Santarcangelo di Romagna (RN), 9 giugno 2018, ore 10: “Tutti giù per terra”. Viaggio nella città sotterranea e nel borgo medievale…

Nel sottosuolo di Santarcangelo di Romagna, c’è una storia sotterranea e misteriosa, dove cavità, pozzi, cunicoli e gallerie, costituiscono una città sotterranea, ai più ancora sconosciuta…


tuttigiuperterra_santarcang“Tutti giù per terra” è un viaggio. Un viaggio misterioso ed emozionante. Una Santarcangelo d’altri tempi. Un sottosuolo ricco di vicende storiche, dove esistono suggestioni e sensazioni uniche, in un mondo sotterraneo, isolato nella sua quiete millenaria.

Un tour davvero singolare, che partirà dalla città sotterranea e arriverà all’antico borgo medievale. Una visita guidata dall’atmosfera suggestiva e indimenticabile.

grotte01-bigPrima tappa: GLI IPOGEI…
Gli ipogei di Santarcangelo, erroneamente definiti tufacei, sono circa 150, scavati nell’arenaria e nell’argilla. Situati nella parte orientale del colle Giove, sono disposti su tre piani. Vengono distinti in “grotte a struttura semplice“ ed altre a “struttura complessa”. I primi presentano solitamente un corridoio con nicchie laterali a pettine e copertura a botte o crociera; i secondi, complessivamente cinque, sono caratterizzati invece da una struttura molto più articolata. Se per i primi si è ipotizzato un uso pratico (depositi, cantine per la conservazione del nostro Sangiovese, grazie ad una temperatura costante di 12/13 gradi), per i secondi non si esclude, invece, una finalità cultuale. ipogei (58)Gli studiosi, a tale proposito, avanzano numerose ipotesi: tombe etrusche, grotte paleocristiane, sacelli per il culto orientale del Dio Mitra, basilichette di monaci Basiliani. Tuttora è un vero mistero! Sappiamo invece con certezza che, indipendentemente dalla loro origine, sono stati ottimi rifugi per gli abitanti della città durante la seconda guerra mondiale, occasione in cui furono messi tutti in comunicazione.

roccaSeconda tappa: ROCCA MALATESTIANA…
Passeggiando in via della Cella, si giunge all’ingresso dell’imponente Rocca, importante baluardo di difesa della famiglia Malatesta. La struttura è caratterizzata da un’alta torre del XIV secolo, così descritta da Cesare Clementini, storico riminese del 1600: “Carlo Malatesta… rizzò da fondamenti una torre, chi’in altezza e beltà superava le più famose e nominate d’Italia e dentro ad essa erano due scale a lumaca per salire e discendere… riputata poco meno che l’ottava meraviglia del mondo”.

porta_campanoneTerza tappa: PORTA DEL CAMPANONE VECCHIO…
Costituisce il più antico accesso della prima fortificazione sorta sul colle Giove. Era sormontata da una torre campanaria fino al 1880 circa, periodo in cui la popolazione, suo malgrado, decise di abbatterla poiché fatiscente. Sono ancora visibili i resti della prima cinta muraria in prossimità della porta, attraversata la quale si compie un viaggio indietro nel tempo. Piccole casette colorate, bastioni e torri caratterizzano le viuzze del borgo antico, giardini pensili e terrazzi adornati con ulivi e fiori invitano il visitatore a soffermarsi un attimo, assorto nella loro contemplazione, inebriato dai mille colori e dagli intensi profumi.

porta_cerveseQuarta tappa: PORTA CERVESE…
Conosciuta anche come “Porta del Sale”, costituisce l’unico accesso rimasto della seconda cinta muraria della città (in passato erano 4). Costruita dalla famiglia Malatesta, è così denominata poiché immette sulla via che in passato collegava Santarcangelo con Cervia, città nota soprattutto per le numerose saline. Munita in origine di un ponte levatoio, mostra tuttora traccia delle corsie per lo scorrimento degli assi.

campanone Quinta tappa: CAMPANONE
Si erge maestoso (25 metri di altezza) nel cuore del borgo medievale, in piazzetta Galassi; è forse il monumento più identificativo della città. Costruito nel 1893, in stile neogotico con merlatura in alto e coronato dall’immagine di San Michele Arcangelo in ferro battuto a mano indicante la direzione del vento. Il suo profilo ha ispirato numerosi artisti della città ed ha costituito inoltre lo scenario ideale per gli spettacoli più suggestivi del Festival dei Teatri.


L’evento, che si terrà sabato, 9 giugno 2018 (con punto di ritrovo in via Cesare Battisti n. 5, davanti allo IAT di Santarcangelo di Romagna), partirà alle 10, con guida turistica certificata dalla Regione Emilia Romagna e si concluderà alle 13. Auricolari forniti dallo staff, per un eccellente ascolto del tour. 

Costo della sola visita guidata (con ingresso esclusivo presso gli Ipogei + guida turistica + radio guide):  20,00.
Visita guidata + pranzo (con cucina tradizionale o vegetariana, presso il ristorante “La Tavernetta” – abbiamo testato la trattoria e si mangia in modo spettacolare!):  40,00.
I bambini, sotto i 6 anni di età e i portatori di disabilità, non pagano la visita guidata (pagano per intero, soltanto il pranzo). I ragazzi, dai 7 ai 18 anni, gli over 65, usufruiscono di uno sconto di € 2,00 sul costo del tour.

Per partecipare alla visita guidata, è obbligatorio prenotarsi, spedendo un SMS/Whatsapp, al numero +39 3897995877, oppure, mandando un messaggio alla pagina di Facebook “I love Emilia Romagna” (indicate il nome e cognome di ogni partecipante, numero di telefono e almeno un indirizzo email).

La quota di partecipazione, per questioni di esclusività del tour, con ingressi a tappe, prenotati e remunerati in anticipo, sarà da saldare in anticipo, tramite carta di credito (PayPal), oppure, bonifico bancario.

In caso di maltempo, la visita guidata si terrà ugualmente.

Durante l’evento, verranno scattate fotografie, che successivamente, saranno pubblicate sulla pagina di Facebook.


Buon divertimento con le visite guidate di “I love Emilia Romagna”…

Bologna, 23 giugno 2018, ore 9:30: Acque nascoste in città. Alla ricerca di canali e condutture sotterranee, con straordinaria discesa al Guazzatoio…

acquenascoste_BOLOGNAAlla scoperta di una fittissima ragnatela di canali e torrenti, che nel passato favorì lo sviluppo dei traffici e dei trasporti fino al Po…

Bologna nasconde un complesso reticolo di circa 60 km di vie d’acqua, soltanto in parte visibile. Fin dal XII secolo la città si dota di un sistema idraulico artificiale composto da chiuse, canali e condutture sotterranee che distribuivano l’acqua, utilizzata prevalentemente come fonte di energia per le attività produttive.

Forse non lo sapevate, ma sotto Bologna esiste una piccola Venezia. La città felsinea nasconde sotto le proprie strade una fittissima ragnatela di canali e di torrenti con gli approdi, le chiuse e le antiche vestigia del sistema idraulico che nel passato favorì lo sviluppo dei traffici e dei trasporti fino al Po e, di qui, all’Adriatico e a Venezia…

canale-reno-bologna-wellness-delle-acque-la-grada-700x400CANALE DI RENO: GRADA…
In seguito ad accordi con alcuni privati, nel 1208 il Comune di Bologna fece costruire una nuova chiusa sul fiume Reno a Casalecchio e un canale che entrava in città alla Grada. Il nome si riferisce alle due grate di ferro, tuttora visibili, usate per fermare i rami e le frasche trasportate dalla corrente e per impedire introduzioni clandestine di merci e di persone all’interno della cinta muraria. Il canale di Reno alimentava diverse lavorazioni.

bologna-wellness-delle-acque-lavandaia-nuda-700x400MONUMENTO ALLA LAVANDAIA…
All’incrocio tra via della Grada e via San Felice una statua (a dire il vero molto controversa data l’immagine alquanto succinta e non ritenuta rispettosa) ricorda per sempre il lavoro durissimo della lavandaie di Bologna.

cavaticcioCANALE NAVILE: CAVATICCIO…
All’incrocio fra le attuali vie Riva di Reno e Marconi si dirama il Cavaticcio, realizzato riutilizzando, verosimilmente, l’antico corso del Rio Vallescura che scaturiva dai rilievi collinari fra le porte San Mamolo e Saragozza. Il Cavaticcio alimentava il canale navigabile, chiamato Navile. Lungo il primo tratto del Cavaticcio, caratterizzato da una notevole pendenza, erano distribuite alcune cartiere e segherie per legname, la prima delle quali fu edificata nel 1347.

bologna_salara_arcigayCANALE NAVILE: EX AREA PORTUALE…
Dalla metà del XVI secolo questa area era occupata dal porto cittadino, progettato da Iacopo Barozzi detto il Vignola. Qui iniziava il canale Navile che, alimentato dal Cavaticcio, consentiva di navigare fino a Ferrara e Venezia. L’area portuale era dotata di diverse infrastrutture, fra le quali la settecentesca Salara, ancora visibile sulla destra, utilizzata per il deposito del sale. Con l’abbandono dei trasporti via acqua il complesso portuale venne completamente disattivato fra il 1934 e il 1935.

14736811090_cea3f5d0fe_bCANALE DI RENO: APERTURA ESCLUSIVA DEL GUAZZATOIO (CON DISCESA A RIDOSSO DEL CANALE RENO)…
Lo scivolo scendeva a un guazzatoio destinato all’abbeveraggio e al lavaggio degli equini e dei bovini, realizzato nel canale di Reno nel 1219, anno in cui venne aperta la piazza del Mercato (attuale piazza VIII Agosto).

canale delle moline a bologna CANALE DI RENO: VIA PIELLA, AFFACCIO SUL CANALE…
Scampato alle coperture attuate fra gli anni Trenta e Cinquanta del Novecento, questo tratto di canale fungeva da fossato difensivo della seconda cerchia muraria, edificata nell’XI secolo. In passato il canale era fornito di lavatoi privati a ponte levatoio, costituiti da tavolati di legno sospesi sul livello dell’acqua, e di botti e vasche in cui si calavano le lavandaie per lavare i panni senza bagnarsi.


L’evento, che si terrà sabato, 23 giugno 2018 (con punto di ritrovo presso il Consorzio della Grada, via della Grada n. 12), partirà alle ore 9:30, con guida turistica certificata dalla Regione Emilia Romagna e si concluderà verso le ore 11:30. Auricolari forniti dallo staff, per un eccellente ascolto del tour. 

Costo della sola visita guidata (che comprende: ingresso esclusivo al Guazzatoio, guida turistica, radio guide):  22,00.
I bambini, sotto i 6 anni di età e i portatori di disabilità, non pagano la visita guidata (pagano per intero, soltanto il pranzo). I ragazzi, dai 7 ai 18 anni, gli over 65, usufruiscono di uno sconto di € 2,00 sul costo del tour.

Per partecipare alla visita guidata, è obbligatorio prenotarsi, spedendo un SMS/Whatsapp, al numero +39 3897995877, oppure, mandando un messaggio alla pagina di Facebook “I love Emilia Romagna” (indicate il nome e cognome di ogni partecipante, numero di telefono e almeno un indirizzo email).

La quota di partecipazione, per questioni logistiche e amministrative, sarà da saldare in anticipo, tramite carta di credito (PayPal), oppure, bonifico bancario.

In caso di maltempo, la visita guidata si effettuerà ugualmente.

Durante l’evento, verranno scattate fotografie, che successivamente, saranno pubblicate sulla pagina di Facebook.


Buon divertimento con le visite guidate di “I love Emilia Romagna”…

Bologna, 9 giugno 2018, ore 17: La Chiusa e i suoi misteri. L’apertura, in esclusiva, della più antica opera di meccanica idraulica del mondo, ancora oggi utilizzata…

chiusa_casalecchioLa visita vi darà la possibilità di esplorare un sito normalmente non accessibile al pubblico, la cui storia attraversa i secoli…

Quando parliamo della Chiusa di Casalecchio di Reno, non stiamo parlando di una normale opera di ingegneria idraulica, come ne possiamo trovare tante nel nostro paese, ma della più antica opera di meccanica idraulica del mondo, ancora oggi utilizzata in maniera continua ed ininterrotta…

La Chiusa di Casalecchio è uno sbarramento artificiale realizzato a metà del XIV secolo lungo il corso del fiume Reno che consente di derivare una parte delle acque del fiume per sfruttarle artificialmente attraverso un canale eponimo (il canale di Reno), il quale ha contribuito in larga parte alle fortune economiche e alla difesa idraulica della città di Bologna dal medioevo fino ai giorni nostri.

Nell’antichità questo sbarramento e deviazione del fiume Reno fece le fortune della città di Bologna prima e dell’agricoltura poi, fornendo alla città e alla campagna sia una inesauribile fonte energetica, sia  una buona quantità d’acqua per l’irrigazione dei campi. Ma facciamo un passo indietro. La Chiusa di Casalecchio di Reno anticamente aveva una doppia funzione, serviva infatti sia come regolazione delle bizzarre e capricciose acque del fiume, spesso soggetto a piene improvvise e repentine secche, sia come opera idraulica che piegava il corso d’acqua agli usi della città di Bologna. Un canale infatti deviava parte della portata del Reno nella città felsinea che tra salti d’acqua, porti e canalizzazioni, era riuscita nel tempo a sfruttare la forza dell’acqua per azionare i marchingegni e gli argani idraulici degli opifici cittadini. A cavallo del Medioevo, quindi, Bologna poteva assomigliare ad una piccola Venezia, piena di canalizzazioni (pare fossero circa 86) che riuscivano a portare l’acqua del canale proveniente dal Reno in molte delle vie cittadine. Le prime testimonianze della realizzazione dell’opera sono datate intorno all’anno Mille. A quel tempo Bologna già sfruttava in parte l’acqua proveniente da alcuni rii cittadini, ma i commerci e la navigazione avevano bisogno per svilupparsi di un flusso d’acqua  costante, che fosse in grado con la sua portata di azionare i pesanti argani e mulini delle industrie cittadine. Fu così deciso di intraprendere questa imponente opera di deviazione del fiume attraverso un minuzioso piano di organizzazione delle risorse idriche che farebbe invidia ancora oggi per la precisione e dovizia con cui venivano sfruttate le preziose acque del Reno.

Nel tempo i canali bolognesi e la Chiusa di Casalecchio vennero spesso ristrutturati e ammodernati, o semplicemente riparati a causa di qualche piena del fiume, tanto che oggi si può affermare che il sistema idraulico bolognese è stato un millenario “lavori in corso” in cui l’uomo e la natura si sono fronteggiati in una lotta acerrima: l’uomo cercando di “educare” ai propri scopi la forza del fiume, mentre la Natura riprendendosi, ogni volta che poteva, il terreno sottrattole.
Nel tempo quindi questa imponente opera di ingegneria si è arricchita e migliorata, ha subito danni e distruzioni catastrofiche, ma non ha mai smesso di essere quella cerniera che ha sempre collegato la città di Bologna all’ambiente circostante, rendendola dipendente da questo.

Oggi la chiusa è visitabile ed è inserita all’interno di un area naturale molto vasta, tanto che molti abitanti della zona la sfruttano d’estate come luogo di relax, di pesca o per qualche bagno refrigerante. A dire il vero i popolani locali hanno sempre avuto l’abitudine di nuotare sia nel Reno, che nei canali bolognesi, cosa che ha suscitato spesso le ire delle autorità cittadine per lo scarso rispetto dei costumi morali della popolazione.

Per questa sua estrema importanza nel sistema economico della zona sulla Chiusa del Reno sono cresciuti miti e leggende, come il mito di un fantasma di colore rosso che si aggirerebbe tra i ballatoi durante la notte o come la leggenda di un tesoro nascosto in uno degli innumerevoli e millenari interventi di riparazione. In un epoca in cui non esistevano le energie fossili, la Chiusa sul Reno di Casalecchio, quindi, fu e rimane tutt’ora uno strumento di produzione energetica e uno strumento cui l’antica cittadinanza della zona intese il suo rapporto con il territorio, un mezzo per uno sviluppo economico più celere e una importante opera di regolazione dell’igiene pubblica. Visitare la chiusa oggi è allora un modo per apprezzare l’ingegneria umana, ma soprattutto è un modo per affrontare, valutare e riflettere sul rapporto tra l’uomo, l’ambiente e sulla cura e manutenzione di questo, come unico mezzo per controllare le forze naturali e piegarle al servizio umano nel modo più armonioso e sostenibile possibile.

20170301_155330La Chiusa e le opere idrauliche ad essa collegate sono espressione di una tecnologia paleoindustriale di grande impatto monumentale e paesaggistico e vanno considerate come uno dei siti di “archeologia delle acque” più interessanti e significativi d’Europa. Nel 2000 il sito ha ottenuto il riconoscimento UNESCO di “Patrimonio messaggero di una cultura di pace a favore dei giovani”. La visita vi darà la possibilità di esplorare un sito storico-tecnico normalmente non accessibile al pubblico, la cui storia attraversa i secoli dal Duecento fino ad oggi. Sospesi tra il fiume e il canale e circondati dal paesaggio del Parco della Chiusa, percorrerete il camminamento costruito nel XVI secolo, il cui progetto è stato attribuito Copertina_Foto di Paolo Cortesi 3al genio di Jacopo Barozzi, detto il Vignola, forse l’architetto più noto e più rappresentativo del tardo Rinascimento.  Ammirerete la monumentale opera idraulica, il cui scivolo è lungo m 160 e largo m 35, con un dislivello di m 8, e scoprirete l’importanza funzionale ancora attuale della Chiusa, le cui conservazione e manutenzione sono curate dall’antico Consorzio della Chiusa di Casalecchio e del Canale di Reno.

Il sito è un luogo d’interesse storico, tecnico e paesaggistico, riuniti in un’unica passeggiata guidata da personale del Consorzio della Chiusa di Casalecchio e del Canale di Reno.

Abbigliamento consigliato: scarpe basse, no tacchi – no infradito. I minori devono essere accompagnati.

Foto gentilmente concesse da: Consorzio della Chiusa di Casalecchio e del Canale di Reno.


L’evento, che si terrà sabato, 9 giugno 2018 (con punto di ritrovo presso il cancello della Chiusa di Casalecchio, via Porrettana n. 187, Casalecchio di Reno – BO), partirà alle ore 17, con guida turistica certificata dalla Regione Emilia Romagna e si concluderà verso le ore 18:30. 

Costo della sola visita guidata (che comprende: ingresso esclusivo alla Chiusa e guida turistica):  18,00.
I bambini, sotto i 6 anni di età e i portatori di disabilità, non pagano la visita guidata. I ragazzi, dai 7 ai 18 anni, gli over 65, usufruiscono di uno sconto di € 2,00 sul costo del tour.

Per partecipare alla visita guidata, è obbligatorio prenotarsi, spedendo un SMS/Whatsapp, al numero +39 3897995877, oppure, mandando un messaggio alla pagina di Facebook “I love Emilia Romagna” (indicate il nome e cognome di ogni partecipante, numero di telefono e almeno un indirizzo email).

La quota di partecipazione, per questioni logistiche e amministrative, sarà da saldare in anticipo, tramite carta di credito (PayPal), oppure, bonifico bancario.

In caso di maltempo, la visita guidata si effettuerà ugualmente.

Durante l’evento, verranno scattate fotografie, che successivamente, saranno pubblicate sulla pagina di Facebook.


Buon divertimento con le visite guidate di “I love Emilia Romagna”…

Bologna, 19 maggio 2018, ore 16: Misteri all’improvviso. La Certosa e i suoi lati oscuri…

misteri_allimprovvisoA Bologna, nessun luogo è come il cimitero monumentale, il quale raccoglie in sé una moltitudine di storie legate al mondo dell’esoterismo e dell’arcano…

Misteri all’improvviso è un percorso, all’interno della Certosa di Bologna, tra monumenti e leggende, per evocare storie fantastiche di spiriti, luci misteriose, simboli millenari e la presenza di alcune personalità bolognesi legate al mondo dell’occulto.

Nell’universo simbolico della Certosa non mancano aspetti esoterici e massonici. Basti ricordare la presenza di sfingi, ma anche lucerne, caducei e il più conosciuto simbolo dell’eternità: il serpente che divora la propria coda. La stessa storia del luogo registra, inoltre, molti episodi di fantasmi e di storie fantastiche, di morti che si rivolgono ai vivi attraverso i monumenti e i loro spiriti… 

04sgirolamonavataIl cimitero monumentale della Certosa di Bologna si trova appena fuori dal cerchio delle mura della città, vicino allo stadio Renato Dall’Ara, ai piedi del colle della Guardia dove si trova il santuario della Madonna di San Luca.

Nell’immaginario comune i cimiteri sono legati al ricordo degli affetti familiari, luoghi d’arte e memoria collettiva; ma anche al mistero della morte e della perdita, alla notte, a ciò che potrebbe esserci dopo la vita terrena. Il Cimitero della Certosa, fin dalla Alba_chiostro_VI_3sua fondazione avvenuta nel 1801, fu di ispirazione per componimenti poetici e letterari. Nei ricordi di molti personaggi (noti e meno noti) che hanno lasciato traccia scritta della propria visita alla Certosa, non mancano riferimenti a storie bizzarre, leggende misteriose, pratiche inconsuete.

Il cimitero comunale fu istituito nel 1801 riutilizzando le preesistenti strutture della Certosa di San Girolamo di Casara, fondata a metà del Trecento, soppressa nel 1797 da Napoleone, e di cui è sopravvissuta la Chiesa di San Girolamo. La forte passione della nobiltà e della borghesia per la costruzione dei sepolcri familiari trasformò la Certosa in un vero e proprio “museo all’aria aperta”, tappa del grand tourcertosa-di-bolognaitaliano: la visitarono Chateaubriand, Byron, Dickens, Mommsen, Stendhal. In particolare il Chiostro Terzo (o della Cappella) è un ciclo notevole di ispirazione neoclassica e simbologia illuministica; uniche forse nel mondo sono le tombe dipinte a tempera e quelle realizzate in stucco e scagliola. Il cimitero ha subito un forte ampliamento dagli anni cinquanta in poi. Nel 2007 la sala del Pantheon, dagli anni novanta del Novecento già destinata ai riti laici, diventa una sala del Commiato per chiunque intenda usufruire di un periodo di raccoglimento prima del rito; il nuovo allestimento è ad opera dell’artista Flavio Favelli. La chiesa, CERTOSAdiBologna1 (1)non parrocchiale, è da diversi anni gestita dalla comunità dei passionisti.

Un ruolo decisivo nel fascino che distingue la Certosa di Bologna dagli altri cimiteri monumentali europei deriva dalla complessa articolazione degli spazi. Dall’originario nucleo conventuale si diramano logge, sale e porticati che ricreano scorci e ambienti che rimandano alla città dei “vivi”. Anche il porticato ad archi, presente all’entrata est del cimitero, che si congiunge (salvo una brevissima soluzione di continuità) con quello che conduce al santuario della Madonna di San Luca posta sul colle della Guardia, vuole r1zzolimagnani-3significare una continuità fra la necropoli e la città dei vivi.

I ritrovamenti della necropoli etrusca scoperta durante gli scavi archeologici per l’ampliamento del cimitero alla fine dell’Ottocento, sono ora custoditi nel Museo civico archeologico della città. La Certosa di Bologna e il cimitero monumentale rappresentano un vero e proprio museo all’aria aperta, ricco di arte e storia. Basti pensare che già alla fine dell’800 venne ritrovata proprio in questa area una necropoli etrusca. Le 420 tombe rinvenute fecero accorrere studiosi da tutta Europa e oggi sono custodite nel Museo Civico Archeologico.

Tomba_bisteghi1 Fondato nel 1801, il cimitero sorge sulle strutture del convento certosino edificato a partire dal 1334 e soppresso nel 1796. La ricchezza della chiesa di san Girolamo riesce ancora oggi a farsi testimone della ricchezza perduta del convento. È ancora possibile ammirare il grande ciclo di dipinti dedicati alla vita di Cristo, realizzato dai principali pittori bolognesi della metà del XVII secolo. Il cuore del Cimitero bolognese è il Chiostro Terzo, di gusto neoclassico dove, alle iniziali tombe dipinte, si sono poi sostituite  opere in stucco e scagliola e – a partire dalla metà dell’Ottocento – in marmo e bronzo.

Vela_Murat_Carisbo_F1_247All’interno si conserva un vastissimo patrimonio di pitture e sculture realizzate da quasi tutti gli artisti bolognesi attivi nel XIX e XX secolo, ma non solo, rimangono infatti molte testimonianze di artisti provenienti da lontano. Fra gli scultori di maggior rilievo segnaliamo  Giacomo De Maria, Lorenzo Bartolini, Leonardo Bistolfi, Silverio Montaguti e Giacomo Manzù, mentre tra i pittori Pelagio Pelagi e Pietro Fancelli.

Tra i personaggi illustri ospitati nel cimitero ricordiamo: il premio Nobel per la letteratura Giosuè Carducci  i pittori Giorgio Morandi e Bruno Saetti;  il cantante Lucio Dalla; i fondatori delle aziende Maserati, Ducati e Weber e della casa editrice Zanichelli.

Nel corso del ‘900 diversi monumenti segnano alcuni passaggi della storia nazionale: l‘Ossario dei caduti della prima guerra mondiale, quello ai caduti fascisti, il Monumento ai caduti in Russia nella seconda guerra mondiale, l’Ossario dei partigiani.


L’evento, che si terrà sabato, 19 maggio 2018 (con punto di ritrovo presso l’ingresso principale – Cortile Chiesa, di via della Certosa), partirà alle ore 16, con guida turistica certificata dalla Regione Emilia Romagna e si concluderà verso le ore 18:30. Auricolari forniti dallo staff, per un eccellente ascolto del tour. 

Costo della sola visita guidata (che comprende: ingresso alla chiesa di San Girolamo, guida turistica, radio guide):  20,00.
I bambini, sotto i 6 anni di età e i portatori di disabilità, non pagano la visita guidata. I ragazzi, dai 7 ai 18 anni, gli over 65, usufruiscono di uno sconto di € 2,00 sul costo del tour.

Per partecipare alla visita guidata, è obbligatorio prenotarsi, spedendo un SMS/Whatsapp, al numero +39 3897995877, oppure, mandando un messaggio alla pagina di Facebook “I love Emilia Romagna” (indicate il nome e cognome di ogni partecipante, numero di telefono e almeno un indirizzo email).

La quota di partecipazione, per questioni logistiche e amministrative, sarà da saldare in anticipo, tramite carta di credito (PayPal), oppure, bonifico bancario.

In caso di maltempo, la visita guidata si effettuerà ugualmente.

Durante l’evento, verranno scattate fotografie, che successivamente, saranno pubblicate sulla pagina di Facebook.


Buon divertimento con le visite guidate di “I love Emilia Romagna”…

Ferrara, 13 maggio 2018, ore 10 e 14: Senza Freni (Bike Tour). Viaggio alla scoperta dell’altra faccia dei monumenti…

Senza Freni (Bike Tour): viaggio alla scoperta dell’altra faccia dei monumenti principali di Ferrara…

senza_freniStorie insolite, che si raccontano all’ombra dei suoi monumenti, in una città “legata alle stelle”. Ferrara è una città ammantata di un fascino arcano. Un set perfetto, insomma, per diventare grandi Predatori di Misteri. Una piacevole pedalata, muniti di radio guide, che renderà alla vostra domenica un vero valore aggiunto…

Castello_EstenseIl Castello, Ugo e Parisina, la chiesa di San Giuliano e la Prigione di don Giulio…

Il castello estense fu costruito per essere una fabbrica militare. Col tempo, però, divenne residenza degli Estensi. Iniziato nel 1385 su progetto di Bartolino Ploti di Novara, tuttora è circondato da un fossato di acqua corrente. Nel 1554, dopo un incendio, tutto l’edificio fu ristrutturato da Girolamo da Carpi, che sopraelevò le quattro torri. Inevitabilie corollario dell’originaria funzione militare e repressiva furono le prigioni, che nei sotterranei ebbero un’inespugnabile e tetra collocazione. Qui non vennero rinchiusi i detenuti comuni, normalmente destinati alle carceri cittadine, bensì i personaggi di alto rango o comunque, prigionieri sui quali gli Estensi intendevano avere una particolare sorveglianza. Negli interrati delle torri è possibile, ancora oggi, scorgere le scritte tracciate dai reclusi a memoria della loro infelice sorte.

Queste segrete, come ricordano le cronache antiche, furono teatro della tragica fine di Ugo e Parisina, i giovani amanti decapitati in fondo alla Torre Marchesana. Si trattava, rispettivamente, del figlio di primo letto e della moglie del marchese Nicolò III, entrambi ventenni, quando, nel 1425 vennero condannati al patibolo. Parleremo del gesto di pietà del grande Marchese, che su questa storia, mise la sua mano misericordiosa.

Meno cruenta della vicenda di Ugo e Parisina è la storia legata alla “Prigione di don Giulio”, un’impenetrabile cella ricavata all’interno della Torre dei Leoni, dove furono rinchiusi nel 1506 don Giulio e don Ferrante, fratelli del duca Alfonso I. Condannati a morte per aver attentato alla vita del duca e dell’altro fratello, il cardinal Ippolito, essi ebbero commutata la pena in carcere a vita, da scontarsi proprio nelle prigioni del Castello.

La piccola chiesa di San Giuliano, di fianco al castello, sorse nel 1400, cioé 200 anni dopo la distruzione da parte del re di Francia, Filippo il Bello, con la complicità del Papa.

Essa testimonia dell’ammirazione che a Ferrara si aveva di un ordine religioso che manifestava l’importanza di tenere insieme spirito e materia (morale e affari, si direbbe oggi), coniugando l’impegno religioso e quello nel mondo. L’intuizione che già era stata di San Benedetto, che introdusse la regola di “Ora, lege et labora”. I templari utilizzarono quel pensiero 700 anni dopo San Benedetto, coniugando lo spirito con la materia, messaggio oltremodo attuale.

cattedrale_ferraraIl Duomo e le leggende ad esso collegate e le botteghe dei merciai…

Iniziato dall’architetto Wiligelmo, con la collaborazione dello scultore Nicolò nel 1135, la Cattedrale o Duomo di Ferrara è una delle più significative chiese medievali italiane. Il campanile, rimasto incompiuto, è attribuito a Leon Battista Alberti. La Cattedrale è in stile romanico nella parte inferiore della facciata e gotico in quella superiore ed è consacrata a San Giorgio. Ma è la natura simbolica e misteriosa della facciata frontale e della fiancata laterale che colpisce maggiormente l’osservatore, come anche le file esterne di colonne annodate. Interessenti son ole forme scultoree vegetali presenti esternamente, che richiamano la vita; il loro suggestivo intreccio pare quasi rappresentare l’Eden sulla Terra. La chiesa, in un certo qual modo, pare la metafora di un immenso albero della vita, la cui natura rappresenta l’origine dell’esistenza. Rimane il fatto che, la facciata della Cattedrale è unica nel suo genere; costruita basando la geometria sul cerchio diviso in dieci parti uguali. La Cattedrale resta un’opera unica nel suo genere. Dalle sculture alle leggende misteriose ad essa collegate, è un monito alla bellezza e al prestigio.

Esiste anche una leggenda popolare che spiega il significato di queste curiose colonne: si narra, infatti, che i maestri scultori avevano terminato la Cattedrale e, le colonne che si trovavano ai lati erano ben dritte, simmetriche, le classiche colonne che abbelliscono gli edifici. Il diavolo, geloso di tanta bellezza, fece qualcosa di cui parleremo durante il nostro tour.

Parleremo, infine, delle botteghe dei merciai che nascondono le incisioni degli statuti comunali e sono visibili esclusivamente all’interno di alcuni negozi.

DIAMANTIIl Palazzo dei Diamanti e il Quadrivio degli Angeli

Una delle più coraggiose opere di Biagio Rossetti, realizzata verso la fine del Quattrocento, è Palazzo dei Diamanti, che deve il suo nome ai blocchetti di marmo (più i 12.000), sfaccettati a diamante, che rivestono le pareti esterne. Palazzo dei Diamanti ospita la Pinacoteca Nazionale, molto importante per la conoscenza della pittura ferrarese ed emiliana. Secondo una nota leggenda, Ecole I d’Este, avrebbe fatto di quest’opera architettonica uno scrigno da tutelare. Avrebbe, infatti, nascosto in una delle sue punte di marmo, un vero e proprio diamante. Non si trattava però di una gemma qualsiasi, bensì la più preziosa della sua corona. A conoscerne l’esatta ubicazione erano solo lui e il capomastro. La tradizione vorrebbe che, il Signore di Ferrara, in un gesto lugubre e macabro, gli fece mozzare la lingua e accecare gli occhi, occultando per sempre l’esatta posizione del Tesoro.

Il Quadrivio degli Angeli è il nome assegnato all’incrocio di Corso Ercole I d’Este, con l’asse Corso Porta Mare – Corso Biagio Rossetti e fa parte dell’Addizione Erculea. Intorno a questo Quadrivio, prospettano tre edifici rinascimentali di notevole interesse: Palazzo dei Diamanti, Palazzo Turchi di Bagno e Palazzo Prosperi-Sacrati. La progettazione degli edifici del quadrivio si deve a Biagio Rossetti, che diede ad ogni edificio un proprio peso architettonico.

ghetto_ferraraGhetto e la storia della comunità ebraica ferrarese, l’enciclopedia di Lampronti e la cucina ebraica

Il ghetto di Ferrara fu istituito nel 1627, in una delle zone più antiche della città, a poca distanza dalla Cattedrale e dal Castello Estense. Fu chiuso definitivamente nel 1859.

La presenza ebraica a Ferrara precede di secoli l’istituzione del ghetto. Quando esso fu imposto nel 1627, circa 1.500 ebrei vivevano a Ferrara. La chiusura del ghetto durò oltre un secolo. Le porte che l’occupazione francese aprì nel 1796 si richiusero nel 1826, anche se, con regole meno rigide, fino all’Unità d’Italia, nel 1861. Anche dopo la sua chiusura, il ghetto rimase il centro della vita della comunità ebraica di Ferrara.

Il Timore di Isacco, del medico e teologo ebreo, Isacco Lampronti, è una monumentale enciclopedia talmudica. La stessa è un’opera veramente imponente, un repertorio, in ordine alfabetico, di tutte le massime, i riti, i canoni, le leggi, le istituzioni talmudiche, con l’indicazione dei passi del Talmud, da dove sono estratti e degli autori che ne hanno scritto.

La cucina ferrarese offre ai suoi turisti una ristretta scelta dei prodotti tipici della zona, in quanto si basa su ciò che è stato tramandato anche dalla presenza degli ebrei, a Ferrara.

DSC037Piazza Ariostea: Ludovico Ariosto e l’Orlando Furioso

Piazza Ariostea è un importante piazza di Ferrara e fa parte integrante della terza grande addizione che ampliò la città medievale, detta Addizione Erculea, dal nome di Ercole I d’Este, duca di Ferrara. Autore di tale progetto urbanistico fu l’architetto Biagio Rossetti.

La piazza, un tempo chiamata piazza Nuova, si estende lungo il decumano della grande addizione rinascimentale, oggi asse Porta Porta Mare. Ha una forma rettangolare con una anello centrale ribassato, realizzato nel 1933, per le corse del Palio.

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Il Monastero di San Antonio in Polesine

È un monastero di clausura abitato da monache benedettine e risale al XIII secondo, quando era un sito su un’isola. Fu fondato da una santa dal nome di Beatrice. Questa fanciulla nacque nel 1226 nel castello di Calaone da Azzo d’Este e Giovanna di Puglia che morì quando la bimba aveva sette anni. Azzo si risposò con Mabilia dei Pallavicino che si rivelò una madre molto affettuosa.

Riuscì anche a trasmetterle la vocazione cristiana così intensamente che divenne monaca molto giovane contro il volere del resto della famiglia. Riuscì a raccogliere attorno a sé altre fanciulle devote e il Papa, Alessandro IV, che non poteva ignorare questa luce divina, le conferì la regola di San Benedetto. Così, con le sue seguaci, si trasferì nel monastero. Ma, Beatrice venne purtroppo colta da un grande male che la fece morire a soli 36 anni. Parleremo in modo approfondito di questa suggestiva vicenda.


L’evento, che si terrà domenica, 13 maggio 2018 (con punto di ritrovo presso Todisco Bike, Corso Porta Po n. 102, alle ore 9:45 e alle 13:45), partirà alle ore 10 e alle ore 14, con guida turistica professionale e si concluderà alle 12:30 e 16:30. Auricolari forniti dallo staff, per un migliore ascolto della visita guidata. 

Costo della sola visita guidata (due ore e mezzo di percorso, comprensivo di noleggio bike + guida turistica + radio guide):  19,00. Ragazzi dai 7 ai 18 anni e over 65: € 17,00.

I bambini, sotto i 5 anni di età, non pagano la visita guidata (pagano per intero, soltanto, il noleggio della bike).

Per partecipare alla visita guidata, è obbligatorio prenotarsi, spedendo un SMS/Whatsapp, al numero +39 3897995877, oppure, mandando un messaggio alla pagina di Facebook “I love Emilia Romagna” (indicate il nome e cognome di ogni partecipante, numero di telefono e almeno un indirizzo email).

La quota di partecipazione, per questioni di esclusività del tour, con ingressi a tappe, prenotati e remunerati in anticipo, sarà da saldare in anticipo, tramite carta di credito (PayPal), oppure, bonifico bancario.

In caso di maltempo, la visita guidata si terrà ugualmente, perché completamente al chiuso (verrà modificato esclusivamente il punto di ritrovo).

Durante l’evento, verranno scattate fotografie, che successivamente, saranno pubblicate sulla pagina di Facebook.


Buon divertimento con le visite guidate di “I love Emilia Romagna”…

Bologna, 26 maggio 2018, ore 10, 17 e 18 (durata: un’ora): “Giù la testa”. Cunicoli e condotti, sotterranei, realizzati per alimentare la fontana del Nettuno…

Nel sottosuolo di Bologna, c’è tutto un mondo da scoprire, che racconta una parte della città a molti sconosciuta…

giulatesta_bologna“Giù la testa” è un viaggio. Un viaggio nella Bologna rinascimentale. Una cisterna, ricca di cunicoli e condotti, sotterranei, che furono realizzati per alimentare la fontana del Nettuno e l’Orto dei Semplici (attuale piazza coperta di Sala Borsa).

Un tour davvero singolare, su due livelli, dove sono situate vasche originariamente destinate a raccogliere l’acqua proveniente da quattro condotti che si inoltrano nella collina di Valverde e spettacolari cunicoli in mattoni, che si utilizzavano per raccogliere le acque cittadine.

BAGNI3Bagni di Mario o Conserva di Valverde…
Nome erroneamente dato alla Conserva di Valverde, che si suppose luogo per uso termale quando venne scoperta, nel XX secolo, anche se in realtà non ha mai avuto attinenza con quell’uso. Cisterna di epoca rinascimentale (1563) eseguita da Tommaso Laureti, architetto palermitano, fu realizzata per alimentare la Fontana del Nettuno e altre particolarità idrauliche come l’Orto dei Semplici (oggi piazza coperta della ex Sala Borsa).
La struttura è impostata su due livelli.

i-bagni-di-marioLivello superiore: scendendo nel sottosuolo incontriamo, oltre ad un vestibolo, una spettacolare sala ottagonale (sovrastata da un’ampia cupola avente stessa forma) dove, nel piano di calpestio, sono scavate otto piccole vasche originariamente destinate a raccogliere l’acqua proveniente da quattro condotti che si inoltrano nella collina di Valverde. Da questi l’acqua usciva depurata mediante un procedimento di decantazione. All’interno del primo cunicolo si segnala la particolarità di un camino di aerazione completamente ricoperto da incrostazioni calcaree secolari. Sempre al livello superiore è presente una seconda piccola camera ottagonale, detta Cisternetta, dotata di un’ulteriore vasca di decantazione, collegata, tramite una breve scala, alla sala principale. L’acqua che usciva da questa seconda camera scendeva al livello inferiore tramite apposita tubazione.

bologna-acque-sotterranee-cisterna-di-valverde-bagni-di-mario-5Livello inferiore: tutte le acque provenienti dal livello superiore procedevano all’interno di un cunicolo in mattoni fin nei pressi della chiesa di Santa Maria dell’Annunziata, dove si univano a quelle del condottobologna-acque-sotterranee-cisterna-di-valverde-bagni-di-mario-800 del Remondato (Fonte Remonda) che a sua volta raccoglieva le acque che scaturivano da san Michele in Bosco.


L’evento, che si terrà sabato, 26 maggio 2018 (con punto di ritrovo presso Bagni di Mario – Conserva di Valverde, via Bagni di Mario n. 10, Bologna), partirà alle 10, alle ore 17 e, infine, alle ore 18 (durata del tour: un’ora), con guida turistica certificata dalla Regione Emilia Romagna e si concluderà dopo un’ora

Costo della sola visita guidata (con ingresso esclusivo + guida turistica):  25,00.
I bambini, sotto i 6 anni di età, non possono partecipare. I ragazzi, dai 7 ai 18 anni e gli over 65, usufruiscono di uno sconto di € 2,00 sul costo della visita guidata. Le persone con disabilità, non pagano.

Per partecipare alla visita guidata, è obbligatorio prenotarsi, spedendo un SMS/Whatsapp, al numero +39 3897995877, oppure, mandando un messaggio alla pagina di Facebook “I love Emilia Romagna” (indicate il nome e cognome di ogni partecipante, numero di telefono e almeno un indirizzo email).

La quota di partecipazione, per questioni di esclusività del tour, con ingressi a tappe, prenotati e remunerati in anticipo, sarà da saldare in anticipo, tramite carta di credito (PayPal), oppure, bonifico bancario.

In caso di maltempo, la visita guidata si terrà ugualmente, perché completamente al chiuso (verrà modificato esclusivamente il punto di ritrovo).

Durante l’evento, verranno scattate fotografie, che successivamente, saranno pubblicate sulla pagina di Facebook.


Buon divertimento con le visite guidate di “I love Emilia Romagna”…

Bologna, 12 maggio 2018, ore 14:30: “Tutti giù per terra”. Viaggio in quattro tappe, nel sottosuolo della città…

A Bologna, c’è tutto un mondo da scoprire, che racconta una parte della città a molti sconosciuta: dalle chiese sotterranee, ai canali nascosti, fino al rifugio antiaereo, utilizzato durante la seconda guerra mondiale…


tuttigiuperterra_BO_2“Tutti giù per terra” è un viaggio. Un viaggio nella Bologna antica. Una Bologna d’altri tempi. Quattro tappe ricche di vicende storiche che partono dalla Bononia antica e arrivano ai giorni terribili della seconda guerra mondiale.

Un tour davvero singolare, che partirà dal rifugio antiaereo, farà tappa in uno scorcio di una Piccola Venezia d’altri tempi, scendendo a ridosso del canale Reno, con i suoi corsi d’acqua, continuerà nella suggestiva cripta di San Vitale e Agricola. Andremo a visitare le quattro interessantissime tappe, segnalate, ricche di suggestione e storicità. Tra una tappa e l’altra, si attraverserà il centro storico, passando per l’antico Ghetto Ebraico.

rifugio2Prima tappa: RIFUGIO ANTIAEREO DEL PINCIO…
Sotto la minaccia di probabili attacchi aerei sulla città è approvato dal Comune il progetto per un grande rifugio sotto la Montagnola. Come primo provvedimento viene sgomberato in fretta il magazzino comunale del Pincio, dove è depositata una grande quantità di legna e altro materiale. Si tratta dei resti di una ghiacciaia dell’antico “castello del papa”, più volte edificato, tra il XIV e il XVI secolo, nei pressi di Porta Galliera e più volte distrutto dai bolognesi. Il ricovero antibomba è appaltato alla ditta Del Fante, che innanzitutto edifica una serie di bagni, con scarico nel vicino torrente Aposa, e un rifugio antigas dotato di porte stagne, che durante la guerra sarà utilizzato come infermeria. L’allestimento del primo lotto del rifugio procederà speditamente e la consegna avverrà il 12 giugno, con un mese di anticipo rispetto al previsto. Il colosso blindato comincerà ad essere utilizzato, e spesso abitato in pianta stabile, dopo le prime incursioni aeree, in particolare dopo quella disastrosa del 24 luglio, che colpirà in più punti il centro cittadino. Il primo lotto sarà in seguito prolungato con un enorme tubo in muratura, che porterà la capienza complessiva a 2.500 persone. Nel 1944 saranno aggiunte altre gallerie, con ingressi dal giardino della Montagnola, da via Indipendenza e da via del Pallone. Intitolato, dopo la sua uccisione, all’ex segretario del PNF Ettore Muti, il grande rifugio della Montagnola sarà l’ultimo ad essere completamente sgomberato: ospiterà alcune famiglie sfollate fino al 1947, ben oltre il termine del conflitto.

canale delle moline a bolognaSeconda tappa: CANALE DI RENO: VIA PIELLA, AFFACCIO SUL CANALE…
Scampato alle coperture attuate fra gli anni Trenta e Cinquanta del Novecento, questo tratto di canale fungeva da fossato difensivo della seconda cerchia muraria, edificata n
ell’XI secolo. In passato il canale era fornito di lavatoi privati a ponte levatoio, costituiti da tavolati di legno sospesi sul livello dell’acqua, e di botti e vasche in cui si calavano le lavandaie per lavare i panni senza bagnarsi.

salaborsascavi_galleryTerza tappa: SCAVI DI SALA BORSA…
Sotto il cristallo della piazza coperta si possono ammirare gli antichi scavi e la sedimentazione delle varie civiltà in uno scenario di armonia e di luce. Rivivono così secoli di storia, dai primi insediamenti di capanne della civiltà villanoviana del VII secolo a.C., alla Felsina etrusca, alla Bononia romana fondata nel 189 a.C. Che cosa sia stata nel tempo la parte nord del palazzo di città che si affaccia su piazza Nettuno ce lo raccontano gli scavi archeologici intrapresi nel corso dei lavori dell’attuale sistemazione di Sala Borsa. Le tracce di edifici pubblici e religiosi e l’assetto urbanistico testimoniano che il luogo è stato fin dalle origini il baricentro della vita pubblica cittadina. La stratigrafia degli scavi scopre le trasformazioni che si sono verificate in età romana fino a quando, tra la fine del V sec. ed il VII sec. d.C., l’area subisce sempre più marcati fenomeni di degrado, dal crollo delle strutture a spogli del materiale di pregio. La depauperazione del territorio provoca una notevole riduzione degli edifici, fino alla loro quasi totale scomparsa all’inizio dell’alto medioevo.

davQuarta tappa: CANALE DI RENO: APERTURA ESCLUSIVA DEL GUAZZATOIO (CON DISCESA A RIDOSSO DEL CANALE RENO)…
Lo scivolo scendeva a un guazzatoio destinato all’abbeveraggio e al davlavaggio degli equini e dei bovini, realizzato nel canale di Reno nel 1219, anno in cui venne aperta la piazza del Mercato (attuale piazza VIII Agosto).

 


L’evento, che si terrà sabato, 12 maggio 2018 (con punto di ritrovo presso Dynamo, la Velostazione, di via dell’Indipendenza n. 71/Z), partirà alle 14:30, con guida turistica certificata dalla Regione Emilia Romagna e si concluderà dopo due oreAuricolari forniti dallo staff, per un eccellente ascolto del tour. 

Costo della sola visita guidata (con ingresso esclusivo presso gli scavi di Sala Borsa + rifugio antiaereo del Pincio + Guazzatoio + guida turistica + radio guide):  25,00.
Visita guidata + cena (con cucina tradizionale o vegetariana, presso la “Trattoria Belfiore”):  45,00.
I bambini, sotto i 6 anni di età e i portatori di disabilità, non pagano la visita guidata (pagano per intero, soltanto la cena). I ragazzi, dai 7 ai 18 anni, gli over 65, usufruiscono di uno sconto di € 3,00 sul costo della visita guidata.

Per partecipare alla visita guidata, è obbligatorio prenotarsi, spedendo un SMS/Whatsapp, al numero +39 3897995877, oppure, mandando un messaggio alla pagina di Facebook “I love Emilia Romagna” (indicate il nome e cognome di ogni partecipante, numero di telefono e almeno un indirizzo email).

La quota di partecipazione, per questioni di esclusività del tour, con ingressi a tappe, prenotati e remunerati in anticipo, sarà da saldare in anticipo, tramite carta di credito (PayPal), oppure, bonifico bancario.

In caso di maltempo, la visita guidata si terrà ugualmente (verrà modificato esclusivamente il punto di ritrovo).

Durante l’evento, verranno scattate fotografie, che successivamente, saranno pubblicate sulla pagina di Facebook.


Buon divertimento con le visite guidate di “I love Emilia Romagna”…

Bologna, 5 maggio 2018, ore 10: Misteri all’improvviso. La Certosa e i suoi lati oscuri…

misteri_allimprovvisoA Bologna, nessun luogo è come il cimitero monumentale, il quale raccoglie in sé una moltitudine di storie legate al mondo dell’esoterismo e dell’arcano…

Misteri all’improvviso è un percorso, all’interno della Certosa di Bologna, tra monumenti e leggende, per evocare storie fantastiche di spiriti, luci misteriose, simboli millenari e la presenza di alcune personalità bolognesi legate al mondo dell’occulto.

Nell’universo simbolico della Certosa non mancano aspetti esoterici e massonici. Basti ricordare la presenza di sfingi, ma anche lucerne, caducei e il più conosciuto simbolo dell’eternità: il serpente che divora la propria coda. La stessa storia del luogo registra, inoltre, molti episodi di fantasmi e di storie fantastiche, di morti che si rivolgono ai vivi attraverso i monumenti e i loro spiriti… 

04sgirolamonavataIl cimitero monumentale della Certosa di Bologna si trova appena fuori dal cerchio delle mura della città, vicino allo stadio Renato Dall’Ara, ai piedi del colle della Guardia dove si trova il santuario della Madonna di San Luca.

Nell’immaginario comune i cimiteri sono legati al ricordo degli affetti familiari, luoghi d’arte e memoria collettiva; ma anche al mistero della morte e della perdita, alla notte, a ciò che potrebbe esserci dopo la vita terrena. Il Cimitero della Certosa, fin dalla Alba_chiostro_VI_3sua fondazione avvenuta nel 1801, fu di ispirazione per componimenti poetici e letterari. Nei ricordi di molti personaggi (noti e meno noti) che hanno lasciato traccia scritta della propria visita alla Certosa, non mancano riferimenti a storie bizzarre, leggende misteriose, pratiche inconsuete.

Il cimitero comunale fu istituito nel 1801 riutilizzando le preesistenti strutture della Certosa di San Girolamo di Casara, fondata a metà del Trecento, soppressa nel 1797 da Napoleone, e di cui è sopravvissuta la Chiesa di San Girolamo. La forte passione della nobiltà e della borghesia per la costruzione dei sepolcri familiari trasformò la Certosa in un vero e proprio “museo all’aria aperta”, tappa del grand tourcertosa-di-bolognaitaliano: la visitarono Chateaubriand, Byron, Dickens, Mommsen, Stendhal. In particolare il Chiostro Terzo (o della Cappella) è un ciclo notevole di ispirazione neoclassica e simbologia illuministica; uniche forse nel mondo sono le tombe dipinte a tempera e quelle realizzate in stucco e scagliola. Il cimitero ha subito un forte ampliamento dagli anni cinquanta in poi. Nel 2007 la sala del Pantheon, dagli anni novanta del Novecento già destinata ai riti laici, diventa una sala del Commiato per chiunque intenda usufruire di un periodo di raccoglimento prima del rito; il nuovo allestimento è ad opera dell’artista Flavio Favelli. La chiesa, CERTOSAdiBologna1 (1)non parrocchiale, è da diversi anni gestita dalla comunità dei passionisti.

Un ruolo decisivo nel fascino che distingue la Certosa di Bologna dagli altri cimiteri monumentali europei deriva dalla complessa articolazione degli spazi. Dall’originario nucleo conventuale si diramano logge, sale e porticati che ricreano scorci e ambienti che rimandano alla città dei “vivi”. Anche il porticato ad archi, presente all’entrata est del cimitero, che si congiunge (salvo una brevissima soluzione di continuità) con quello che conduce al santuario della Madonna di San Luca posta sul colle della Guardia, vuole r1zzolimagnani-3significare una continuità fra la necropoli e la città dei vivi.

I ritrovamenti della necropoli etrusca scoperta durante gli scavi archeologici per l’ampliamento del cimitero alla fine dell’Ottocento, sono ora custoditi nel Museo civico archeologico della città. La Certosa di Bologna e il cimitero monumentale rappresentano un vero e proprio museo all’aria aperta, ricco di arte e storia. Basti pensare che già alla fine dell’800 venne ritrovata proprio in questa area una necropoli etrusca. Le 420 tombe rinvenute fecero accorrere studiosi da tutta Europa e oggi sono custodite nel Museo Civico Archeologico.

Tomba_bisteghi1 Fondato nel 1801, il cimitero sorge sulle strutture del convento certosino edificato a partire dal 1334 e soppresso nel 1796. La ricchezza della chiesa di san Girolamo riesce ancora oggi a farsi testimone della ricchezza perduta del convento. È ancora possibile ammirare il grande ciclo di dipinti dedicati alla vita di Cristo, realizzato dai principali pittori bolognesi della metà del XVII secolo. Il cuore del Cimitero bolognese è il Chiostro Terzo, di gusto neoclassico dove, alle iniziali tombe dipinte, si sono poi sostituite  opere in stucco e scagliola e – a partire dalla metà dell’Ottocento – in marmo e bronzo.

Vela_Murat_Carisbo_F1_247All’interno si conserva un vastissimo patrimonio di pitture e sculture realizzate da quasi tutti gli artisti bolognesi attivi nel XIX e XX secolo, ma non solo, rimangono infatti molte testimonianze di artisti provenienti da lontano. Fra gli scultori di maggior rilievo segnaliamo  Giacomo De Maria, Lorenzo Bartolini, Leonardo Bistolfi, Silverio Montaguti e Giacomo Manzù, mentre tra i pittori Pelagio Pelagi e Pietro Fancelli.

Tra i personaggi illustri ospitati nel cimitero ricordiamo: il premio Nobel per la letteratura Giosuè Carducci  i pittori Giorgio Morandi e Bruno Saetti;  il cantante Lucio Dalla; i fondatori delle aziende Maserati, Ducati e Weber e della casa editrice Zanichelli.

Nel corso del ‘900 diversi monumenti segnano alcuni passaggi della storia nazionale: l‘Ossario dei caduti della prima guerra mondiale, quello ai caduti fascisti, il Monumento ai caduti in Russia nella seconda guerra mondiale, l’Ossario dei partigiani.


L’evento, che si terrà sabato, 5 maggio 2018 (con punto di ritrovo presso l’ingresso principale – Cortile Chiesa, di via della Certosa), partirà alle ore 10, con guida turistica certificata dalla Regione Emilia Romagna e si concluderà verso le ore 12:30. Auricolari forniti dallo staff, per un eccellente ascolto del tour. 

Costo della sola visita guidata (che comprende: ingresso alla chiesa di San Girolamo, guida turistica, radio guide):  20,00.
I bambini, sotto i 6 anni di età e i portatori di disabilità, non pagano la visita guidata. I ragazzi, dai 7 ai 18 anni, gli over 65, usufruiscono di uno sconto di € 2,00 sul costo del tour.

Per partecipare alla visita guidata, è obbligatorio prenotarsi, spedendo un SMS/Whatsapp, al numero +39 3897995877, oppure, mandando un messaggio alla pagina di Facebook “I love Emilia Romagna” (indicate il nome e cognome di ogni partecipante, numero di telefono e almeno un indirizzo email).

La quota di partecipazione, per questioni logistiche e amministrative, sarà da saldare in anticipo, tramite carta di credito (PayPal), oppure, bonifico bancario.

In caso di maltempo, la visita guidata si effettuerà ugualmente.

Durante l’evento, verranno scattate fotografie, che successivamente, saranno pubblicate sulla pagina di Facebook.


Buon divertimento con le visite guidate di “I love Emilia Romagna”…

Bologna, 22 aprile, ore 9:30: “In cima al mondo”. Visita alla terrazza della cupola di San Luca, passando per i misteri del Santuario…

Il Santuario di San Luca, scrigno di bellezza e devozione popolare, arricchisce il panorama bolognese con la sua inconfondibile sagoma che si vede da chilometri di distanza. Il Santuario è uno dei simboli indiscussi di Bologna e tradizionale oggetto di culto religioso legato alla devozione dell’immagine della Beata Vergine di San Luca

A veder San Luca, da lontano, ci si sente già a casa…

incimaalmondoCentodieci scalini e sei in cima a San Luca. Non il Colle, ma proprio il Santuario, la cupola. È l’ultimo percorso turistico inaugurato da qualche giorno. Bologna ha una nuova terrazza panoramica, quella del Santuario…

Visiteremo la terrazza sita proprio sulla sommità della cupola di San Luca, che rappresenta non soltanto Bologna, ma tutta l’Emilia Romagna. Tradizionale oggetto di culto, si erge imponente, sul Colle della Guardia e il suo portico lo collega alla città. Ci sono misteri e leggende, popolari, proprio collegate a San Luca, al suo lunghissimo portico, alla Beata Vergine del Santuario. Da dove arriva l’icona della Madonna di San Luca? Perché, gli archi del lungo porticato sono 666? Quale emozione ci aspetta, armati di binocolo, ammirando il panorama da un’altezza di quasi 350 metri sopra il livello del mare, che quando il cielo è davvero pulito si vede eccome il porto di Ravenna?!


IMG-20170408-WA0030Prima tappa: TERRAZZA DELLA CUPOLA DI SAN LUCA…
Quasi 350 metri d’altezza sopra il livello del mare. Pochi metri quadrati di terrazzina con prato verde sintetico e l’intero appennino, con vette, boschi e nuvole, da ammirare a vista d’occhio. E poi, girandosi indietro, ecco laggiù Bologna col suo centro storico. IMG-20170408-WA0008Esposizione spettacolare di 180°, principalmente rivolta a sud, riservata a una trentina di persone che, alternandosi gruppo dopo gruppo, si avventurerà su per la scaletta a chiocciola che parte da una porticina all’interno della chiesa: Tre minuti di ascesa e ti sembra di toccare il cielo con un dito.

sanlucaSeconda tappa: IL SANTUARIO DI SAN LUCA…
La chiesa attuale viene realizzata dal Dotti tra 1723 e 1757 in sostituzione di una precedente chiesa quattrocentesca mentre le due tribune esterne sono concluse dal figlio Giovanni Giacomo nel 1774. In sintonia con la tradizione bolognese il volume esterno si presenta privo di decorazioni enfatiche e solenni e si caratterizza per la semplicità del profilo curvilineo su cui è impostata la cupola. Entro una planimetria ellittica gli spazi interni si dilatano a croce greca culminando nell’altare principale che precede la cappella della Vergine. Le decorazioni sono affidate a V. Bigari per gli affreschi, ad A. Borelli e G. Calegari per gli stucchi e ad A. Piò per le statue. Tra gli artisti che adornano la chiesa si segnalano inoltre Guido Reni (terzo altare a destra), Donato Creti (seconda cappella a destra), Giuseppe Mazza (cappella di S. Antonio da Padova), Guercino (sagrestia maggiore). Nel 1930 Ferruccio Gasparri realizza una funivia che con un solo pilone supera il dislivello di 220 metri tra via Saragozza e il santuario. Le polemiche che accompagnano il conseguente annullamento del percorso devozionale si concludono però con la sua definitiva sospensione. Visiteremo insieme, questo Santuario, veramente suggestivo.

funiviaTerza tappa: I MISTERI DEL SANTUARIO, DALLA MADONNA DI SAN LUCA, AGLI ARCHI DEL PORTICATO CHE ALLA CITTA’ LO COLLEGA, PASSANDO PER LA VECCHIA FUNIVIA…portico-san-luca-bologna-b
Tanti sono i misteri collegati al Santuario: misteri che circondano il lungo portico che lo collega alla città con i suoi oltre 600 archi, fino al miracolo della Madonna di San Luca una mattina quando, con accompagnamento d5BV-di-san-luca i magistrati, di clero e di popolo, accompagnati da una pioggia incessante, ci si avviò verso la città con l’immagine della stessa e avvenne un miracolo, sotto gli occhi increduli della cittadinanza. Parleremo di leggende, misteri e della vecchia funivia che fu attiva dal 1931 al 1976.


L’evento, che si terrà domenica, 22 aprile 2017 (con punto di ritrovo davanti all’ingresso principale del Santuario), partirà alle 9:30, con guida turistica certificata dalla Regione Emilia Romagna e si concluderà alle 11:30. Auricolari forniti dallo staff, per un eccellente ascolto del tour. 

Costo della sola visita guidata (con guida turistica + audio guide + ingresso alla terrazza della cupola di San Luca + binocolo):  20,00.
I bambini, sotto i 6 anni di età e i portatori di disabilità, non pagano la visita guidata. I ragazzi, dai 7 ai 18 anni, gli over 65, usufruiscono di uno sconto di € 2,00 sul costo del tour.

Per partecipare alla visita guidata, è obbligatorio prenotarsi, spedendo un SMS/Whatsapp, al numero +39 3897995877, oppure, mandando un messaggio alla pagina di Facebook “I love Emilia Romagna” (indicate il nome e cognome di ogni partecipante, numero di telefono e almeno un indirizzo email).

La quota di partecipazione, per questioni di esclusività del tour, con ingressi a tappe, prenotati e remunerati in anticipo, sarà da saldare in anticipo, tramite carta di credito (PayPal), oppure, bonifico bancario.

In caso di maltempo, la visita guidata si terrà ugualmente.

Durante l’evento, verranno scattate fotografie, che successivamente, saranno pubblicate sulla pagina di Facebook.


Buon divertimento con le visite guidate di “I love Emilia Romagna”…

Bologna, 15 aprile, ore 9, 10, 19:30 e 20:30 (durata: un’ora): “Giù la testa”. Cunicoli e condotti, sotterranei, realizzati per alimentare la fontana del Nettuno…

Nel sottosuolo di Bologna, c’è tutto un mondo da scoprire, che racconta una parte della città a molti sconosciuta…

giulatesta_bologna“Giù la testa” è un viaggio. Un viaggio nella Bologna rinascimentale. Una cisterna, ricca di cunicoli e condotti, sotterranei, che furono realizzati per alimentare la fontana del Nettuno e l’Orto dei Semplici (attuale piazza coperta di Sala Borsa).

Un tour davvero singolare, su due livelli, dove sono situate vasche originariamente destinate a raccogliere l’acqua proveniente da quattro condotti che si inoltrano nella collina di Valverde e spettacolari cunicoli in mattoni, che si utilizzavano per raccogliere le acque cittadine.

BAGNI3Bagni di Mario o Conserva di Valverde…
Nome erroneamente dato alla Conserva di Valverde, che si suppose luogo per uso termale quando venne scoperta, nel XX secolo, anche se in realtà non ha mai avuto attinenza con quell’uso. Cisterna di epoca rinascimentale (1563) eseguita da Tommaso Laureti, architetto palermitano, fu realizzata per alimentare la Fontana del Nettuno e altre particolarità idrauliche come l’Orto dei Semplici (oggi piazza coperta della ex Sala Borsa).
La struttura è impostata su due livelli.

i-bagni-di-marioLivello superiore: scendendo nel sottosuolo incontriamo, oltre ad un vestibolo, una spettacolare sala ottagonale (sovrastata da un’ampia cupola avente stessa forma) dove, nel piano di calpestio, sono scavate otto piccole vasche originariamente destinate a raccogliere l’acqua proveniente da quattro condotti che si inoltrano nella collina di Valverde. Da questi l’acqua usciva depurata mediante un procedimento di decantazione. All’interno del primo cunicolo si segnala la particolarità di un camino di aerazione completamente ricoperto da incrostazioni calcaree secolari. Sempre al livello superiore è presente una seconda piccola camera ottagonale, detta Cisternetta, dotata di un’ulteriore vasca di decantazione, collegata, tramite una breve scala, alla sala principale. L’acqua che usciva da questa seconda camera scendeva al livello inferiore tramite apposita tubazione.

bologna-acque-sotterranee-cisterna-di-valverde-bagni-di-mario-5Livello inferiore: tutte le acque provenienti dal livello superiore procedevano all’interno di un cunicolo in mattoni fin nei pressi della chiesa di Santa Maria dell’Annunziata, dove si univano a quelle del condottobologna-acque-sotterranee-cisterna-di-valverde-bagni-di-mario-800 del Remondato (Fonte Remonda) che a sua volta raccoglieva le acque che scaturivano da san Michele in Bosco.


L’evento, che si terrà domenica, 15 aprile 2018 (con punto di ritrovo presso Bagni di Mario – Conserva di Valverde, via Bagni di Mario n. 10, Bologna), partirà alle 9, alle ore 10, alle ore 19:30 e, infine, alle ore 20:30 (durata del tour: un’ora), con guida turistica certificata dalla Regione Emilia Romagna e si concluderà dopo un’ora

Costo della sola visita guidata (con ingresso esclusivo + guida turistica):  25,00.
I bambini, sotto i 6 anni di età, non possono partecipare. I ragazzi, dai 7 ai 18 anni e gli over 65, usufruiscono di uno sconto di € 2,00 sul costo della visita guidata. Le persone con disabilità, non pagano.

Per partecipare alla visita guidata, è obbligatorio prenotarsi, spedendo un SMS/Whatsapp, al numero +39 3897995877, oppure, mandando un messaggio alla pagina di Facebook “I love Emilia Romagna” (indicate il nome e cognome di ogni partecipante, numero di telefono e almeno un indirizzo email).

La quota di partecipazione, per questioni di esclusività del tour, con ingressi a tappe, prenotati e remunerati in anticipo, sarà da saldare in anticipo, tramite carta di credito (PayPal), oppure, bonifico bancario.

In caso di maltempo, la visita guidata si terrà ugualmente, perché completamente al chiuso (verrà modificato esclusivamente il punto di ritrovo).

Durante l’evento, verranno scattate fotografie, che successivamente, saranno pubblicate sulla pagina di Facebook.


Buon divertimento con le visite guidate di “I love Emilia Romagna”…