla base (nove metri circa) e dello spessore dei muri, sempre alla base, è presumibile che la torre fosse progettata per essere ancora più alta. Non è neppure escluso (fatto questo accaduto a molte altre torri bolognesi) che sia stata successiv18556050_10155129647113382_7996896471988408450_namente mozzata. La torre venne adibita nel XVIII secolo a prigione per il foro ecclesiastico (all’interno sono ancor oggi visibili la sala dei carcerati e i loro graffiti) e poi divenne abitazione privata, quindi struttura ricettiva. A 18 metri dal suolo vi è lo stemma in arenaria, oggi molto degradato, del primo Arcivescovo di Bologna, Gabriele Paleotti.


asinelliPRIMA TAPPA: TORRE DEGLI ASINELLI…
(97 metri e 498 gradini per raggiungere la cima) Alla fine del ‘300 passò in proprietà al Comune. Il portale, posto sul lato della Torre che dà su Strada Maggiore, fu costruito in epoca rinascimentale quando la torre fu corredata del basso torresotto merlato. Il torresotto ha ospitato, prima, un corpo di guardia, poi, botteghe artigiane e commerciali. Subito dietro il portale, si trova la porticina, con architrave in selenite, che dà accesso alla torre. Questa piccola porta non è coeva alla torre poiché, come detto, tali costruzioni, che avevano scopo prima di tutto difensivo/offensivo, non presentavano porte di accesso, bensì una portafinestra posta a diversi metri dal suolo. Le torri erano, infatti, provviste di vari ballatoi esterni in legno sorretti da barre in selenite, dette meniani, di cui oggi è possibile osservare solo i monconi. Nel corso dei secoli la Torre degli Asinelli ha rappresentato un luogo simbolo per diversi aspetti della vita civile e militare bolognese: gli scienziati Giovanni Battista Riccioli (nel 1640) e Giovanni Battista Guglielmini (nel secolo successivo) utilizzarono la torre per esperimenti sul moto dei gravi e sulla rotazione della terra. Durante la seconda guerra mondiale,tra il 1943 e il 1945, la torre fu utilizzata con funzioni di avvistamento: quattro volontari si appostavano in cima alla torre durante i bombardamenti al fine di indirizzare i soccorsi verso i luoghi colpiti dalle bombe alleate. Infine, una curiosità: la Torre Asinelli nella sua lunga storia fu spesso colpita da fulmini, finché nel 1824 fu collocato l’impianto parafulmine. C’è una leggenda, collegata alla Torre degli Asinelli, di cui parleremo.


STorreGarisenda,Bologna ECONDA TAPPA: TORRE GARISENDA…
Citata nella Divina Commedia di Dante Alighieri, è famosa per la sua pendenza di 3,25 metri verso est/sudest, che indusse ad abbassarla di circa 20 metri a metà del ‘300. A partire dal Quattrocento la torre fu acquistata dall’Arte dei Drappieri, che ne diventò, poi, l’unica proprietaria fino alla fine dell’Ottocento, quando divenne proprietà comunale. Le superfici murarie esterne della torre sono state restaurate fra il 1998 ed il 2000, mentre una prima fase del consolidamento delle murature è stata attuata nel 1999 – 2000. La torre è visitabile dall’esterno.


torreuguzzoniTERZA TAPPA: TORRE DEGLI UGUZZONI…
Situata all’interno della zona della città storicamente riconosciuta come “Ghetto Ebraico”, costruita nel XIII secolo. A differenza delle altre torri costruite tra l’XI e XII secolo, presenta un’elegante porta a sesto acuto all’incirca a livello del suolo che già esisteva all’epoca della sua costruzione. Questa torre, con i due cavalcavia che la fiancheggiano, rappresenta uno degli angoli più caratteristici della Bologna Medievale. Uno dei cavalcavia ha una bella finestra in terracotta di foggia quattrocentesca. Al contrario delle torri vicine (Asinelli,Garisenda, Altabella, Prendiparte) qui alcuni blocchi diselenite del basamento sembrano, almeno in parte, d’epoca, vale a dire non sostituiti durante i restauri eseguiti tra ‘800 e ‘900. Parleremo della torre, collegata alla storia della Lady nera, di Bologna.


GUIDOZAGNIQUARTA TAPPA: TORRE DEI GUIDOZAGNI…
Dopo il crollo avvenuto nel 1487, divenne una casa-torre, cioè un’abitazione fortificata. Questa edificio rappresenta una testimonianza del passato feudale della città e la rivalità tra le famiglie nobili dell’epoca.

ARRENGOQUINTA TAPPA: TORRE DELL’ARRENGO…
Guardando frontalmente palazzo Re Enzo dal centro della Piazza, si vede la Torre dell’Arengo. Lo scarso spessore dei suoi muri alla base, soprattutto nei lati di est-nord e ovest e le  fondamenta poco profonde, non l’hanno mai resa decisamente solida. In origine e siamo all’inizio del 1200, era soltanto un modesto rialzamento sull’incrocio delle due vie coperte dal voltone. Solo successivamente ha potuto assumere forma di torre, e non prima di aver subito notevoli opere di consolidamento della base, di rafforzamento e di restauro. Poco solida ma molto equilibrista dunque, perché i quattro pilastri la sorreggono ma non le evitano di vibrare. Dal 1453, a vibrare ci ha pensato la campana, innalzata da Aristotele Fioravanti nella cella della torre che ancora oggi è possibile vedere. Meglio nota come il “campanone”, visti i suoi 47 quintali di bronzo, chiamava i bolognesi a raccolta, ed ogni 21 aprile continua a ricordare quel giorno del 1945 quando la città venne liberata dal fascismo.

torre accursioSESTA TAPPA: TORRE ACCURSIO…
Situata in Piazza Maggiore, Torre Accursio è anche nota come Torre dell’Orologio. Accursio, che ne era il proprietario, era arrivato da Firenze per studiare legge e divenuto poi illustre giurista, volle costruirsi la sua casa: una costruzione molto grande che includeva una scuola, con il portico verso la piazza, e una torre in angolo. La torre venne inglobata dalla residenza di Accursio che,  poco dopo la morte del proprietario, venne acquistata dal nuovo Comune, in fase di espansione. Con la vendita della casa, degli Accursi sulla scena rimarrà solo il nome dato al futuro municipio di Bologna. Ciò che ancora oggi salta agli occhi è l’enorme orologio meccanico, posto sulla facciata della Torre nel 1444. Alla meridiana posta sulla torre dell’Arengo restava il compito di segnare le ore diurne e soprattutto il mezzogiorno, rispetto a cui venivano tarati tutti gli altri orologi, mentre dal 1451 il nuovo meccanismo  iniziò a scandire anche la notte. Per fare posto al nuovo orologio la vecchia torre  venne un po’ alzata e completata con una torre di modeste dimensioni e consistenza. Dopo il pesante intervento di restauro di tutto il palazzo, eseguito fra il 1885 e il 1887 da Raffaele Faccioli, dalla torre venne rimosso il parapetto rinascimentale a pilastrini, sostituito con la fascia di mattoni considerata più adatta al nuovo aspetto complessivo del palazzo, di ritrovato stile medievale. Infatti il porticato ora visibile sotto palazzo d’Accursio è relativamente recente.

SETTIMA TAPPA: TORRE GALLUZZI…350px-Torre_Galluzzi
Fa parte della cosidetta triade dei grattacieli medievali di Bologna, insieme alle sue colleghe Prendiparte e Azzoguidi, che si stagliano in un’altra zona del centro. Seppur distanti tra loro, le tre torri appartenevano tutte a famiglie di parte guelfa, ovvero filo papali, e non è un caso che si trovino in zone della città cruciali da questo punto di vista: la Azzoguidi e la Prendiparte accanto alla sede vescovile, e la Galluzzi vicino alla prima sede  comunale, l’allora complesso di Sant’Ambrogio. La Galluzzi ancor oggi si distingue per l’altezza (30 metri, sicuramente ridotti rispetto all’origine) e la robustezza: la torre ha muri talmente spessi che ha sempre scoraggiato attacchi e incendi, ostentando una solidità che era sinonimo di potenza e ricchezza. La Galluzzi è interessante anche per il contesto in cui è inserita:  all’interno di un unico nucleo edilizio, che all’epoca veniva definito “curia”,  in cui si trovavano le case abitative, la cappella gentilizia e le torri di un’unica famiglia. Oggi il piano terra della stessa torre,  ospita una libreria dal cui interno è possibile vedere  il tipo di murature originarie messe in evidenza da un ottimo restauro. Dall’esterno, invece, si può osservare la porta originaria della costruzione, quella che si apre a oltre sei metri dal suolo. Da un lato la sua forma, ad arco ogivale (o a sesto acuto, cioè appuntito), dimostra la relativa modernità della Torre, visto che le consorelle antecedenti hanno tutte porte e finestre a modiglioni – cioè squadrate – o a tutto sesto – cioè circolari, stilisticamente più antiche. Dall’altro lato, lascia intravedere una chiara usura da calpestio: ciò potrebbe dimostrare come la porta fosse un punto di collegamento tra la torre e la casa di legno che le si addossava, aggrappata con le sue travi alla muratura della torre stessa.


L’evento, che si terrà domenica, 17 settembre 2017 (con punto di ritrovo presso piazza Galvani, davanti alla Banca di Bologna), partirà alle ore 10, con guida turistica certificata dalla Regione Emilia Romagna e si concluderà verso le ore 13. Auricolari forniti dallo staff, per un eccellente ascolto del tour. 

Costo della sola visita guidata (che comprende: ingresso alla torre Prendiparte, guida turistica, radio guide):  25,00.
Visita guidata + pranzo (con cucina tradizionale o vegetariana, presso la “Trattoria Belfiore”):  45,00.
I bambini, sotto i 6 anni di età e i portatori di disabilità, non pagano la visita guidata (pagano per intero, soltanto il pranzo). I ragazzi, dai 7 ai 18 anni, gli over 65, usufruiscono di uno sconto di € 3,00 sul costo del tour.

Per partecipare alla visita guidata, è obbligatorio prenotarsi, spedendo un SMS/Whatsapp, al numero +39 3897995877, oppure, mandando un messaggio alla pagina di Facebook “I love Emilia Romagna” (indicate il nome e cognome di ogni partecipante, numero di telefono e almeno un indirizzo email).

La quota di partecipazione, per questioni logistiche e amministrative, sarà da saldare in anticipo, tramite carta di credito (PayPal), oppure, bonifico bancario.

In caso di maltempo, la visita guidata si effettuerà ugualmente.

Durante l’evento, verranno scattate fotografie, che successivamente, saranno pubblicate sulla pagina di Facebook.


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Bologna, 7 luglio 2017, ore 20: Le sei leggende (visita guidata, serale). Viaggio alla scoperta dell’altra faccia dei monumenti…

Le sei leggende: alla scoperta di Bologna e del suo centro storico, attraverso uno scenario unico…


sei_leggendeÈ antico il fascino di Bologna. Come un’ombra, percorre da secoli i vicoli del centro storico, i monumenti e i portici che hanno reso celebre nel mondo la città. Tutti conoscono la Bologna “dotta”, “grassa” e “turrita”, ma solo in pochi conoscono i segreti, gli enigmi e i gialli del capoluogo emiliano…

Sono innumerevoli i misteri custoditi dagli antichi portici della città di Bologna, così come le storie insolite che si raccontano all’ombra dei suoi vicoli medievali. Città dalla vocazione culturale e multietnica, sede della prima università del mondo, Bologna è una città ammantata di un fascino arcano. Un set perfetto, insomma, per raccontare gli enigmi e i segreti, nascosti dietro ad alcuni monumenti del centro storico…

torregalluzziPRIMA TAPPA: TORRE GALLUZZI…
La visita guidata partirà da torre Galluzzi, situata a pochi passi da piazza Maggiore, all’interno di un complesso di edifici protetto dal mondo esterno. Torre Galluzzi è stata lo sfondo di una triste vicenda nota come “Giulietta & Romeo alla Bolognese”. Parleremo insieme della vicenda, tratta da una storia vera…

gregorioXIIISECONDA TAPPA: PAPA GREGORIO XIII…
Il papa che visse due volte: a Ugo Boncompagni, passato alla storia con il nome di papa Gregorio XIII, il cui pontificato è stato uno dei più significativi dell’intera cristianità, sono collegate alcune profezie e leggende, avute luogo proprio negli anni in cui, questo papa bolognese, fu in carica. Inoltre? Qual è il legame della statua che lo raffigura con San Petronio, santo protettore della città di Bologna?

sanpetronio_seraTERZA TAPPA: BASILICA DI SAN PETRONIO…
La Basilica di San Petronio, seconda tappa del tour, custodisce alcuni segreti destinati a rimanere senza risoluzione. Entrando, all’interno della prima cappella a destra si può vedere una statua in terracotta policroma risalente al xv secolo. Raffigura un soldato disteso che tiene tra le mani una spada. La prima cosa che salta agli occhi è che il soldato in questione non ha un nome. Di chi si tratta?

sanpietroQUARTA TAPPA: CATTEDRALE DI SAN PIETRO…
E mentre gli studiosi continuano a indagare per fare chiarezza sulle sepolture anomale e sui teschi chiodati di San Pietro, emerge un ritratto inedito di una città dalle molteplici identità: la Bologna dei vampiri. La cattedrale, sarà proprio la nostra seconda tappa del mistero.

casaisolaniQUINTA TAPPA: PORTICO DI CORTE ISOLANI…
Gli enigmi sotto i portici: Casa Isolani rappresenta uno dei rari esempi superstiti di costruzione civile del XIII secolo. Vanta il portico in legno più elevato della città; travi in quercia di ben nove metri sostengono il terzo piano dell’edificio. Il viaggiatore attento non può non notare che sull’altissimo soffitto del portico sono conficcate tre frecce. E ci sono altrettante leggende che cercano di spiegarne la presenza…

santostefanosera SESTA E ULTIMA TAPPA: LE SETTE CHIESE…
Il complesso di Santo Stefano è uno dei luoghi più antichi di Bologna, ed è comunemente conosciuto come “le Sette Chiese”. Il motivo è che, un tempo, ospitava ben sette edifici sacri, anche se oggi ne sono sopravvissuti soltanto quattro. C’è un mistero riguardo alla sua origine. Pare che in antichità, nell’area dove oggi sorge il complesso stefaniano, ci fosse un tempio dedicato a Iside, la dea della maternità e della fertilità.


L’evento, che si terrà venerdì, 7 luglio 2017 (con punto di ritrovo presso piazza Galvani, davanti alla Banca di Bologna), partirà alle ore 20, con guida turistica certificata dalla Regione Emilia Romagna e si concluderà dopo un paio d’ore. Auricolari forniti dallo staff, per un eccellente ascolto del tour. 

Costo della sola visita guidata (con guida turistica + radio guide):  15,00.
Visita guidata + cena (con cucina tradizionale o vegetariana, presso la “Trattoria Belfiore”):  35,00.
I bambini, sotto i 6 anni di età e i portatori di disabilità, non pagano la visita guidata (pagano per intero, soltanto la cena). I ragazzi, dai 7 ai 18 anni, gli over 65, usufruiscono di uno sconto di € 2,00 sul costo del tour.

Per partecipare alla visita guidata, è obbligatorio prenotarsi, spedendo un SMS/Whatsapp, al numero +39 3897995877, oppure, mandando un messaggio alla pagina di Facebook “I love Emilia Romagna” (indicate il nome e cognome di ogni partecipante, numero di telefono e almeno un indirizzo email).

La quota di partecipazione, per questioni logistiche e amministrative, sarà da saldare in anticipo, tramite carta di credito (PayPal), oppure, bonifico bancario.

In caso di maltempo, la visita guidata si effettuerà ugualmente.

Durante l’evento, verranno scattate fotografie, che successivamente, saranno pubblicate sulla pagina di Facebook.


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Bologna, 30 giugno 2017, ore 20: Crimini dietro ai monumenti (visita guidata, serale). Viaggio alla scoperta di storie criminali che non hanno avuto un lieto fine…

Crimini dietro ai monumenti: alla scoperta di Bologna e del suo centro storico, attraverso uno scenario unico…

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Bologna, al pari delle altre grandi città, ha una lunga tradizione criminale. Storie a volte romantiche, a volte tragiche, di persone che hanno scelto di vivere da fuorilegge per sfuggire alla povertà, per inclinazione naturale o forse a causa di un eccesso di opportunismo. La costante di queste storie è che difficilmente hanno avuto un lieto fine…

Dagli inafferrabili criminali ai delitti di gente perbene, fino al massacro in palazzo d’Accursio. Storie sconvolgenti, che hanno avuto luogo proprio nel centro storico della città “turrita”. Per una serata all’insegna del mistero “nero”…

Bologna_Monte_di_PietàIl grande furto al Monte di Pietà
Il primo “caso” di cui ci occuperemo è quello di un ladro che nella Bologna di fine Settecento avrebbe tenuto testa al celebre antieroe dei fumetti Diabolik. Il suo nome era Girolamo Lucchini, detto conte Lucchini e la sua Eva Kant.
Per raccontare la sua storia partiamo dalla notte di sabato 24 gennaio 1789, quando Girolamo Lucchini si cimentò in un furto mai tentato prima: svaligiare il caveau del Monte di Pietà, dove numerosi bolognesi depositavano i loro averi. Per preparare il colpo, Lucchini si servì soltanto di qualche pezzo di ottone e di una lima, con cui costruì una chiave artigianale molto complicata…

sansalvatore_bolognaRobin Hood all’emiliana
In famiglie affamate e numerose, dove un pezzo di pane doveva bastare a sfamare un pugno di bambini, capitava che i briganti diventassero eroi, proprio come nel caso di Robin Hood, l’arciere della tradizione popolare inglese che rubava ai ricchi per dare ai poveri, soffocati dalle tasse. Uno come Prospero Baschieri, insomma: il brigante bolognese che tra l’estate del 1809 e il marzo del 1810 compì gesta di tale risonanza che entrò nella leggenda.

via_oreficiDelitti di gente perbene
La storia di Bologna è costellata di omicidi compiuti con inaudita ferocia che hanno suscitato scalpore e indignazione anche perché sono avvenuti in seno agli ambienti più elevati della città. Significativo, in questo senso, il delitto Coltelli. Protagonista di questa vicenda è una dark lady ante litteram, una ragazza dall’incredibile fascino, con lunghi capelli neri, fianchi generosi e un viso dai lineamenti pronunciati ma proporzionati, come le più incantevoli bellezze provenienti dalle campagne di Bologna. Il suo nome era Enrica Zerbini e appena diciannovenne rimase coinvolta in uno degli omicidi più efferati della Bologna di fine Ottocento.

strada_maggioreIl delitto di via Mazzini, 39…
Pochi anni dopo il delitto Coltelli, un altro omicidio avvenuto in seno all’alta borghesia cittadina scuote le coscienze, arrivando ad avere echi e ripercussioni a livello nazionale, nel primo Novecento.
Nel tardo pomeriggio del 2 settembre 1902, a Bologna è in corso una seduta del consiglio comunale. Uno dei consiglieri è Tullio Murri, membro della borghesia progressista, laica e positivista dell’epoca e figlio di Augusto Murri, uomo dall’inattaccabile moralità e illuminato docente di quella che all’epoca era la facoltà di Medicina più prestigiosa d’Italia.

palazzo-daccursio_nettuno_galleryIl massacro di palazzo d’Accursio
Palazzo d’Accursio è per i bolognesi semplicemente Palàz, da secoli centro del potere cittadino. Già nel 1336, infatti, venne scelto come residenza degli Anziani, la massima autorità governativa dell’epoca. La Sala Rossa è una delle più suggestive, e si chiama così per via del colore delle tappezzerie. Anticamente era conservato al suo interno il Pallione della Peste, il dipinto commissionato a Guido Reni per celebrare la fine della pestilenza, nel 1631. Ed è all’interno della Sala Rossa di palazzo d’Accursio che il 21 novembre 1920 avvenne un brutale omicidio, quello del consigliere comunale Giulio Giordani, nell’ambito di violenti scontri che portarono alla morte di altre dieci persone e al ferimento di una sessantina.

Bologna-riapre-Via-Rizzoli-bus-27-tornano-in-centro-storico2 Sparate al Duce!
Il 31 ottobre 1926 era destinato a diventare nefasto per Benito Mussolini: giunto a Bologna per l’inaugurazione dello stadio Littoriale, nonostante si fosse compiaciuto di aver trovato la città «più fascista che mai», quello fu il giorno in cui rischiò di essere ucciso. Luogo dell’attentato fu il Canton dei Fiori, come all’epoca era chiamato l’incrocio tra via Indipendenza e via Rizzoli. Le celebrazioni per il quarto anniversario della rivoluzione fascista erano terminate. Il buio era calato sulla città ed erano stati accesi i riflettori puntati su ogni monumento di piazza Vittorio Emanuele, l’attuale piazza Maggiore. Un fascio littorio fatto di lampadine brillava sulla cima della torre Asinelli.

La Dalia Nera
Un anno dopo, un brutale omicidio sembra avere un legame con gli avvenimenti di palazzo d’Accursio. Avvenuto nel parco di una villa ubicata nella periferia di Bologna, si tratta di un delitto ammantato di mistero e su cui si stende l’ombra, addirittura, di una maledizione. Tra le ville inerpicate sul colle dell’Osservanza, infatti, quella con la fama più sinistra è di certo villa Frank, detta anche villa di Mezzaratta. Agli inizi del Novecento era tristemente nota perché, più di cent’anni prima, nel suo parco erano stati ritrovati i corpi di una donna e delle sue due figlie. Erano state barbaramente sgozzate, e il colpevole non era mai stato identificato.


L’evento, che si terrà venerdì, 30 giugno 2017 (con punto di ritrovo presso piazza Galvani, davanti alla Banca di Bologna), partirà alle ore 20, con guida turistica certificata dalla Regione Emilia Romagna e si concluderà dopo un paio d’ore. Auricolari forniti dallo staff, per un eccellente ascolto del tour. 

Costo della sola visita guidata (con guida turistica + radio guide):  15,00.
Visita guidata + cena (con cucina tradizionale o vegetariana, presso la “Trattoria Belfiore”):  35,00.
I bambini, sotto i 6 anni di età e i portatori di disabilità, non pagano la visita guidata (pagano per intero, soltanto la cena). I ragazzi, dai 7 ai 18 anni, gli over 65, usufruiscono di uno sconto di € 2,00 sul costo del tour.

Per partecipare alla visita guidata, è obbligatorio prenotarsi, spedendo un SMS/Whatsapp, al numero +39 3897995877, oppure, mandando un messaggio alla pagina di Facebook “I love Emilia Romagna” (indicate il nome e cognome di ogni partecipante, numero di telefono e almeno un indirizzo email).

La quota di partecipazione, per questioni logistiche e amministrative, sarà da saldare in anticipo, tramite carta di credito (PayPal), oppure, bonifico bancario.

In caso di maltempo, la visita guidata si effettuerà ugualmente.

Durante l’evento, verranno scattate fotografie, che successivamente, saranno pubblicate sulla pagina di Facebook.


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Santarcangelo di Romagna (RN), 25 giugno, ore 10: “Tutti giù per terra”. Viaggio nella città sotterranea e nel borgo medievale…

Nel sottosuolo di Santarcangelo di Romagna, c’è una storia sotterranea e misteriosa, dove cavità, pozzi, cunicoli e gallerie, costituiscono una città sotterranea, ai più ancora sconosciuta…


tuttigiuperterra_santarcang“Tutti giù per terra” è un viaggio. Un viaggio misterioso ed emozionante. Una Santarcangelo d’altri tempi. Un sottosuolo ricco di vicende storiche, dove esistono suggestioni e sensazioni uniche, in un mondo sotterraneo, isolato nella sua quiete millenaria.

Un tour davvero singolare, che partirà dalla città sotterranea e arriverà all’antico borgo medievale. Una visita guidata dall’atmosfera suggestiva e indimenticabile.


grotte01-bigPrima tappa: GLI IPOGEI…
Gli ipogei di Santarcangelo, erroneamente definiti tufacei, sono circa 150, scavati nell’arenaria e nell’argilla. Situati nella parte orientale del colle Giove, sono disposti su tre piani. Vengono distinti in “grotte a struttura semplice“ ed altre a “struttura complessa”. I primi presentano solitamente un corridoio con nicchie laterali a pettine e copertura a botte o crociera; i secondi, complessivamente cinque, sono caratterizzati invece da una struttura molto più articolata. Se per i primi si è ipotizzato un uso pratico (depositi, cantine per la conservazione del nostro Sangiovese, grazie ad una temperatura costante di 12/13 gradi), per i secondi non si esclude, invece, una finalità cultuale. ipogei (58)Gli studiosi, a tale proposito, avanzano numerose ipotesi: tombe etrusche, grotte paleocristiane, sacelli per il culto orientale del Dio Mitra, basilichette di monaci Basiliani. Tuttora è un vero mistero! Sappiamo invece con certezza che, indipendentemente dalla loro origine, sono stati ottimi rifugi per gli abitanti della città durante la seconda guerra mondiale, occasione in cui furono messi tutti in comunicazione.

roccaSeconda tappa: ROCCA MALATESTIANA…
Passeggiando in via della Cella, si giunge all’ingresso dell’imponente Rocca, importante baluardo di difesa della famiglia Malatesta. La struttura è caratterizzata da un’alta torre del XIV secolo, così descritta da Cesare Clementini, storico riminese del 1600: “Carlo Malatesta… rizzò da fondamenti una torre, chi’in altezza e beltà superava le più famose e nominate d’Italia e dentro ad essa erano due scale a lumaca per salire e discendere… riputata poco meno che l’ottava meraviglia del mondo”.

porta_campanoneTerza tappa: PORTA DEL CAMPANONE VECCHIO…
Costituisce il più antico accesso della prima fortificazione sorta sul colle Giove. Era sormontata da una torre campanaria fino al 1880 circa, periodo in cui la popolazione, suo malgrado, decise di abbatterla poiché fatiscente. Sono ancora visibili i resti della prima cinta muraria in prossimità della porta, attraversata la quale si compie un viaggio indietro nel tempo. Piccole casette colorate, bastioni e torri caratterizzano le viuzze del borgo antico, giardini pensili e terrazzi adornati con ulivi e fiori invitano il visitatore a soffermarsi un attimo, assorto nella loro contemplazione, inebriato dai mille colori e dagli intensi profumi.

porta_cerveseQuarta tappa: PORTA CERVESE…
Conosciuta anche come “Porta del Sale”, costituisce l’unico accesso rimasto della seconda cinta muraria della città (in passato erano 4). Costruita dalla famiglia Malatesta, è così denominata poiché immette sulla via che in passato collegava Santarcangelo con Cervia, città nota soprattutto per le numerose saline. Munita in origine di un ponte levatoio, mostra tuttora traccia delle corsie per lo scorrimento degli assi.

campanone Quinta tappa: CAMPANONE
Si erge maestoso (25 metri di altezza) nel cuore del borgo medievale, in piazzetta Galassi; è forse il monumento più identificativo della città. Costruito nel 1893, in stile neogotico con merlatura in alto e coronato dall’immagine di San Michele Arcangelo in ferro battuto a mano indicante la direzione del vento. Il suo profilo ha ispirato numerosi artisti della città ed ha costituito inoltre lo scenario ideale per gli spettacoli più suggestivi del Festival dei Teatri.


L’evento, che si terrà domenica, 25 giugno 2017 (con punto di ritrovo in via Cesare Battisti n. 5, davanti allo IAT di Santarcangelo di Romagna), partirà alle 10, con guida turistica certificata dalla Regione Emilia Romagna e si concluderà alle 13. Auricolari forniti dallo staff, per un eccellente ascolto del tour. 

Costo della sola visita guidata (con ingresso esclusivo presso gli Ipogei + guida turistica + radio guide):  20,00.
Visita guidata + pranzo (con cucina tradizionale o vegetariana, presso il ristorante “La Tavernetta” – abbiamo testato la trattoria e si mangia in modo spettacolare!):  40,00.
I bambini, sotto i 6 anni di età e i portatori di disabilità, non pagano la visita guidata (pagano per intero, soltanto il pranzo). I ragazzi, dai 7 ai 18 anni, gli over 65, usufruiscono di uno sconto di € 3,00 sul costo del tour.

Per partecipare alla visita guidata, è obbligatorio prenotarsi, spedendo un SMS/Whatsapp, al numero +39 3897995877, oppure, mandando un messaggio alla pagina di Facebook “I love Emilia Romagna” (indicate il nome e cognome di ogni partecipante, numero di telefono e almeno un indirizzo email).

La quota di partecipazione, per questioni di esclusività del tour, con ingressi a tappe, prenotati e remunerati in anticipo, sarà da saldare in anticipo, tramite carta di credito (PayPal), oppure, bonifico bancario.

In caso di maltempo, la visita guidata si terrà ugualmente.

Durante l’evento, verranno scattate fotografie, che successivamente, saranno pubblicate sulla pagina di Facebook.


Buon divertimento con le visite guidate di “I love Emilia Romagna”…

Bologna, 11 giugno, ore 10 e 11: “TowerLand”. Il tour delle torri, con salita alla straordinaria torre Prendiparte…

tower_landBologna è una città europea dai mille volti. Con le torri e con i portici, elementi architettonici unici, tutti concentrati nel centro storico, è diventata un punto di riferimento architettonico notevole…

È antico il fascino di Bologna. Chi percorre i vicoli del centro storico, i monumenti e i portici che hanno reso celebre nel mondo la città, ne resta completamente ammaliato. Tutti conoscono la Bologna “dotta”, “grassa” e “turrita”. Noi riscopriremo il significato di questi tre appellativi.

Le torri sono un elemento architettonico che le famiglie nobili bolognesi costruivano presso le loro case. Venivano per lo più utilizzate come luoghi di vedetta e di difesa, in tempo di guerra. Dietro alle torri, si nascondono storie straordinarie: amori impossibili, tremendi delitti, leggende incredibili. Ne parleremo e avremo un’occasione senza precedenti: salire sulla torre Prendiparte, la seconda in altezza dopo gli Asinelli, ancora arredata come un tempo e visitabile…

STARTING TOUR: TORRE PRENDIPARTE…18519987_10155129643688382_5746828227371441102_n

(SULLA TORRE PRENDIPARTE SALIREMO ED È UN’OCCASIONE UNICA, VISTO CHE, T
18519998_10155129644793382_5715004538692188474_nRA L’ALTRO, FINO A INIZIO LUGLIO LA TORRE DEGLI ASINELLI RESTERA’ CHIUSA PER LAVORI) Nota come la “Coronata”, costruita nella seconda metà del XII secolo, di fianco al Palazzo dell’Arcivescovado. In cima alla torre vi è, infatti, una caratteristica resega, a 4 cuspidi per lato, che assomigliando a una corona ha dato il soprannome al monumento. È la seconda di Bologna per altezza (58,60 metri). Le nove fila di parallelepipedi della base in selenite furo
no più volte restaurati. Lo spessore dei muri alla base è di 2,80 metri che si riduce progressivamente sino a 1,35 metri alla sommità. Come per tutte le torri medievali bolognesi, si tratta di una muratura a sacco: due cortine di prendiparte02laterizio racchiudono un conglomerato di ciottoli di fiume cementati da calce bianca. Tenuto conto delle dimensione del lato alla base (nove metri circa) e dello spessore dei muri, sempre alla base, è presumibile che la torre fosse progettata per essere ancora più alta. Non è neppure escluso (fatto questo accaduto a molte altre torri bolognesi) che sia stata successiv18556050_10155129647113382_7996896471988408450_namente mozzata. La torre venne adibita nel XVIII secolo a prigione per il foro ecclesiastico (all’interno sono ancor oggi visibili la sala dei carcerati e i loro graffiti) e poi divenne abitazione privata, quindi struttura ricettiva. A 18 metri dal suolo vi è lo stemma in arenaria, oggi molto degradato, del primo Arcivescovo di Bologna, Gabriele Paleotti.


asinelliPRIMA TAPPA: TORRE DEGLI ASINELLI…
(97 metri e 498 gradini per raggiungere la cima) Alla fine del ‘300 passò in proprietà al Comune. Il portale, posto sul lato della Torre che dà su Strada Maggiore, fu costruito in epoca rinascimentale quando la torre fu corredata del basso torresotto merlato. Il torresotto ha ospitato, prima, un corpo di guardia, poi, botteghe artigiane e commerciali. Subito dietro il portale, si trova la porticina, con architrave in selenite, che dà accesso alla torre. Questa piccola porta non è coeva alla torre poiché, come detto, tali costruzioni, che avevano scopo prima di tutto difensivo/offensivo, non presentavano porte di accesso, bensì una portafinestra posta a diversi metri dal suolo. Le torri erano, infatti, provviste di vari ballatoi esterni in legno sorretti da barre in selenite, dette meniani, di cui oggi è possibile osservare solo i monconi. Nel corso dei secoli la Torre degli Asinelli ha rappresentato un luogo simbolo per diversi aspetti della vita civile e militare bolognese: gli scienziati Giovanni Battista Riccioli (nel 1640) e Giovanni Battista Guglielmini (nel secolo successivo) utilizzarono la torre per esperimenti sul moto dei gravi e sulla rotazione della terra. Durante la seconda guerra mondiale,tra il 1943 e il 1945, la torre fu utilizzata con funzioni di avvistamento: quattro volontari si appostavano in cima alla torre durante i bombardamenti al fine di indirizzare i soccorsi verso i luoghi colpiti dalle bombe alleate. Infine, una curiosità: la Torre Asinelli nella sua lunga storia fu spesso colpita da fulmini, finché nel 1824 fu collocato l’impianto parafulmine. C’è una leggenda, collegata alla Torre degli Asinelli, di cui parleremo.


STorreGarisenda,Bologna ECONDA TAPPA: TORRE GARISENDA…
Citata nella Divina Commedia di Dante Alighieri, è famosa per la sua pendenza di 3,25 metri verso est/sudest, che indusse ad abbassarla di circa 20 metri a metà del ‘300. A partire dal Quattrocento la torre fu acquistata dall’Arte dei Drappieri, che ne diventò, poi, l’unica proprietaria fino alla fine dell’Ottocento, quando divenne proprietà comunale. Le superfici murarie esterne della torre sono state restaurate fra il 1998 ed il 2000, mentre una prima fase del consolidamento delle murature è stata attuata nel 1999 – 2000. La torre è visitabile dall’esterno.


torreuguzzoniTERZA TAPPA: TORRE DEGLI UGUZZONI…
Situata all’interno della zona della città storicamente riconosciuta come “Ghetto Ebraico”, costruita nel XIII secolo. A differenza delle altre torri costruite tra l’XI e XII secolo, presenta un’elegante porta a sesto acuto all’incirca a livello del suolo che già esisteva all’epoca della sua costruzione. Questa torre, con i due cavalcavia che la fiancheggiano, rappresenta uno degli angoli più caratteristici della Bologna Medievale. Uno dei cavalcavia ha una bella finestra in terracotta di foggia quattrocentesca. Al contrario delle torri vicine (Asinelli,Garisenda, Altabella, Prendiparte) qui alcuni blocchi diselenite del basamento sembrano, almeno in parte, d’epoca, vale a dire non sostituiti durante i restauri eseguiti tra ‘800 e ‘900. Parleremo della torre, collegata alla storia della Lady nera, di Bologna.


GUIDOZAGNIQUARTA TAPPA: TORRE DEI GUIDOZAGNI…
Dopo il crollo avvenuto nel 1487, divenne una casa-torre, cioè un’abitazione fortificata. Questa edificio rappresenta una testimonianza del passato feudale della città e la rivalità tra le famiglie nobili dell’epoca.

ARRENGOQUINTA TAPPA: TORRE DELL’ARRENGO…
Guardando frontalmente palazzo Re Enzo dal centro della Piazza, si vede la Torre dell’Arengo. Lo scarso spessore dei suoi muri alla base, soprattutto nei lati di est-nord e ovest e le  fondamenta poco profonde, non l’hanno mai resa decisamente solida. In origine e siamo all’inizio del 1200, era soltanto un modesto rialzamento sull’incrocio delle due vie coperte dal voltone. Solo successivamente ha potuto assumere forma di torre, e non prima di aver subito notevoli opere di consolidamento della base, di rafforzamento e di restauro. Poco solida ma molto equilibrista dunque, perché i quattro pilastri la sorreggono ma non le evitano di vibrare. Dal 1453, a vibrare ci ha pensato la campana, innalzata da Aristotele Fioravanti nella cella della torre che ancora oggi è possibile vedere. Meglio nota come il “campanone”, visti i suoi 47 quintali di bronzo, chiamava i bolognesi a raccolta, ed ogni 21 aprile continua a ricordare quel giorno del 1945 quando la città venne liberata dal fascismo.

torre accursioSESTA TAPPA: TORRE ACCURSIO…
Situata in Piazza Maggiore, Torre Accursio è anche nota come Torre dell’Orologio. Accursio, che ne era il proprietario, era arrivato da Firenze per studiare legge e divenuto poi illustre giurista, volle costruirsi la sua casa: una costruzione molto grande che includeva una scuola, con il portico verso la piazza, e una torre in angolo. La torre venne inglobata dalla residenza di Accursio che,  poco dopo la morte del proprietario, venne acquistata dal nuovo Comune, in fase di espansione. Con la vendita della casa, degli Accursi sulla scena rimarrà solo il nome dato al futuro municipio di Bologna. Ciò che ancora oggi salta agli occhi è l’enorme orologio meccanico, posto sulla facciata della Torre nel 1444. Alla meridiana posta sulla torre dell’Arengo restava il compito di segnare le ore diurne e soprattutto il mezzogiorno, rispetto a cui venivano tarati tutti gli altri orologi, mentre dal 1451 il nuovo meccanismo  iniziò a scandire anche la notte. Per fare posto al nuovo orologio la vecchia torre  venne un po’ alzata e completata con una torre di modeste dimensioni e consistenza. Dopo il pesante intervento di restauro di tutto il palazzo, eseguito fra il 1885 e il 1887 da Raffaele Faccioli, dalla torre venne rimosso il parapetto rinascimentale a pilastrini, sostituito con la fascia di mattoni considerata più adatta al nuovo aspetto complessivo del palazzo, di ritrovato stile medievale. Infatti il porticato ora visibile sotto palazzo d’Accursio è relativamente recente.

SETTIMA TAPPA: TORRE GALLUZZI…350px-Torre_Galluzzi
Fa parte della cosidetta triade dei grattacieli medievali di Bologna, insieme alle sue colleghe Prendiparte e Azzoguidi, che si stagliano in un’altra zona del centro. Seppur distanti tra loro, le tre torri appartenevano tutte a famiglie di parte guelfa, ovvero filo papali, e non è un caso che si trovino in zone della città cruciali da questo punto di vista: la Azzoguidi e la Prendiparte accanto alla sede vescovile, e la Galluzzi vicino alla prima sede  comunale, l’allora complesso di Sant’Ambrogio. La Galluzzi ancor oggi si distingue per l’altezza (30 metri, sicuramente ridotti rispetto all’origine) e la robustezza: la torre ha muri talmente spessi che ha sempre scoraggiato attacchi e incendi, ostentando una solidità che era sinonimo di potenza e ricchezza. La Galluzzi è interessante anche per il contesto in cui è inserita:  all’interno di un unico nucleo edilizio, che all’epoca veniva definito “curia”,  in cui si trovavano le case abitative, la cappella gentilizia e le torri di un’unica famiglia. Oggi il piano terra della stessa torre,  ospita una libreria dal cui interno è possibile vedere  il tipo di murature originarie messe in evidenza da un ottimo restauro. Dall’esterno, invece, si può osservare la porta originaria della costruzione, quella che si apre a oltre sei metri dal suolo. Da un lato la sua forma, ad arco ogivale (o a sesto acuto, cioè appuntito), dimostra la relativa modernità della Torre, visto che le consorelle antecedenti hanno tutte porte e finestre a modiglioni – cioè squadrate – o a tutto sesto – cioè circolari, stilisticamente più antiche. Dall’altro lato, lascia intravedere una chiara usura da calpestio: ciò potrebbe dimostrare come la porta fosse un punto di collegamento tra la torre e la casa di legno che le si addossava, aggrappata con le sue travi alla muratura della torre stessa.


L’evento, che si terrà domenica, 11 giugno 2017 (con punto di ritrovo presso piazza Galvani, davanti alla Banca di Bologna), partirà alle ore 10 e alle ore 11 (due turni), con guida turistica certificata dalla Regione Emilia Romagna e si concluderà dopo un paio d’ore. Auricolari forniti dallo staff, per un eccellente ascolto del tour. 

Costo della sola visita guidata (con guida turistica + radio guide):  25,00.
Visita guidata + pranzo (con cucina tradizionale o vegetariana, presso la “Trattoria Belfiore”):  45,00.
I bambini, sotto i 6 anni di età e i portatori di disabilità, non pagano la visita guidata (pagano per intero, soltanto il pranzo). I ragazzi, dai 7 ai 18 anni, gli over 65, usufruiscono di uno sconto di € 3,00 sul costo del tour.

Per partecipare alla visita guidata, è obbligatorio prenotarsi, spedendo un SMS/Whatsapp, al numero +39 3897995877, oppure, mandando un messaggio alla pagina di Facebook “I love Emilia Romagna” (indicate il nome e cognome di ogni partecipante, numero di telefono e almeno un indirizzo email).

La quota di partecipazione, per questioni logistiche e amministrative, sarà da saldare in anticipo, tramite carta di credito (PayPal), oppure, bonifico bancario.

In caso di maltempo, la visita guidata si effettuerà ugualmente.

Durante l’evento, verranno scattate fotografie, che successivamente, saranno pubblicate sulla pagina di Facebook.


Buon divertimento con le visite guidate di “I love Emilia Romagna”…