Bologna, 23 dicembre, ore 10: “Scorci di Natale”. Affreschi, presepi, meridiane, Nettuno, pranzo e lotteria finale (con ricchi premi collegati alla tradizione bolognese)…

Nel capoluogo emiliano l’appuntamento con la tradizione si rinnova ogni anno in occasione del Natale

scorci_di_natale“Scorci di Natale” è un viaggio. Un viaggio nella Bologna della suggestiva tradizione natalizia. 

La febbre natalizia sale in maniera palpabile, in quel del Capoluogo emiliano. Opere di livello elevatissimo, accompagnate da storie della tradizione, contornate dagli odori tipici del torrone e della frutta tostata, dei dolciumi e delle spezie, che provengono dal Mercato di Mezzo. E visto che, la Fontana del Nettuno riapre in tutto il suo splendore, il 22 dicembre, sarà tappa del tour.

4195306679_96e86653e0_bPrima tappa: AFFRESCO PRESEPE DEI CARRACCI, SANTA MARIA DELLA PIOGGIA…
Situata all’incrocio fra via Galliera e via Riva di Reno la chiesa, conosciuta oggi con il nome di Santa Maria della Pioggia, era originariamente nota come Chiesa di San Bartolomeo di Reno. Accanto ad essa nel Medioevo scorreva infatti il Canale di Reno, poi sotterrato, a cui la chiesa doveva il nome. Il santuario fu poi intitolato alla Vergine della Pioggia, la cui tavola conservata nella chiesa raffigura una Madonna col Bambino circondati da sette teste d’angeli attribuita al pittore del quattrocento Michele di Matteo. La tavola è considerata miracolosa per vari motivi: ritrovata indenne sotto le macerie di un palazzo distrutto da un incendio, ad essa vennero attribuiti la restituzione della vista ad un cieco venuto per rendere omaggio all’icona riscoperta e l’aiuto offerto ai Bolognesi durante un grave periodo di siccità avvenuto nel ‘500. L’interno della chiesa si compone di un’unica navata con tre cappelle laterali per lato, coperta da una volta a botte affrescata. Le opere oggi presenti derivano da generose offerte lasciate dalla cittadinanza per arricchire e ringraziare la nobile opera di assistenza della chiesa, tra cui spiccano Circoncisione e Adorazione dei Pastori di Agostino Carracci e Madonna in trono con Bambino fra le sante Caterina e Lucia di Lorenzo Sabbatini.
Da Via Riva di Reno si accede agli ambienti che portano al primo piano del complesso un tempo intitolato a San Bartolomeo di Reno e che ospitava alcune sale dell’orfanotrofio e l’oratorio sede della Compagnia di San Bartolomeo. Si sale per la scalinata settecentesca su cui domina il  Paesaggio con San Bartolomeo di Ludovico Mattioli. Nelle sale si possono trovare degli affreschi del cinquecento e una particolare scultura in terracotta di Alfonso Lombardi rappresentante San Bartolomeo.

247px-Paolo_uccello,_adorazione_del_bambino,_bologna_01Seconda tappa: IL BUE E L’ASINELLO, DI PAOLO UCCELLO, CHIESA DI SAN MARTINO…
L’opera, oggi collocata nella prima cappella a sinistra della chiesa, era stata originariamente dipinta in sagrestia, da cui fu staccata in maniera brutale, salvando solo due grandi frammenti. Fu commissionata da una famiglia privata di cui sono raffigurati alcuni membri nell’affresco stesso. A mano libera si legge una data graffita: interpretata inizialmente come 1437, è forse invece 1431, come sembrano propendere le letture più recenti. Una cornice dentellata scorciata e illuminata in maniera diversa con cura, inquadra la scena dell’Adorazione del Bambino ambientata sotto la capanna di Betlemme il cui tetto e la cui parete sinistra sono scorciati con ardita complessità. Si riconoscono nella metà inferiore la Madonna inginocchiata, il Bambino disteso che si solleva come un piccolo Ercolino (evidenti sono i richiami alle citazioni dell’antico di Donatello e Masaccio), il bue e l’asinello in scorcio e due personaggi in costumi contemporanei, uno inginocchiato e uno stante, forse una donna a giudicare dall’esile mano. Si tratta quasi certamente dei committenti dell’opera. Appena visibile, a sinistra in alto, la testa di san Giuseppe. Nella metà superiore, sullo sfondo, i tre re Magi cercano smarriti la stella che li guiderà, mentre una sottile falce di luna rischiara il cupo cielo notturno. Le figure inferiori appaiono slanciate e monumentali, esaltate nella volumetria dallo sfondo scuro. L’incisiva illuminazione, che esalta il chiaroscuro con ampie campiture illuminate, anticipa la possanza scultorea di artisti quali Piero della Francesca e Mantegna.

download (1)Terza tappa: CHI E’ BABBO NATALE? SAN NICOLO’ DEGLI ALBARI, VIA OBERDAN…
Ricostruita completamente da Nicola Barelli intorno al 1680, ha subito restauri all’inizio del XIX secolo. Nell’interno è conservato un capolavoro giovanile di Giuseppe Maria Crespi, la Tentazione di Sant’Antonio (1690 c.). San Nicolò è uno dei Santi più venerati nel mondo e la sua fama è universale. Particolarmente sentito è a Trieste il culto del Santo protettore dei bambini che il 6 dicembre di ogni anno porta dei doni a quelli buoni e carbone a quelli più discoli. Nicola nacque in Medio Oriente presumibilmente nella città di Patana nella regione della Licia (attualmente in Turchia) attorno all’anno 270 d.C. da una famiglia nobile molto ricca. Rimase orfano molto presto ed usò le proprie ricchezze per aiutare i più poveri. Divenne sacerdote nella città di Myra, sempre nella regione della Licia, dove in seguito ne fu il Vescovo. Grandissime sono le doti ed i miracoli ancora in vita attributi a questo religioso, dalla resurrezione di tre bambini uccisi da un oste all’aver scongiurato una carestia nella città, dall’aver calmato una tempesta in mare all’aver salvato dalla pena di morte tre ufficiali condannati ingiustamente. Moltissimi altri miracoli sono inoltre a lui attribuiti dopo la sua morte ma la leggenda di San Nicolò narra anche di un padre, nobile decaduto, costretto a mandare alla prostituzione le sue tre figlie non potendo offrire loro la possibilità di un matrimonio decoroso, al quale Nicola gettò dentro la finestra tre sacchetti pieni di monete, una ogni notte per tre notti di seguito; nell’iconografia del Santo troviamo infatti, oltre alla mitra ed al bastone pastorale, anche tre sacchetti o tre palle d’oro. Per tutto questo e molto altro ancora, San Nicola è oggi il Santo Protettore dei bambini, delle ragazze nubili, degli scolari, dei marinai, dei farmacisti, degli avvocati, profumieri, bottai, mercanti, pescatori e delle vittime di errori giudiziari. In vita fu perseguitato da Diocleziano ma fu liberato da Costantino e sembra sia stato uno dei 318 partecipanti al Primo Concilio di Nicea del 325 voluto dall’Imperatore Costantino per sedare i conflitti interni della Chiesa. Morì a Myra il 6 dicembre di un anno non ben definito (presumibilmente nel 343). Il 9 maggio del 1087, 62 marinai partiti da Bari, trafugarono le spoglie del Santo dalla città di Myra conquistata dai Musulmani e le portarono nella città pugliese. Alcuni anni dopo la Serenissima riuscì a trafugare altre ossa del Santo rinvenute nella zona del suo primo sepolcro a Myra e le depositarono nella chiesa di San Nicolò sul Porto del Lido. San Nicola è quindi il patrono di Bari e si festeggia sia il 6 dicembre che il 9 maggio. Nelle zone di Trieste, Gorizia, basso Friuli, Istria e Alto Adige (zone ex Impero Austro-Ungarico), permane il culto di San Nicolò che porta, doni, mandarini e dolci ai bambini al loro risveglio il 6 di dicembre. Dal culto di San Nicola nasce quello di Santa Klaus (ossia Saint Nikolaus) o semplicemente Babbo Natale, che viene festeggiato tradizionalmente il giorno di Natale.

download (2)Quarta tappa: ADORAZIONE DEI MAGI, DI SIMONE DEI CROCEFISSI, PRESSO LA BASILICA DI SANTO STEFANO…
Chiamata anche chiesa della Santa Croce o del Calvario o della Trinità. In origine doveva essere edificata in forma di basilica a 5 navate, con abside antistante il santo giardino (cortile di Pilato) e la facciata verso est, esattamente com’era in origine il Santo Sepolcro a Gerusalemme voluto da Constantino. Probabilmente per mancanza di fondi, Petronio non riuscì a portare a termine l’edificio che rimase incompiuto. Successivamente, con l’avvento dei Longobardi, sarebbe divenuta Battistero. Agli inizi del mille, durante le ricostruzioni operate dai benedettini, ci furono parecchie incertezze su come terminare l’opera, considerando che anche l’originale Santo Sepolcro era stato pesantemente alterato e proprio in quegli anni il califfo fatimita al-Hakim ne operava la distruzione. Così avendo perso i riferimenti storici di com’era in origine, i benedettini non riuscirono a completarlo. Dopo le scriteriate ristrutturazioni tardo ottocentesche, attualmente si presenta divisa in 5 navate, con la facciata antistante il cortile e l’abside rivolta a est, entrambe costruite in stile neoromanico sul modello del Santo Sepolcro edificato dai crociati. Dal tempo delle Crociate e fino al 1950, nella cappella centrale era custodita una reliquia della Santa Croce. Di grande interesse, nell’ultima cappelletta, entrando a destra, è sistemato permanentemente il grande gruppo ligneo dell’Adorazione dei Magi, con statue a grandezza d’uomo. Si tratta del più antico presepio conosciuto al mondo composto da statue a tutto tondo.[5] Uno studio approfondito dell’opera pubblicato nel 1981 da Massimo Ferretti, alla fine del primo grande restauro effettuato da Marisa e Otello Caprara, ha identificato che lo scultore delle statue è lo stesso Maestro del Crocefisso 1291 custodito nelle Collezioni d’Arte del Comune di Bologna. L’opera fu prima scolpita da tronchi di tiglio e di olmo, forse nell’ultimo decennio del XIII secolo da uno anonimo scultore bolognese. L’opera rimase senza coloritura fino al 1370, quando fu incaricato il pittore bolognese Simone dei Crocifissi che ne curò la ricca policromia e la doratura con il suo personalissimo stile gotico. Il restauro del 1981 fece riemergere la splendida policromia, che si era oscurata nel corso dei secoli, come è possibile vedere nelle foto precedenti a quel restauro. Ma con il successivo trascorrere degli anni l’umidità della Chiesa, in cui l’opera era esposta per tutto l’anno, aveva iniziato a rovinare di nuovo la policromia. Per tale ragione agli inizi del 2000 le statue sono state prelevate un paio alla volta e sono state nuovamente restaurate, fino al 2004, in cui tutta l’opera è stata esposta nella Pinacoteca di Bologna, dove è rimasta fino al Natale 2006, quando è stata riportata a Santo Stefano. Infine, il 21 gennaio 2007 è stata inaugurata l’opera al completo dentro a una grande teca a umidità e temperatura controllate elettronicamente, dotata di vetri antisfondamento, che ospita l’intero gruppo in forma definitiva e permanente.

meridianawebQuinta tappa: SOLSTIZIO D’INVERNO SULLA MERIDIANA PIU’ LUNGA DEL MONDO, PRESSO LA BASILICA DI SAN PETRONIO…
Al posto degli orologi, una meridiana. Nella basilica di San Petronio sapere che ore sono non è impossibile. La struttura ospita infatti lameridiana più lunga del mondo. Misura 67 metri e attraversa il pavimento della chiesa fin dal 1657. A realizzarla fu Domenico Cassini, professore di astronomia, convinto che il moto dei pianeti dipendesse da quello del Sole. Secondo questa teoria, quindi, l’unico modo per studiare le orbite planetarie era indagare su quella solare. La basilica era un luogo perfetto per i suoi esperimenti: grande abbastanza e con una meridiana già presente. La prima fu infatti inserita in San Petronio tra il 1575 e il 1576 dal domenicano Egnazio Danti, che già si era occupato della meridiana di Santa Maria Novella a Firenze. Questo primo esemplare, però, fu distrutto da alcuni lavori di allungamento della chiesa. A sostituirlo arrivò la meridiana di Cassini, che per portare a termine il suo progetto forò il tetto della navata sinistra a 27,07 metri di altezza. In questo modo si poteva vedere il sole senza alcun intralcio. A terra venne invece disegnata una linea in ferro con un lastricato di marmo su cui vennero incisi i segni zodiacali, i mesi e gli equinozi. La meridiana venne poi restaurata nel 1775 da Eustachio Zanotti, che sostituì il ferro della linea sul pavimento con l’ottone. L’idea di Cassini alla fine risultò vincente: non solo riuscì a dimostrare che il Sole ha due tipi di moto, uno reale e uno apparente, ma la sua meridiana, pari alla seicentomillesima parte del meridiano terrestre, si affermò come strumento di precisione. Uno strumento che ancora oggi ci permette di riconoscere il mezzogiorno solare per tutto l’anno, in qualsiasi stagione.

Fontana-di-Nettuno-Bologna-50445-1 Sesta tappa: FONTANA DEL NETTUNO, APPENA RESTAURATA (IL 22/12/2017, SI E’ TENUTA LA RELATIVA INAUGURAZIONE…
In marmo e bronzo, la Fontana del Nettuno fu costruita dal fiammingo Giambologna su progetto di Tommaso Laureti tra il 1563 e il 1566.
E’ il simbolo del potere papale: come Nettuno domina le acque, così il Papa domina il mondo.
Ai piedi del Dio sono infatti quattro putti, che rappresentano Gange, Nilo, Rio delle Amazzoni e Danubio, cioè i fiumi dei continenti allora conosciuti.


INOLTRE…
Pranzo con lotteria finale, presso la trattoria Belfiore, di via Marsala n. 13/A. Lo stesso, può essere tradizionale o vegetariano. Vino, acqua, caffé e amaro della casa, compresi. Ricchi premi in prodotti tradizionali, bolognesi.

L’evento, che si terrà sabato, 23 dicembre 2017 (con punto di ritrovo presso Santa Maria della Pioggia, via Riva di Reno n. 124), partirà alle 10, con guida turistica certificata dalla Regione Emilia Romagna e si concluderà dopo due ore e mezzoAuricolari forniti dallo staff, per un eccellente ascolto del tour. 

Costo della sola visita guidata (con ingresso presso la Basilica di San Petronio, la Basilica di Santo Stefano e Santa Maria della Pioggia) + guida turistica + radio guide:  20,00.
Visita guidata + pranzo (con cucina tradizionale o vegetariana + partecipazione alla lotteria, presso la “Trattoria Belfiore”):  38,00.
I bambini, sotto i 6 anni di età e i portatori di disabilità, non pagano la visita guidata (pagano per intero, soltanto il pranzo). I ragazzi, dai 7 ai 18 anni, gli over 65, usufruiscono di uno sconto di € 2,00 sul costo della visita guidata.

Per partecipare alla visita guidata, è obbligatorio prenotarsi, spedendo un SMS/Whatsapp, al numero +39 3897995877, oppure, mandando un messaggio alla pagina di Facebook “I love Emilia Romagna” (indicate il nome e cognome di ogni partecipante, numero di telefono e almeno un indirizzo email).

La quota di partecipazione, per questioni di esclusività del tour, con ingressi a tappe, prenotati e remunerati in anticipo, sarà da saldare in anticipo, tramite carta di credito (PayPal), oppure, bonifico bancario.

In caso di maltempo, la visita guidata si terrà ugualmente.

Durante l’evento, verranno scattate fotografie, che successivamente, saranno pubblicate sulla pagina di Facebook.


Buon divertimento con le visite guidate di “I love Emilia Romagna”…

Bologna, 13 gennaio 2018, ore 14: “Tutti giù per terra”. Viaggio in quattro tappe, nel sottosuolo della città…

A Bologna, c’è tutto un mondo da scoprire, che racconta una parte della città a molti sconosciuta: dalle chiese sotterranee, ai canali nascosti, fino al rifugio antiaereo, utilizzato durante la seconda guerra mondiale…

tuttigiuperterra_BOLOGNA_11“Tutti giù per terra” è un viaggio. Un viaggio nella Bologna antica. Una Bologna d’altri tempi. Quattro tappe ricche di vicende storiche che partono dalla Bononia antica e arrivano ai giorni terribili della seconda guerra mondiale.

Un tour davvero singolare, che partirà dal rifugio antiaereo, farà tappa in uno scorcio di una Piccola Venezia d’altri tempi, scendendo a ridosso del canale Reno, con i suoi corsi d’acqua, continuerà nella suggestiva cripta di San Vitale e Agricola. Andremo a visitare le quattro interessantissime tappe, segnalate, ricche di suggestione e storicità. Tra una tappa e l’altra, si attraverserà il centro storico, passando per l’antico Ghetto Ebraico.

rifugio2Prima tappa: RIFUGIO ANTIAEREO DEL PINCIO…
Sotto la minaccia di probabili attacchi aerei sulla città è approvato dal Comune il progetto per un grande rifugio sotto la Montagnola. Come primo provvedimento viene sgomberato in fretta il magazzino comunale del Pincio, dove è depositata una grande quantità di legna e altro materiale. Si tratta dei resti di una ghiacciaia dell’antico “castello del papa”, più volte edificato, tra il XIV e il XVI secolo, nei pressi di Porta Galliera e più volte distrutto dai bolognesi. Il ricovero antibomba è appaltato alla ditta Del Fante, che innanzitutto edifica una serie di bagni, con scarico nel vicino torrente Aposa, e un rifugio antigas dotato di porte stagne, che durante la guerra sarà utilizzato come infermeria. L’allestimento del primo lotto del rifugio procederà speditamente e la consegna avverrà il 12 giugno, con un mese di anticipo rispetto al previsto. Il colosso blindato comincerà ad essere utilizzato, e spesso abitato in pianta stabile, dopo le prime incursioni aeree, in particolare dopo quella disastrosa del 24 luglio, che colpirà in più punti il centro cittadino. Il primo lotto sarà in seguito prolungato con un enorme tubo in muratura, che porterà la capienza complessiva a 2.500 persone. Nel 1944 saranno aggiunte altre gallerie, con ingressi dal giardino della Montagnola, da via Indipendenza e da via del Pallone. Intitolato, dopo la sua uccisione, all’ex segretario del PNF Ettore Muti, il grande rifugio della Montagnola sarà l’ultimo ad essere completamente sgomberato: ospiterà alcune famiglie sfollate fino al 1947, ben oltre il termine del conflitto.

canale delle moline a bolognaSeconda tappa: CANALE DI RENO: VIA PIELLA, AFFACCIO SUL CANALE…
Scampato alle coperture attuate fra gli anni Trenta e Cinquanta del Novecento, questo tratto di canale fungeva da fossato difensivo della seconda cerchia muraria, edificata n
ell’XI secolo. In passato il canale era fornito di lavatoi privati a ponte levatoio, costituiti da tavolati di legno sospesi sul livello dell’acqua, e di botti e vasche in cui si calavano le lavandaie per lavare i panni senza bagnarsi.

salaborsascavi_galleryTerza tappa: SCAVI DI SALA BORSA…
Sotto il cristallo della piazza coperta si possono ammirare gli antichi scavi e la sedimentazione delle varie civiltà in uno scenario di armonia e di luce. Rivivono così secoli di storia, dai primi insediamenti di capanne della civiltà villanoviana del VII secolo a.C., alla Felsina etrusca, alla Bononia romana fondata nel 189 a.C. Che cosa sia stata nel tempo la parte nord del palazzo di città che si affaccia su piazza Nettuno ce lo raccontano gli scavi archeologici intrapresi nel corso dei lavori dell’attuale sistemazione di Sala Borsa. Le tracce di edifici pubblici e religiosi e l’assetto urbanistico testimoniano che il luogo è stato fin dalle origini il baricentro della vita pubblica cittadina. La stratigrafia degli scavi scopre le trasformazioni che si sono verificate in età romana fino a quando, tra la fine del V sec. ed il VII sec. d.C., l’area subisce sempre più marcati fenomeni di degrado, dal crollo delle strutture a spogli del materiale di pregio. La depauperazione del territorio provoca una notevole riduzione degli edifici, fino alla loro quasi totale scomparsa all’inizio dell’alto medioevo.

davQuarta tappa: CANALE DI RENO: APERTURA ESCLUSIVA DEL GUAZZATOIO (CON DISCESA A RIDOSSO DEL CANALE RENO)…
Lo scivolo scendeva a un guazzatoio destinato all’abbeveraggio e al davlavaggio degli equini e dei bovini, realizzato nel canale di Reno nel 1219, anno in cui venne aperta la piazza del Mercato (attuale piazza VIII Agosto).

 

 


L’evento, che si terrà sabato, 13 gennaio 2018 (con punto di ritrovo presso Dynamo, la Velostazione, di via dell’Indipendenza n. 71/Z), partirà alle 14, con guida turistica certificata dalla Regione Emilia Romagna e si concluderà dopo due oreAuricolari forniti dallo staff, per un eccellente ascolto del tour. 

Costo della sola visita guidata (con ingresso esclusivo presso gli scavi di Sala Borsa + rifugio antiaereo del Pincio + Guazzatoio + guida turistica + radio guide):  25,00.
Visita guidata + cena (con cucina tradizionale o vegetariana, presso la “Trattoria Belfiore”):  45,00.
I bambini, sotto i 6 anni di età e i portatori di disabilità, non pagano la visita guidata (pagano per intero, soltanto la cena). I ragazzi, dai 7 ai 18 anni, gli over 65, usufruiscono di uno sconto di € 3,00 sul costo della visita guidata.

Per partecipare alla visita guidata, è obbligatorio prenotarsi, spedendo un SMS/Whatsapp, al numero +39 3897995877, oppure, mandando un messaggio alla pagina di Facebook “I love Emilia Romagna” (indicate il nome e cognome di ogni partecipante, numero di telefono e almeno un indirizzo email).

La quota di partecipazione, per questioni di esclusività del tour, con ingressi a tappe, prenotati e remunerati in anticipo, sarà da saldare in anticipo, tramite carta di credito (PayPal), oppure, bonifico bancario.

In caso di maltempo, la visita guidata si terrà ugualmente (verrà modificato esclusivamente il punto di ritrovo).

Durante l’evento, verranno scattate fotografie, che successivamente, saranno pubblicate sulla pagina di Facebook.


Buon divertimento con le visite guidate di “I love Emilia Romagna”…

Bologna, 13 gennaio, ore 10: “Giù la testa”. Cunicoli e condotti, sotterranei, realizzati per alimentare la fontana del Nettuno…

Nel sottosuolo di Bologna, c’è tutto un mondo da scoprire, che racconta una parte della città a molti sconosciuta…

giulatesta_bologna“Giù la testa” è un viaggio. Un viaggio nella Bologna rinascimentale. Una cisterna, ricca di cunicoli e condotti, sotterranei, che furono realizzati per alimentare la fontana del Nettuno e l’Orto dei Semplici (attuale piazza coperta di Sala Borsa).

Un tour davvero singolare, su due livelli, dove sono situate vasche originariamente destinate a raccogliere l’acqua proveniente da quattro condotti che si inoltrano nella collina di Valverde e spettacolari cunicoli in mattoni, che si utilizzavano per raccogliere le acque cittadine.

BAGNI3Bagni di Mario o Conserva di Valverde…
Nome erroneamente dato alla Conserva di Valverde, che si suppose luogo per uso termale quando venne scoperta, nel XX secolo, anche se in realtà non ha mai avuto attinenza con quell’uso. Cisterna di epoca rinascimentale (1563) eseguita da Tommaso Laureti, architetto palermitano, fu realizzata per alimentare la Fontana del Nettuno e altre particolarità idrauliche come l’Orto dei Semplici (oggi piazza coperta della ex Sala Borsa).
La struttura è impostata su due livelli.

i-bagni-di-marioLivello superiore: scendendo nel sottosuolo incontriamo, oltre ad un vestibolo, una spettacolare sala ottagonale (sovrastata da un’ampia cupola avente stessa forma) dove, nel piano di calpestio, sono scavate otto piccole vasche originariamente destinate a raccogliere l’acqua proveniente da quattro condotti che si inoltrano nella collina di Valverde. Da questi l’acqua usciva depurata mediante un procedimento di decantazione. All’interno del primo cunicolo si segnala la particolarità di un camino di aerazione completamente ricoperto da incrostazioni calcaree secolari. Sempre al livello superiore è presente una seconda piccola camera ottagonale, detta Cisternetta, dotata di un’ulteriore vasca di decantazione, collegata, tramite una breve scala, alla sala principale. L’acqua che usciva da questa seconda camera scendeva al livello inferiore tramite apposita tubazione.

bologna-acque-sotterranee-cisterna-di-valverde-bagni-di-mario-5Livello inferiore: tutte le acque provenienti dal livello superiore procedevano all’interno di un cunicolo in mattoni fin nei pressi della chiesa di Santa Maria dell’Annunziata, dove si univano a quelle del condottobologna-acque-sotterranee-cisterna-di-valverde-bagni-di-mario-800 del Remondato (Fonte Remonda) che a sua volta raccoglieva le acque che scaturivano da san Michele in Bosco.


L’evento, che si terrà sabato, 13 gennaio 2018 (con punto di ritrovo presso Bagni di Mario – Conserva di Valverde, via Bagni di Mario n. 10, Bologna), partirà alle 10, con guida turistica certificata dalla Regione Emilia Romagna e si concluderà dopo un’ora. Auricolari forniti dallo staff, per un eccellente ascolto del tour. 

Costo della sola visita guidata (con ingresso esclusivo + guida turistica + radio guide):  25,00.
I bambini, sotto i 6 anni di età, non possono partecipare. I ragazzi, dai 7 ai 18 anni e gli over 65, usufruiscono di uno sconto di € 2,00 sul costo della visita guidata. Le persone con disabilità, non pagano.

Per partecipare alla visita guidata, è obbligatorio prenotarsi, spedendo un SMS/Whatsapp, al numero +39 3897995877, oppure, mandando un messaggio alla pagina di Facebook “I love Emilia Romagna” (indicate il nome e cognome di ogni partecipante, numero di telefono e almeno un indirizzo email).

La quota di partecipazione, per questioni di esclusività del tour, con ingressi a tappe, prenotati e remunerati in anticipo, sarà da saldare in anticipo, tramite carta di credito (PayPal), oppure, bonifico bancario.

In caso di maltempo, la visita guidata si terrà ugualmente, perché completamente al chiuso (verrà modificato esclusivamente il punto di ritrovo).

Durante l’evento, verranno scattate fotografie, che successivamente, saranno pubblicate sulla pagina di Facebook.


Buon divertimento con le visite guidate di “I love Emilia Romagna”…

Santarcangelo di Romagna (RN), 17 dicembre, ore 10: “Tutti giù per terra”. Viaggio nella città sotterranea e nel borgo medievale…

Nel sottosuolo di Santarcangelo di Romagna, c’è una storia sotterranea e misteriosa, dove cavità, pozzi, cunicoli e gallerie, costituiscono una città sotterranea, ai più ancora sconosciuta…

tuttigiuperterra_sant_natal“Tutti giù per terra” è un viaggio. Un viaggio misterioso ed emozionante. Una Santarcangelo d’altri tempi. Un sottosuolo ricco di vicende storiche, dove esistono suggestioni e sensazioni uniche, in un mondo sotterraneo, isolato nella sua quiete millenaria.

Un tour davvero singolare, che partirà dalla città sotterranea e arriverà all’antico borgo medievale. Una visita guidata dall’atmosfera suggestiva e indimenticabile.

grotte01-bigPrima tappa: GLI IPOGEI…
Gli ipogei di Santarcangelo, erroneamente definiti tufacei, sono circa 150, scavati nell’arenaria e nell’argilla. Situati nella parte orientale del colle Giove, sono disposti su tre piani. Vengono distinti in “grotte a struttura semplice“ ed altre a “struttura complessa”. I primi presentano solitamente un corridoio con nicchie laterali a pettine e copertura a botte o crociera; i secondi, complessivamente cinque, sono caratterizzati invece da una struttura molto più articolata. Se per i primi si è ipotizzato un uso pratico (depositi, cantine per la conservazione del nostro Sangiovese, grazie ad una temperatura costante di 12/13 gradi), per i secondi non si esclude, invece, una finalità cultuale. ipogei (58)Gli studiosi, a tale proposito, avanzano numerose ipotesi: tombe etrusche, grotte paleocristiane, sacelli per il culto orientale del Dio Mitra, basilichette di monaci Basiliani. Tuttora è un vero mistero! Sappiamo invece con certezza che, indipendentemente dalla loro origine, sono stati ottimi rifugi per gli abitanti della città durante la seconda guerra mondiale, occasione in cui furono messi tutti in comunicazione.

roccaSeconda tappa: ROCCA MALATESTIANA…
Passeggiando in via della Cella, si giunge all’ingresso dell’imponente Rocca, importante baluardo di difesa della famiglia Malatesta. La struttura è caratterizzata da un’alta torre del XIV secolo, così descritta da Cesare Clementini, storico riminese del 1600: “Carlo Malatesta… rizzò da fondamenti una torre, chi’in altezza e beltà superava le più famose e nominate d’Italia e dentro ad essa erano due scale a lumaca per salire e discendere… riputata poco meno che l’ottava meraviglia del mondo”.

porta_campanoneTerza tappa: PORTA DEL CAMPANONE VECCHIO…
Costituisce il più antico accesso della prima fortificazione sorta sul colle Giove. Era sormontata da una torre campanaria fino al 1880 circa, periodo in cui la popolazione, suo malgrado, decise di abbatterla poiché fatiscente. Sono ancora visibili i resti della prima cinta muraria in prossimità della porta, attraversata la quale si compie un viaggio indietro nel tempo. Piccole casette colorate, bastioni e torri caratterizzano le viuzze del borgo antico, giardini pensili e terrazzi adornati con ulivi e fiori invitano il visitatore a soffermarsi un attimo, assorto nella loro contemplazione, inebriato dai mille colori e dagli intensi profumi.

porta_cerveseQuarta tappa: PORTA CERVESE…
Conosciuta anche come “Porta del Sale”, costituisce l’unico accesso rimasto della seconda cinta muraria della città (in passato erano 4). Costruita dalla famiglia Malatesta, è così denominata poiché immette sulla via che in passato collegava Santarcangelo con Cervia, città nota soprattutto per le numerose saline. Munita in origine di un ponte levatoio, mostra tuttora traccia delle corsie per lo scorrimento degli assi.

campanone Quinta tappa: CAMPANONE
Si erge maestoso (25 metri di altezza) nel cuore del borgo medievale, in piazzetta Galassi; è forse il monumento più identificativo della città. Costruito nel 1893, in stile neogotico con merlatura in alto e coronato dall’immagine di San Michele Arcangelo in ferro battuto a mano indicante la direzione del vento. Il suo profilo ha ispirato numerosi artisti della città ed ha costituito inoltre lo scenario ideale per gli spettacoli più suggestivi del Festival dei Teatri.


L’evento, che si terrà domenica, 17 dicembre 2017 (con punto di ritrovo in via Cesare Battisti n. 5, davanti allo IAT di Santarcangelo di Romagna), partirà alle 10, con guida turistica certificata dalla Regione Emilia Romagna e si concluderà alle 13. Auricolari forniti dallo staff, per un eccellente ascolto del tour. 

Costo della sola visita guidata (con ingresso esclusivo presso gli Ipogei + guida turistica + radio guide):  20,00.
Visita guidata + pranzo (con cucina tradizionale o vegetariana, presso il ristorante “La Tavernetta” – abbiamo testato la trattoria e si mangia in modo spettacolare!):  40,00.
I bambini, sotto i 6 anni di età e i portatori di disabilità, non pagano la visita guidata (pagano per intero, soltanto il pranzo). I ragazzi, dai 7 ai 18 anni, gli over 65, usufruiscono di uno sconto di € 2,00 sul costo del tour.

Per partecipare alla visita guidata, è obbligatorio prenotarsi, spedendo un SMS/Whatsapp, al numero +39 3897995877, oppure, mandando un messaggio alla pagina di Facebook “I love Emilia Romagna” (indicate il nome e cognome di ogni partecipante, numero di telefono e almeno un indirizzo email).

La quota di partecipazione, per questioni di esclusività del tour, con ingressi a tappe, prenotati e remunerati in anticipo, sarà da saldare in anticipo, tramite carta di credito (PayPal), oppure, bonifico bancario.

In caso di maltempo, la visita guidata si terrà ugualmente.

Durante l’evento, verranno scattate fotografie, che successivamente, saranno pubblicate sulla pagina di Facebook.


Buon divertimento con le visite guidate di “I love Emilia Romagna”…

Bologna, 2 dicembre 2017, ore 15:30: “Tutti giù per terra”. Viaggio nei luoghi sotterranei della città…

Nel sottosuolo di Bologna, c’è tutto un mondo da scoprire, che racconta una parte della città a molti sconosciuta: dalle chiese sotterranee, alle civiltà villanoviana e romana, ai canali nascosti, fino al rifugio antiaereo, utilizzato durante la seconda guerra mondiale…

tuttigiuperterra_BOLOGNA“Tutti giù per terra” è un viaggio. Un viaggio nella Bologna antica. Una Bologna d’altri tempi. Un sottosuolo ricco di vicende storiche che partono dall’età villanoviana e arrivano ai giorni terribili della seconda guerra mondiale.

Un tour davvero singolare, che partirà dal rifugio antiaereo, farà tappa in uno scorcio di una Piccola Venezia d’altri tempi, con i suoi corsi d’acqua, continuerà nella suggestiva cripta di San Vitale e Agricola, per terminare nel nuovo percorso, sotterraneo, sito nella stessa (vi ricordiamo che, il tour è artistico/storico/culturale. Andremo a visitare queste interessantissime quattro tappe, ricche di suggestione e storicità. Tra una tappa e l’altra, si attraverserà il centro storico, attraversando l’antico Ghetto Ebraico).

rifugio2Prima tappa: RIFUGIO ANTIAEREO DEL PINCIO…
Sotto la minaccia di probabili attacchi aerei sulla città è approvato dal Comune il progetto per un grande rifugio sotto la Montagnola. Come primo provvedimento viene sgomberato in fretta il magazzino comunale del Pincio, dove è depositata una grande quantità di legna e altro materiale. Si tratta dei resti di una ghiacciaia dell’antico “castello del papa”, più volte edificato, tra il XIV e il XVI secolo, nei pressi di Porta Galliera e più volte distrutto dai bolognesi. Il ricovero antibomba è appaltato alla ditta Del Fante, che innanzitutto edifica una serie di bagni, con scarico nel vicino torrente Aposa, e un rifugio antigas dotato di porte stagne, che durante la guerra sarà utilizzato come infermeria. L’allestimento del primo lotto del rifugio procederà speditamente e la consegna avverrà il 12 giugno, con un mese di anticipo rispetto al previsto. Il colosso blindato comincerà ad essere utilizzato, e spesso abitato in pianta stabile, dopo le prime incursioni aeree, in particolare dopo quella disastrosa del 24 luglio, che colpirà in più punti il centro cittadino. Il primo lotto sarà in seguito prolungato con un enorme tubo in muratura, che porterà la capienza complessiva a 2.500 persone. Nel 1944 saranno aggiunte altre gallerie, con ingressi dal giardino della Montagnola, da via Indipendenza e da via del Pallone. Intitolato, dopo la sua uccisione, all’ex segretario del PNF Ettore Muti, il grande rifugio della Montagnola sarà l’ultimo ad essere completamente sgomberato: ospiterà alcune famiglie sfollate fino al 1947, ben oltre il termine del conflitto.

canale delle moline a bolognaSeconda tappa: ACQUE NASCOSTE A BOLOGNA (osserveremo i canali di via Piella e via Malcontenti)…
Bologna fu uno dei porti più importanti come volume di traffico: 2500 navi con un volume di 200.000 tonnellate di merce in movimento all’anno. Bologna nasconde un complesso reticolo di circa 60 km di vie d’acqua, soltanto in parte visibile. Fin dal XII secolo la città si dota di un sistema idraulico artificiale composto da chiuse, canali e condutture sotterranee che distribuivano l’acqua, utilizzata prevalentemente come fonte di energia per le attività produttive. I Canali di Savena e di Reno sono stati costruiti in epoca medievale per portare le acque dei due fiumi nel cuore della città. Dalla Chiusa di San Ruffillo sul torrente Savena ha origine il canale omonimo che entra nel centro storico a Porta Castiglione. Il Canale di Reno nasce da una grande chiusa che si trova nel vicino Comune di Casalecchio di Reno ed in città scorre al di sotto delle vie della Grada e Riva di Reno, sino a via Capo di Lucca. Le loro acque, una volta uscite dal centro, confluiscono nel Navile,porto_bologna canale un tempo navigabile, lungo 36 km, che consentiva i collegamenti con le città del Nord ed il commercio internazionale. Le città progredite e industriose avevano bisogno di acqua e Bologna riuscì ad imporre ai suoi fiumi e torrenti un dominio tecnico vicino alla perfezione imbrigliandoli in una serie di canali, di chiuse e di chiaviche che consentiva la navigazione mercantile e l’attivazione di opifici e mulini. Della fitta rete di canali che attraversavano la città, in superficie restano i nomi delle vie (via del Porto, via Riva di Reno, via Val D’Aposa, via delle Moline, via Savenella) ed alcuni suggestivi scorci come la “finestrella di via Piella” (la Piccola Venezia), che si affaccia sul canale delle Moline.

2004-cripta_4Terza tappa: CRIPTA DI SAN VITALE E AGRICOLA…
La chiesa si vuole innalzata sui resti dell’Arena romana dove, secondo la tradizione, sotto l’impero di Diocleziano, subirono il martirio i Santi Vitale e Agricola, i cui corpi furono riconosciuti da sant’Ambrogio durante la visita compiuta a Bologna nel 392. Ricostruita dalle monache benedettine
nel secolo XVI, ospita pregevoli opere artistiche tra cui  la rinascimentale cappella di S. Maria degli Angeli attribuita a Gasparo Nadi e una suggestiva cripta millenaria, unico resto della chiesa primitiva. È una delle “sette chiese di Bologna”. Pare che qui sorgesse l’arena di Bononia dove combattevano i gladiatori e, sempre in questo luogo, hanno trovato il martirio Vitale e Agricola. È considerata una delle prime chiese sotterranee che ricordano le catacombe romane. La cripta che si trova nella chiesa é quindi una grande testimonianza storica.

mdeQuarta tappa: SCAVI LONGOBARDO-ROMANI, NEI SOTTERRANEI DELLA CHIESA DI SAN VITALE E AGRICOLA…
Si potranno ammirare antichi scavi e la sedimentazione delle varie civiltà in uno scenario di armonia e di luce. Rivivono così secoli di storia, dai primi insediamenti della civiltà longobarda, alla Bononia romana fondata nel 189 a.C. resto della chiesa primitiva. L’odierna cripta venne ricavata nell’XI sec., da ciò che remde

stava di una basilica tripartita. Un frammento di mattone, prelevato da uno dei pilastri, è risultato essere stato cotto nel 354 A.D. (± 35 anni). Che poi da Ss. Vitale e Agricola, alle 7 Chiese, sia stata la seconda cattedrale di Bologna a sua volta distrutta durante le incursioni ungariche (903) è assai probabile. L’antichità del sito non può essere messa in dubbio: impossibile entrare qui nel merito. Ricordo solo i due sarcofagi di Agricola e Vitale considerati carolingi, ma certamente più antichi (VII-VIII sec.); il sarcofago di S. Giuliana considerato romano di riutilizzo, ma certamente paleocristiano: il crismon e la croce scolpiti simultaneamente alla strigilatura non lasciano dubbi in proposito; l’iscrizione dei due fratelli innocenti (fine IV inizi V sec.), le tracce evidenti di un grande incendio che non contrasta con quello – presunto – appiccato dagli Ungari nel 902, e non ultimi i risultati di numerosi scavi: si tratta quindi di un importantissimo luogo di culto. Ricostruita dalle monache benedettine del secolo XVI, ospita pregevoli opere artistiche tra cui la rinascimentale cappella di S. Maria degli Angeli attribuita a Gasparo Nadi e una suggestiva cripta millenaria, unico resto della chiesa primitiva. È una delle “sette chiese di Bologna.


L’evento, che si terrà sabato, 2 dicembre 2017 (con punto di ritrovo presso Dynamo, la Velostazione, di via dell’Indipendenza n. 71/Z), partirà alle 15:30, con guida turistica certificata dalla Regione Emilia Romagna e si concluderà dopo due ore. Auricolari forniti dallo staff, per un eccellente ascolto del tour. 

Costo della sola visita guidata (con ingresso esclusivo presso la Cripta (incluso IL NUOVO PERCORSO ROMANO/LONGOBARDO) di San Vitale e Agricola + il rifugio antiaereo del Pincio + guida turistica + radio guide):  25,00.
Visita guidata + cena (con cucina tradizionale o vegetariana, presso la “Trattoria Belfiore”):  45,00.
I bambini, sotto i 6 anni di età e i portatori di disabilità, non pagano la visita guidata (pagano per intero, soltanto la cena). I ragazzi, dai 7 ai 18 anni, gli over 65, usufruiscono di uno sconto di € 3,00 sul costo della visita guidata.

Per partecipare alla visita guidata, è obbligatorio prenotarsi, spedendo un SMS/Whatsapp, al numero +39 3897995877, oppure, mandando un messaggio alla pagina di Facebook “I love Emilia Romagna” (indicate il nome e cognome di ogni partecipante, numero di telefono e almeno un indirizzo email).

La quota di partecipazione, per questioni di esclusività del tour, con ingressi a tappe, prenotati e remunerati in anticipo, sarà da saldare in anticipo, tramite carta di credito (PayPal), oppure, bonifico bancario.

In caso di maltempo, la visita guidata si terrà ugualmente, perché le tappe sono al chiuso (verrà modificato esclusivamente il punto di ritrovo), però vi consigliamo di portare con voi un ombrello tascabile, per gli spostamenti, all’aperto, tra una tappa e l’altra.

Durante l’evento, verranno scattate fotografie, che successivamente, saranno pubblicate sulla pagina di Facebook.


Buon divertimento con le visite guidate di “I love Emilia Romagna”…

Bologna, 16 dicembre 2017, ore 15:30: “Tutti giù per terra”. Viaggio nei luoghi sotterranei della città…

Nel sottosuolo di Bologna, c’è tutto un mondo da scoprire, che racconta una parte della città a molti sconosciuta: dalle chiese sotterranee, alle civiltà villanoviana e romana, ai canali nascosti, fino al rifugio antiaereo, utilizzato durante la seconda guerra mondiale…

tuttigiuperterra_BOLOGNA“Tutti giù per terra” è un viaggio. Un viaggio nella Bologna antica. Una Bologna d’altri tempi. Un sottosuolo ricco di vicende storiche che partono dall’età villanoviana e arrivano ai giorni terribili della seconda guerra mondiale.

 

Un tour davvero singolare, che partirà dal rifugio antiaereo, farà tappa in uno scorcio di una Piccola Venezia d’altri tempi, con i suoi corsi d’acqua, continuerà nella suggestiva cripta di San Vitale e Agricola, per terminare nel nuovo percorso, sotterraneo, sito nella stessa.

rifugio2Prima tappa: RIFUGIO ANTIAEREO DEL PINCIO…
Sotto la minaccia di probabili attacchi aerei sulla città è approvato dal Comune il progetto per un grande rifugio sotto la Montagnola. Come primo provvedimento viene sgomberato in fretta il magazzino comunale del Pincio, dove è depositata una grande quantità di legna e altro materiale. Si tratta dei resti di una ghiacciaia dell’antico “castello del papa”, più volte edificato, tra il XIV e il XVI secolo, nei pressi di Porta Galliera e più volte distrutto dai bolognesi. Il ricovero antibomba è appaltato alla ditta Del Fante, che innanzitutto edifica una serie di bagni, con scarico nel vicino torrente Aposa, e un rifugio antigas dotato di porte stagne, che durante la guerra sarà utilizzato come infermeria. L’allestimento del primo lotto del rifugio procederà speditamente e la consegna avverrà il 12 giugno, con un mese di anticipo rispetto al previsto. Il colosso blindato comincerà ad essere utilizzato, e spesso abitato in pianta stabile, dopo le prime incursioni aeree, in particolare dopo quella disastrosa del 24 luglio, che colpirà in più punti il centro cittadino. Il primo lotto sarà in seguito prolungato con un enorme tubo in muratura, che porterà la capienza complessiva a 2.500 persone. Nel 1944 saranno aggiunte altre gallerie, con ingressi dal giardino della Montagnola, da via Indipendenza e da via del Pallone. Intitolato, dopo la sua uccisione, all’ex segretario del PNF Ettore Muti, il grande rifugio della Montagnola sarà l’ultimo ad essere completamente sgomberato: ospiterà alcune famiglie sfollate fino al 1947, ben oltre il termine del conflitto.

canale delle moline a bolognaSeconda tappa: ACQUE NASCOSTE A BOLOGNA (osserveremo i canali di via Piella e via Malcontenti)…
Bologna fu uno dei porti più importanti come volume di traffico: 2500 navi con un volume di 200.000 tonnellate di merce in movimento all’anno. Bologna nasconde un complesso reticolo di circa 60 km di vie d’acqua, soltanto in parte visibile. Fin dal XII secolo la città si dota di un sistema idraulico artificiale composto da chiuse, canali e condutture sotterranee che distribuivano l’acqua, utilizzata prevalentemente come fonte di energia per le attività produttive. I Canali di Savena e di Reno sono stati costruiti in epoca medievale per portare le acque dei due fiumi nel cuore della città. Dalla Chiusa di San Ruffillo sul torrente Savena ha origine il canale omonimo che entra nel centro storico a Porta Castiglione. Il Canale di Reno nasce da una grande chiusa che si trova nel vicino Comune di Casalecchio di Reno ed in città scorre al di sotto delle vie della Grada e Riva di Reno, sino a via Capo di Lucca. Le loro acque, una volta uscite dal centro, confluiscono nel Navile,porto_bologna canale un tempo navigabile, lungo 36 km, che consentiva i collegamenti con le città del Nord ed il commercio internazionale. Le città progredite e industriose avevano bisogno di acqua e Bologna riuscì ad imporre ai suoi fiumi e torrenti un dominio tecnico vicino alla perfezione imbrigliandoli in una serie di canali, di chiuse e di chiaviche che consentiva la navigazione mercantile e l’attivazione di opifici e mulini. Della fitta rete di canali che attraversavano la città, in superficie restano i nomi delle vie (via del Porto, via Riva di Reno, via Val D’Aposa, via delle Moline, via Savenella) ed alcuni suggestivi scorci come la “finestrella di via Piella” (la Piccola Venezia), che si affaccia sul canale delle Moline.

2004-cripta_4Terza tappa: CRIPTA DI SAN VITALE E AGRICOLA…
La chiesa si vuole innalzata sui resti dell’Arena romana dove, secondo la tradizione, sotto l’impero di Diocleziano, subirono il martirio i Santi Vitale e Agricola, i cui corpi furono riconosciuti da sant’Ambrogio durante la visita compiuta a Bologna nel 392. Ricostruita dalle monache benedettine
nel secolo XVI, ospita pregevoli opere artistiche tra cui  la rinascimentale cappella di S. Maria degli Angeli attribuita a Gasparo Nadi e una suggestiva cripta millenaria, unico resto della chiesa primitiva. È una delle “sette chiese di Bologna”. Pare che qui sorgesse l’arena di Bononia dove combattevano i gladiatori e, sempre in questo luogo, hanno trovato il martirio Vitale e Agricola. È considerata una delle prime chiese sotterranee che ricordano le catacombe romane. La cripta che si trova nella chiesa é quindi una grande testimonianza storica.

mdeQuarta tappa: SCAVI LONGOBARDO-ROMANI, NEI SOTTERRANEI DELLA CHIESA DI SAN VITALE E AGRICOLA…
Si potranno ammirare antichi scavi e la sedimentazione delle varie civiltà in uno scenario di armonia e di luce. Rivivono così secoli di storia, dai primi insediamenti della civiltà longobarda, alla Bononia romana fondata nel 189 a.C. resto della chiesa primitiva. L’odierna cripta venne ricavata nell’XI sec., da ciò che remde stava di una basilica tripartita. Un frammento di mattone, prelevato da uno dei pilastri, è risultato essere stato cotto nel 354 A.D. (± 35 anni). Che poi da Ss. Vitale e Agricola, alle 7 Chiese, sia stata la seconda cattedrale di Bologna a sua volta distrutta durante le incursioni ungariche (903) è assai probabile. L’antichità del sito non può essere messa in dubbio: impossibile entrare qui nel merito. Ricordo solo i due sarcofagi di Agricola e Vitale considerati carolingi, ma certamente più antichi (VII-VIII sec.); il sarcofago di S. Giuliana considerato romano di riutilizzo, ma certamente paleocristiano: il crismon e la croce scolpiti simultaneamente alla strigilatura non lasciano dubbi in proposito; l’iscrizione dei due fratelli innocenti (fine IV inizi V sec.), le tracce evidenti di un grande incendio che non contrasta con quello – presunto – appiccato dagli Ungari nel 902, e non ultimi i risultati di numerosi scavi: si tratta quindi di un importantissimo luogo di culto. Ricostruita dalle monache benedettine del secolo XVI, ospita pregevoli opere artistiche tra cui la rinascimentale cappella di S. Maria degli Angeli attribuita a Gasparo Nadi e una suggestiva cripta millenaria, unico resto della chiesa primitiva. È una delle “sette chiese di Bologna.


L’evento, che si terrà sabato, 16 dicembre 2017 (con punto di ritrovo presso Dynamo, la Velostazione, di via dell’Indipendenza n. 71/Z), partirà alle 15:30, con guida turistica certificata dalla Regione Emilia Romagna e si concluderà dopo due ore. Auricolari forniti dallo staff, per un eccellente ascolto del tour. 

Costo della sola visita guidata (con ingresso esclusivo presso la Cripta (incluso IL NUOVO PERCORSO ROMANO/LONGOBARDO) di San Vitale e Agricola + il rifugio antiaereo del Pincio + guida turistica + radio guide):  25,00.
Visita guidata + cena (con cucina tradizionale o vegetariana, presso la “Trattoria Belfiore”):  45,00.
I bambini, sotto i 6 anni di età e i portatori di disabilità, non pagano la visita guidata (pagano per intero, soltanto la cena). I ragazzi, dai 7 ai 18 anni, gli over 65, usufruiscono di uno sconto di € 3,00 sul costo della visita guidata.

Per partecipare alla visita guidata, è obbligatorio prenotarsi, spedendo un SMS/Whatsapp, al numero +39 3897995877, oppure, mandando un messaggio alla pagina di Facebook “I love Emilia Romagna” (indicate il nome e cognome di ogni partecipante, numero di telefono e almeno un indirizzo email).

La quota di partecipazione, per questioni di esclusività del tour, con ingressi a tappe, prenotati e remunerati in anticipo, sarà da saldare in anticipo, tramite carta di credito (PayPal), oppure, bonifico bancario.

In caso di maltempo, la visita guidata si terrà ugualmente, perché completamente al chiuso (verrà modificato esclusivamente il punto di ritrovo).

Durante l’evento, verranno scattate fotografie, che successivamente, saranno pubblicate sulla pagina di Facebook.


Buon divertimento con le visite guidate di “I love Emilia Romagna”…

Bologna, 4 novembre 2017, ore 15:30: “Tutti giù per terra”. Viaggio nei luoghi sotterranei della città…

Nel sottosuolo di Bologna, c’è tutto un mondo da scoprire, che racconta una parte della città a molti sconosciuta: dalle chiese sotterranee, alle civiltà villanoviana, etrusca e romana, ai canali nascosti, fino al rifugio antiaereo, utilizzato durante la seconda guerra mondiale…


tuttigiuperterra_bologna“Tutti giù per terra” è un viaggio. Un viaggio nella Bologna antica. Una Bologna d’altri tempi. Un sottosuolo ricco di vicende storiche che partono dall’età villanoviana e arrivano ai giorni terribili della seconda guerra mondiale.

Un tour davvero singolare, che partirà dalla Cripta di San Vitale e Agricola, toccherà gli scavi di Sala Borsa, farà tappa in uno scorcio di una Piccola Venezia d’altri tempi, con i suoi corsi d’acqua e terminerà nel rifugio antiaereo, situato al di sotto del parco della Montagnola.

2004-cripta_4Prima tappa: CRIPTA DI SAN VITALE E AGRICOLA…
La chiesa si vuole innalzata sui resti dell’Arena romana dove, secondo la tradizione, sotto l’impero di Diocleziano, subirono il martirio i Santi Vitale e Agricola, i cui corpi furono riconosciuti da sant’Ambrogio durante la visita compiuta a Bologna nel 392. Ricostruita dalle monache benedettine nel secolo XVI, ospita pregevoli opere artistiche tra cui  la rinascimentale cappella di S. Maria degli Angeli attribuita a Gasparo Nadi e una suggestiva cripta millenaria, unico resto della chiesa primitiva. È una delle “sette chiese di Bologna”. Pare che qui sorgesse l’arena di Bononia dove combattevano i gladiatori e, sempre in questo luogo, hanno trovato il martirio Vitale e Agricola. È considerata una delle prime chiese sotterranee che ricordano le catacombe romane. La cripta che si trova nella chiesa é quindi una grande testimonianza storica.

salaborsascavi_gallerySeconda tappa: SCAVI DI SALA BORSA…
Sotto il cristallo della piazza coperta si possono ammirare gli antichi scavi e la sedimentazione delle varie civiltà in uno scenario di armonia e di luce. Rivivono così secoli di storia, dai primi insediamenti di capanne della civiltà villanoviana del VII secolo a.C., alla Felsina etrusca, alla Bononia romana fondata nel 189 a.C. Che cosa sia stata nel tempo la parte nord del palazzo di città che si affaccia su piazza Nettuno ce lo raccontano gli scavi archeologici intrapresi nel corso dei lavori dell’attuale sistemazione di Sala Borsa. Le tracce di edifici pubblici e religiosi e l’assetto urbanistico testimoniano che il luogo è stato fin dalle origini il baricentro della vita pubblica cittadina. La stratigrafia degli scavi scopre le trasformazioni che si sono verificate in età romana fino a quando, tra la fine del V sec. ed il VII sec. d.C., l’area subisce sempre più marcati fenomeni di degrado, dal crollo delle strutture a spogli del materiale di pregio. La depauperazione del territorio provoca una notevole riduzione degli edifici, fino alla loro quasi totale scomparsa all’inizio dell’alto medioevo.

canale delle moline a bolognaTerza tappa: ACQUE NASCOSTE A BOLOGNA (visita ai canali di via Piella e via Malcontenti)…
Bologna fu uno dei porti più importanti come volume di traffico: 2500 navi con un volume di 200.000 tonnellate di merce in movimento all’anno. Bologna nasconde un complesso reticolo di circa 60 km di vie d’acqua, soltanto in parte visibile. Fin dal XII secolo la città si dota di un sistema idraulico artificiale composto da chiuse, canali e condutture sotterranee che distribuivano l’acqua, utilizzata prevalentemente come fonte di energia per le attività produttive. I Canali di Savena e di Reno sono stati costruiti in epoca medievale per portare le acque dei due fiumi nel cuore della città. Dalla Chiusa di San Ruffillo sul torrente Savena ha origine il canale omonimo che entra nel centro storico a Porta Castiglione. Il Canale di Reno nasce da una grande chiusa che si trova nel vicino Comune di Casalecchio di Reno ed in città scorre al di sotto delle vie della Grada e Riva di Reno, sino a via Capo di Lucca. Le loro acque, una volta uscite dal centro, confluiscono nel Navile,porto_bolognacanale un tempo navigabile, lungo 36 km, che consentiva i collegamenti con le città del Nord ed il commercio internazionale. Le città progredite e industriose avevano bisogno di acqua e Bologna riuscì ad imporre ai suoi fiumi e torrenti un dominio tecnico vicino alla perfezione imbrigliandoli in una serie di canali, di chiuse e di chiaviche che consentiva la navigazione mercantile e l’attivazione di opifici e mulini. Della fitta rete di canali che attraversavano la città, in superficie restano i nomi delle vie (via del Porto, via Riva di Reno, via Val D’Aposa, via delle Moline, via Savenella) ed alcuni suggestivi scorci come la “finestrella di via Piella” (la Piccola Venezia), che si affaccia sul canale delle Moline.

rifugio2Quarta tappa: RIFUGIO ANTIAEREO DEL PINCIO…
Sotto la minaccia di probabili attacchi aerei sulla città è approvato dal Comune il progetto per un grande rifugio sotto la Montagnola. Come primo provvedimento viene sgomberato in fretta il magazzino comunale del Pincio, dove è depositata una grande quantità di legna e altro materiale. Si tratta dei resti di una ghiacciaia dell’antico “castello del papa”, più volte edificato, tra il XIV e il XVI secolo, nei pressi di Porta Galliera e più volte distrutto dai bolognesi. Il ricovero antibomba è appaltato alla ditta Del Fante, che innanzitutto edifica una serie di bagni, con scarico nel vicino torrente Aposa, e un rifugio antigas dotato di porte stagne, che durante la guerra sarà utilizzato come infermeria. L’allestimento del primo lotto del rifugio procederà speditamente e la consegna avverrà il 12 giugno, con un mese di anticipo rispetto al previsto. Il colosso blindato comincerà ad essere utilizzato, e spesso abitato in pianta stabile, dopo le prime incursioni aeree, in particolare dopo quella disastrosa del 24 luglio, che colpirà in più punti il centro cittadino. Il primo lotto sarà in seguito prolungato con un enorme tubo in muratura, che porterà la capienza complessiva a 2.500 persone. Nel 1944 saranno aggiunte altre gallerie, con ingressi dal giardino della Montagnola, da via Indipendenza e da via del Pallone. Intitolato, dopo la sua uccisione, all’ex segretario del PNF Ettore Muti, il grande rifugio della Montagnola sarà l’ultimo ad essere completamente sgomberato: ospiterà alcune famiglie sfollate fino al 1947, ben oltre il termine del conflitto.


L’evento, che si terrà sabato, 4 novembre 2017 (con punto di ritrovo presso piazza di Porta Ravegnana, sotto alle Due Torri), partirà alle 15:30, con guida turistica certificata dalla Regione Emilia Romagna e si concluderà dopo due ore. Auricolari forniti dallo staff, per un eccellente ascolto del tour. 

Costo della sola visita guidata (con ingresso esclusivo presso la Cripta di San Vitale e Agricola, gli scavi di Sala Borsa e il rifugio antiaereo del Pincio + guida turistica + radio guide):  25,00.
Visita guidata + cena (con cucina tradizionale o vegetariana, presso la “Trattoria Belfiore”):  45,00.
I bambini, sotto i 6 anni di età e i portatori di disabilità, non pagano la visita guidata (pagano per intero, soltanto la cena). I ragazzi, dai 7 ai 18 anni, gli over 65, usufruiscono di uno sconto di € 3,00 sul costo della visita guidata.

Per partecipare alla visita guidata, è obbligatorio prenotarsi, spedendo un SMS/Whatsapp, al numero +39 3897995877, oppure, mandando un messaggio alla pagina di Facebook “I love Emilia Romagna” (indicate il nome e cognome di ogni partecipante, numero di telefono e almeno un indirizzo email).

La quota di partecipazione, per questioni di esclusività del tour, con ingressi a tappe, prenotati e remunerati in anticipo, sarà da saldare in anticipo, tramite carta di credito (PayPal), oppure, bonifico bancario.

In caso di maltempo, la visita guidata si terrà ugualmente, perché completamente al chiuso (verrà modificato esclusivamente il punto di ritrovo).

Durante l’evento, verranno scattate fotografie, che successivamente, saranno pubblicate sulla pagina di Facebook.


Buon divertimento con le visite guidate di “I love Emilia Romagna”…

Bologna, 28 ottobre, ore 14:30: “Tutti giù per terra”. Viaggio nei luoghi sotterranei della città…

Nel sottosuolo di Bologna, c’è tutto un mondo da scoprire, che racconta una parte della città a molti sconosciuta: dalle chiese sotterranee, alle civiltà villanoviana, etrusca e romana, ai canali nascosti, fino al rifugio antiaereo, utilizzato durante la seconda guerra mondiale…


tuttigiuperterra_bologna“Tutti giù per terra” è un viaggio. Un viaggio nella Bologna antica. Una Bologna d’altri tempi. Un sottosuolo ricco di vicende storiche che partono dall’età villanoviana e arrivano ai giorni terribili della seconda guerra mondiale.

Un tour davvero singolare, che partirà dalla Cripta di San Vitale e Agricola, toccherà gli scavi di Sala Borsa, farà tappa in uno scorcio di una Piccola Venezia d’altri tempi, con i suoi corsi d’acqua e terminerà nel rifugio antiaereo, situato al di sotto del parco della Montagnola.

2004-cripta_4Prima tappa: CRIPTA DI SAN VITALE E AGRICOLA…
La chiesa si vuole innalzata sui resti dell’Arena romana dove, secondo la tradizione, sotto l’impero di Diocleziano, subirono il martirio i Santi Vitale e Agricola, i cui corpi furono riconosciuti da sant’Ambrogio durante la visita compiuta a Bologna nel 392. Ricostruita dalle monache benedettine nel secolo XVI, ospita pregevoli opere artistiche tra cui  la rinascimentale cappella di S. Maria degli Angeli attribuita a Gasparo Nadi e una suggestiva cripta millenaria, unico resto della chiesa primitiva. È una delle “sette chiese di Bologna”. Pare che qui sorgesse l’arena di Bononia dove combattevano i gladiatori e, sempre in questo luogo, hanno trovato il martirio Vitale e Agricola. È considerata una delle prime chiese sotterranee che ricordano le catacombe romane. La cripta che si trova nella chiesa é quindi una grande testimonianza storica.

salaborsascavi_gallerySeconda tappa: SCAVI DI SALA BORSA…
Sotto il cristallo della piazza coperta si possono ammirare gli antichi scavi e la sedimentazione delle varie civiltà in uno scenario di armonia e di luce. Rivivono così secoli di storia, dai primi insediamenti di capanne della civiltà villanoviana del VII secolo a.C., alla Felsina etrusca, alla Bononia romana fondata nel 189 a.C. Che cosa sia stata nel tempo la parte nord del palazzo di città che si affaccia su piazza Nettuno ce lo raccontano gli scavi archeologici intrapresi nel corso dei lavori dell’attuale sistemazione di Sala Borsa. Le tracce di edifici pubblici e religiosi e l’assetto urbanistico testimoniano che il luogo è stato fin dalle origini il baricentro della vita pubblica cittadina. La stratigrafia degli scavi scopre le trasformazioni che si sono verificate in età romana fino a quando, tra la fine del V sec. ed il VII sec. d.C., l’area subisce sempre più marcati fenomeni di degrado, dal crollo delle strutture a spogli del materiale di pregio. La depauperazione del territorio provoca una notevole riduzione degli edifici, fino alla loro quasi totale scomparsa all’inizio dell’alto medioevo.

canale delle moline a bolognaTerza tappa: ACQUE NASCOSTE A BOLOGNA (visita ai canali di via Piella e via Malcontenti)…
Bologna fu uno dei porti più importanti come volume di traffico: 2500 navi con un volume di 200.000 tonnellate di merce in movimento all’anno. Bologna nasconde un complesso reticolo di circa 60 km di vie d’acqua, soltanto in parte visibile. Fin dal XII secolo la città si dota di un sistema idraulico artificiale composto da chiuse, canali e condutture sotterranee che distribuivano l’acqua, utilizzata prevalentemente come fonte di energia per le attività produttive. I Canali di Savena e di Reno sono stati costruiti in epoca medievale per portare le acque dei due fiumi nel cuore della città. Dalla Chiusa di San Ruffillo sul torrente Savena ha origine il canale omonimo che entra nel centro storico a Porta Castiglione. Il Canale di Reno nasce da una grande chiusa che si trova nel vicino Comune di Casalecchio di Reno ed in città scorre al di sotto delle vie della Grada e Riva di Reno, sino a via Capo di Lucca. Le loro acque, una volta uscite dal centro, confluiscono nel Navile,porto_bolognacanale un tempo navigabile, lungo 36 km, che consentiva i collegamenti con le città del Nord ed il commercio internazionale. Le città progredite e industriose avevano bisogno di acqua e Bologna riuscì ad imporre ai suoi fiumi e torrenti un dominio tecnico vicino alla perfezione imbrigliandoli in una serie di canali, di chiuse e di chiaviche che consentiva la navigazione mercantile e l’attivazione di opifici e mulini. Della fitta rete di canali che attraversavano la città, in superficie restano i nomi delle vie (via del Porto, via Riva di Reno, via Val D’Aposa, via delle Moline, via Savenella) ed alcuni suggestivi scorci come la “finestrella di via Piella” (la Piccola Venezia), che si affaccia sul canale delle Moline.

rifugio2Quarta tappa: RIFUGIO ANTIAEREO DEL PINCIO…
Sotto la minaccia di probabili attacchi aerei sulla città è approvato dal Comune il progetto per un grande rifugio sotto la Montagnola. Come primo provvedimento viene sgomberato in fretta il magazzino comunale del Pincio, dove è depositata una grande quantità di legna e altro materiale. Si tratta dei resti di una ghiacciaia dell’antico “castello del papa”, più volte edificato, tra il XIV e il XVI secolo, nei pressi di Porta Galliera e più volte distrutto dai bolognesi. Il ricovero antibomba è appaltato alla ditta Del Fante, che innanzitutto edifica una serie di bagni, con scarico nel vicino torrente Aposa, e un rifugio antigas dotato di porte stagne, che durante la guerra sarà utilizzato come infermeria. L’allestimento del primo lotto del rifugio procederà speditamente e la consegna avverrà il 12 giugno, con un mese di anticipo rispetto al previsto. Il colosso blindato comincerà ad essere utilizzato, e spesso abitato in pianta stabile, dopo le prime incursioni aeree, in particolare dopo quella disastrosa del 24 luglio, che colpirà in più punti il centro cittadino. Il primo lotto sarà in seguito prolungato con un enorme tubo in muratura, che porterà la capienza complessiva a 2.500 persone. Nel 1944 saranno aggiunte altre gallerie, con ingressi dal giardino della Montagnola, da via Indipendenza e da via del Pallone. Intitolato, dopo la sua uccisione, all’ex segretario del PNF Ettore Muti, il grande rifugio della Montagnola sarà l’ultimo ad essere completamente sgomberato: ospiterà alcune famiglie sfollate fino al 1947, ben oltre il termine del conflitto.


L’evento, che si terrà sabato, 28 ottobre 2017 (con punto di ritrovo presso piazza di Porta Ravegnana, sotto alle Due Torri), partirà alle 14:30, con guida turistica certificata dalla Regione Emilia Romagna e si concluderà dopo due ore. Auricolari forniti dallo staff, per un eccellente ascolto del tour. 

Costo della sola visita guidata (con ingresso esclusivo presso la Cripta di San Vitale e Agricola, gli scavi di Sala Borsa e il rifugio antiaereo del Pincio + guida turistica + radio guide):  25,00.
Visita guidata + cena (con cucina tradizionale o vegetariana, presso la “Trattoria Belfiore”):  45,00.
I bambini, sotto i 6 anni di età e i portatori di disabilità, non pagano la visita guidata (pagano per intero, soltanto la cena). I ragazzi, dai 7 ai 18 anni, gli over 65, usufruiscono di uno sconto di € 3,00 sul costo della visita guidata.

Per partecipare alla visita guidata, è obbligatorio prenotarsi, spedendo un SMS/Whatsapp, al numero +39 3897995877, oppure, mandando un messaggio alla pagina di Facebook “I love Emilia Romagna” (indicate il nome e cognome di ogni partecipante, numero di telefono e almeno un indirizzo email).

La quota di partecipazione, per questioni di esclusività del tour, con ingressi a tappe, prenotati e remunerati in anticipo, sarà da saldare in anticipo, tramite carta di credito (PayPal), oppure, bonifico bancario.

In caso di maltempo, la visita guidata si terrà ugualmente, perché completamente al chiuso (verrà modificato esclusivamente il punto di ritrovo).

Durante l’evento, verranno scattate fotografie, che successivamente, saranno pubblicate sulla pagina di Facebook.


Buon divertimento con le visite guidate di “I love Emilia Romagna”…

Bologna, 21 ottobre, ore 14:30: “Tutti giù per terra”. Viaggio nei luoghi sotterranei della città…

Nel sottosuolo di Bologna, c’è tutto un mondo da scoprire, che racconta una parte della città a molti sconosciuta: dalle chiese sotterranee, alle civiltà villanoviana, etrusca e romana, ai canali nascosti, fino al rifugio antiaereo, utilizzato durante la seconda guerra mondiale…


tuttigiuperterra_bologna“Tutti giù per terra” è un viaggio. Un viaggio nella Bologna antica. Una Bologna d’altri tempi. Un sottosuolo ricco di vicende storiche che partono dall’età villanoviana e arrivano ai giorni terribili della seconda guerra mondiale.

Un tour davvero singolare, che partirà dalla Cripta di San Vitale e Agricola, toccherà gli scavi di Sala Borsa, farà tappa in uno scorcio di una Piccola Venezia d’altri tempi, con i suoi corsi d’acqua e terminerà nel rifugio antiaereo, situato al di sotto del parco della Montagnola.

2004-cripta_4Prima tappa: CRIPTA DI SAN VITALE E AGRICOLA…
La chiesa si vuole innalzata sui resti dell’Arena romana dove, secondo la tradizione, sotto l’impero di Diocleziano, subirono il martirio i Santi Vitale e Agricola, i cui corpi furono riconosciuti da sant’Ambrogio durante la visita compiuta a Bologna nel 392. Ricostruita dalle monache benedettine nel secolo XVI, ospita pregevoli opere artistiche tra cui  la rinascimentale cappella di S. Maria degli Angeli attribuita a Gasparo Nadi e una suggestiva cripta millenaria, unico resto della chiesa primitiva. È una delle “sette chiese di Bologna”. Pare che qui sorgesse l’arena di Bononia dove combattevano i gladiatori e, sempre in questo luogo, hanno trovato il martirio Vitale e Agricola. È considerata una delle prime chiese sotterranee che ricordano le catacombe romane. La cripta che si trova nella chiesa é quindi una grande testimonianza storica.

salaborsascavi_gallerySeconda tappa: SCAVI DI SALA BORSA…
Sotto il cristallo della piazza coperta si possono ammirare gli antichi scavi e la sedimentazione delle varie civiltà in uno scenario di armonia e di luce. Rivivono così secoli di storia, dai primi insediamenti di capanne della civiltà villanoviana del VII secolo a.C., alla Felsina etrusca, alla Bononia romana fondata nel 189 a.C. Che cosa sia stata nel tempo la parte nord del palazzo di città che si affaccia su piazza Nettuno ce lo raccontano gli scavi archeologici intrapresi nel corso dei lavori dell’attuale sistemazione di Sala Borsa. Le tracce di edifici pubblici e religiosi e l’assetto urbanistico testimoniano che il luogo è stato fin dalle origini il baricentro della vita pubblica cittadina. La stratigrafia degli scavi scopre le trasformazioni che si sono verificate in età romana fino a quando, tra la fine del V sec. ed il VII sec. d.C., l’area subisce sempre più marcati fenomeni di degrado, dal crollo delle strutture a spogli del materiale di pregio. La depauperazione del territorio provoca una notevole riduzione degli edifici, fino alla loro quasi totale scomparsa all’inizio dell’alto medioevo.

canale delle moline a bolognaTerza tappa: ACQUE NASCOSTE A BOLOGNA (visita ai canali di via Piella e via Malcontenti)…
Bologna fu uno dei porti più importanti come volume di traffico: 2500 navi con un volume di 200.000 tonnellate di merce in movimento all’anno. Bologna nasconde un complesso reticolo di circa 60 km di vie d’acqua, soltanto in parte visibile. Fin dal XII secolo la città si dota di un sistema idraulico artificiale composto da chiuse, canali e condutture sotterranee che distribuivano l’acqua, utilizzata prevalentemente come fonte di energia per le attività produttive. I Canali di Savena e di Reno sono stati costruiti in epoca medievale per portare le acque dei due fiumi nel cuore della città. Dalla Chiusa di San Ruffillo sul torrente Savena ha origine il canale omonimo che entra nel centro storico a Porta Castiglione. Il Canale di Reno nasce da una grande chiusa che si trova nel vicino Comune di Casalecchio di Reno ed in città scorre al di sotto delle vie della Grada e Riva di Reno, sino a via Capo di Lucca. Le loro acque, una volta uscite dal centro, confluiscono nel Navile,porto_bolognacanale un tempo navigabile, lungo 36 km, che consentiva i collegamenti con le città del Nord ed il commercio internazionale. Le città progredite e industriose avevano bisogno di acqua e Bologna riuscì ad imporre ai suoi fiumi e torrenti un dominio tecnico vicino alla perfezione imbrigliandoli in una serie di canali, di chiuse e di chiaviche che consentiva la navigazione mercantile e l’attivazione di opifici e mulini. Della fitta rete di canali che attraversavano la città, in superficie restano i nomi delle vie (via del Porto, via Riva di Reno, via Val D’Aposa, via delle Moline, via Savenella) ed alcuni suggestivi scorci come la “finestrella di via Piella” (la Piccola Venezia), che si affaccia sul canale delle Moline.

rifugio2Quarta tappa: RIFUGIO ANTIAEREO DEL PINCIO…
Sotto la minaccia di probabili attacchi aerei sulla città è approvato dal Comune il progetto per un grande rifugio sotto la Montagnola. Come primo provvedimento viene sgomberato in fretta il magazzino comunale del Pincio, dove è depositata una grande quantità di legna e altro materiale. Si tratta dei resti di una ghiacciaia dell’antico “castello del papa”, più volte edificato, tra il XIV e il XVI secolo, nei pressi di Porta Galliera e più volte distrutto dai bolognesi. Il ricovero antibomba è appaltato alla ditta Del Fante, che innanzitutto edifica una serie di bagni, con scarico nel vicino torrente Aposa, e un rifugio antigas dotato di porte stagne, che durante la guerra sarà utilizzato come infermeria. L’allestimento del primo lotto del rifugio procederà speditamente e la consegna avverrà il 12 giugno, con un mese di anticipo rispetto al previsto. Il colosso blindato comincerà ad essere utilizzato, e spesso abitato in pianta stabile, dopo le prime incursioni aeree, in particolare dopo quella disastrosa del 24 luglio, che colpirà in più punti il centro cittadino. Il primo lotto sarà in seguito prolungato con un enorme tubo in muratura, che porterà la capienza complessiva a 2.500 persone. Nel 1944 saranno aggiunte altre gallerie, con ingressi dal giardino della Montagnola, da via Indipendenza e da via del Pallone. Intitolato, dopo la sua uccisione, all’ex segretario del PNF Ettore Muti, il grande rifugio della Montagnola sarà l’ultimo ad essere completamente sgomberato: ospiterà alcune famiglie sfollate fino al 1947, ben oltre il termine del conflitto.


L’evento, che si terrà sabato, 21 ottobre 2017 (con punto di ritrovo presso piazza di Porta Ravegnana, sotto alle Due Torri), partirà alle 14:30, con guida turistica certificata dalla Regione Emilia Romagna e si concluderà dopo due ore. Auricolari forniti dallo staff, per un eccellente ascolto del tour. 

Costo della sola visita guidata (con ingresso esclusivo presso la Cripta di San Vitale e Agricola, gli scavi di Sala Borsa e il rifugio antiaereo del Pincio + guida turistica + radio guide):  25,00.
Visita guidata + cena (con cucina tradizionale o vegetariana, presso la “Trattoria Belfiore”):  45,00.
I bambini, sotto i 6 anni di età e i portatori di disabilità, non pagano la visita guidata (pagano per intero, soltanto la cena). I ragazzi, dai 7 ai 18 anni, gli over 65, usufruiscono di uno sconto di € 3,00 sul costo della visita guidata.

Per partecipare alla visita guidata, è obbligatorio prenotarsi, spedendo un SMS/Whatsapp, al numero +39 3897995877, oppure, mandando un messaggio alla pagina di Facebook “I love Emilia Romagna” (indicate il nome e cognome di ogni partecipante, numero di telefono e almeno un indirizzo email).

La quota di partecipazione, per questioni di esclusività del tour, con ingressi a tappe, prenotati e remunerati in anticipo, sarà da saldare in anticipo, tramite carta di credito (PayPal), oppure, bonifico bancario.

In caso di maltempo, la visita guidata si terrà ugualmente, perché completamente al chiuso (verrà modificato esclusivamente il punto di ritrovo).

Durante l’evento, verranno scattate fotografie, che successivamente, saranno pubblicate sulla pagina di Facebook.


Buon divertimento con le visite guidate di “I love Emilia Romagna”…

Bologna, 24 settembre 2017, ore 20: Crimini dietro ai monumenti (visita guidata, serale). Viaggio alla scoperta di storie criminali che non hanno avuto un lieto fine…

Crimini dietro ai monumenti: alla scoperta di Bologna e del suo centro storico, attraverso uno scenario unico…

crimini_monumenti

Bologna, al pari delle altre grandi città, ha una lunga tradizione criminale. Storie a volte romantiche, a volte tragiche, di persone che hanno scelto di vivere da fuorilegge per sfuggire alla povertà, per inclinazione naturale o forse a causa di un eccesso di opportunismo. La costante di queste storie è che difficilmente hanno avuto un lieto fine…

Dagli inafferrabili criminali ai delitti di gente perbene, fino al massacro in palazzo d’Accursio. Storie sconvolgenti, che hanno avuto luogo proprio nel centro storico della città “turrita”. Per una serata all’insegna del mistero “nero”…

Bologna_Monte_di_PietàIl grande furto al Monte di Pietà
Il primo “caso” di cui ci occuperemo è quello di un ladro che nella Bologna di fine Settecento avrebbe tenuto testa al celebre antieroe dei fumetti Diabolik. Il suo nome era Girolamo Lucchini, detto conte Lucchini e la sua Eva Kant.
Per raccontare la sua storia partiamo dalla notte di sabato 24 gennaio 1789, quando Girolamo Lucchini si cimentò in un furto mai tentato prima: svaligiare il caveau del Monte di Pietà, dove numerosi bolognesi depositavano i loro averi. Per preparare il colpo, Lucchini si servì soltanto di qualche pezzo di ottone e di una lima, con cui costruì una chiave artigianale molto complicata…

sansalvatore_bolognaRobin Hood all’emiliana
In famiglie affamate e numerose, dove un pezzo di pane doveva bastare a sfamare un pugno di bambini, capitava che i briganti diventassero eroi, proprio come nel caso di Robin Hood, l’arciere della tradizione popolare inglese che rubava ai ricchi per dare ai poveri, soffocati dalle tasse. Uno come Prospero Baschieri, insomma: il brigante bolognese che tra l’estate del 1809 e il marzo del 1810 compì gesta di tale risonanza che entrò nella leggenda.

via_oreficiDelitti di gente perbene
La storia di Bologna è costellata di omicidi compiuti con inaudita ferocia che hanno suscitato scalpore e indignazione anche perché sono avvenuti in seno agli ambienti più elevati della città. Significativo, in questo senso, il delitto Coltelli. Protagonista di questa vicenda è una dark lady ante litteram, una ragazza dall’incredibile fascino, con lunghi capelli neri, fianchi generosi e un viso dai lineamenti pronunciati ma proporzionati, come le più incantevoli bellezze provenienti dalle campagne di Bologna. Il suo nome era Enrica Zerbini e appena diciannovenne rimase coinvolta in uno degli omicidi più efferati della Bologna di fine Ottocento.

strada_maggioreIl delitto di via Mazzini, 39…
Pochi anni dopo il delitto Coltelli, un altro omicidio avvenuto in seno all’alta borghesia cittadina scuote le coscienze, arrivando ad avere echi e ripercussioni a livello nazionale, nel primo Novecento.
Nel tardo pomeriggio del 2 settembre 1902, a Bologna è in corso una seduta del consiglio comunale. Uno dei consiglieri è Tullio Murri, membro della borghesia progressista, laica e positivista dell’epoca e figlio di Augusto Murri, uomo dall’inattaccabile moralità e illuminato docente di quella che all’epoca era la facoltà di Medicina più prestigiosa d’Italia.

palazzo-daccursio_nettuno_galleryIl massacro di palazzo d’Accursio
Palazzo d’Accursio è per i bolognesi semplicemente Palàz, da secoli centro del potere cittadino. Già nel 1336, infatti, venne scelto come residenza degli Anziani, la massima autorità governativa dell’epoca. La Sala Rossa è una delle più suggestive, e si chiama così per via del colore delle tappezzerie. Anticamente era conservato al suo interno il Pallione della Peste, il dipinto commissionato a Guido Reni per celebrare la fine della pestilenza, nel 1631. Ed è all’interno della Sala Rossa di palazzo d’Accursio che il 21 novembre 1920 avvenne un brutale omicidio, quello del consigliere comunale Giulio Giordani, nell’ambito di violenti scontri che portarono alla morte di altre dieci persone e al ferimento di una sessantina.

Bologna-riapre-Via-Rizzoli-bus-27-tornano-in-centro-storico2 Sparate al Duce!
Il 31 ottobre 1926 era destinato a diventare nefasto per Benito Mussolini: giunto a Bologna per l’inaugurazione dello stadio Littoriale, nonostante si fosse compiaciuto di aver trovato la città «più fascista che mai», quello fu il giorno in cui rischiò di essere ucciso. Luogo dell’attentato fu il Canton dei Fiori, come all’epoca era chiamato l’incrocio tra via Indipendenza e via Rizzoli. Le celebrazioni per il quarto anniversario della rivoluzione fascista erano terminate. Il buio era calato sulla città ed erano stati accesi i riflettori puntati su ogni monumento di piazza Vittorio Emanuele, l’attuale piazza Maggiore. Un fascio littorio fatto di lampadine brillava sulla cima della torre Asinelli.

La Dalia Nera
Un anno dopo, un brutale omicidio sembra avere un legame con gli avvenimenti di palazzo d’Accursio. Avvenuto nel parco di una villa ubicata nella periferia di Bologna, si tratta di un delitto ammantato di mistero e su cui si stende l’ombra, addirittura, di una maledizione. Tra le ville inerpicate sul colle dell’Osservanza, infatti, quella con la fama più sinistra è di certo villa Frank, detta anche villa di Mezzaratta. Agli inizi del Novecento era tristemente nota perché, più di cent’anni prima, nel suo parco erano stati ritrovati i corpi di una donna e delle sue due figlie. Erano state barbaramente sgozzate, e il colpevole non era mai stato identificato.


L’evento, che si terrà domenica, 24 settembre 2017 (con punto di ritrovo presso piazza Galvani, davanti alla Banca di Bologna), partirà alle ore 20, con guida turistica certificata dalla Regione Emilia Romagna e si concluderà dopo un paio d’ore. Auricolari forniti dallo staff, per un eccellente ascolto del tour. 

Costo della sola visita guidata (con guida turistica + radio guide):  19,00.
Visita guidata + cena (con cucina tradizionale o vegetariana, presso la “Trattoria Belfiore”):  39,00.
I portatori di disabilità, non pagano la visita guidata (pagano per intero, soltanto la cena). I ragazzi, fino ai 18 anni e gli over 65, usufruiscono di uno sconto di € 2,00 sul costo del tour.

Per partecipare alla visita guidata, è obbligatorio prenotarsi, spedendo un SMS/Whatsapp, al numero +39 3897995877, oppure, mandando un messaggio alla pagina di Facebook “I love Emilia Romagna” (indicate il nome e cognome di ogni partecipante, numero di telefono e almeno un indirizzo email).

La quota di partecipazione, per questioni logistiche e amministrative, sarà da saldare in anticipo, tramite carta di credito (PayPal), oppure, bonifico bancario.

In caso di maltempo, la visita guidata si effettuerà ugualmente.

Durante l’evento, verranno scattate fotografie, che successivamente, saranno pubblicate sulla pagina di Facebook.


Buon divertimento con le visite guidate di “I love Emilia Romagna”…